Una riunione interlocutoria, dove ad un certo punto si è anche rischiata la rottura tra le parti, quella che si è svolta nel palazzo comunale di Portoferraio tra Esaom, sindacati, confindustria, amministrazione comunale e provinciale e la Comunità montana. Poi a fine mattinata la ricucitura, ed una nuova dichiarazione di intenti tra imprenditori e le forze compatte che difendono i 24 lavoratori a rischio. Dopo una settimana dalla sospensione dell’iter di licenziamento le parti sono tornate a riunirsi ma stavolta non erano presenti i proprietari dell’azienda che avevano preferito farsi rappresentare dal loro legale. Questa assenza era stata subito mal giudicata dai sindacati: Vincenzo Renda per l’Uilm, Francesco Scappini per la Cisl, Luciano Gabrielli per la Fiom, e Giuseppe Bartoletti responsabile della Cgil della Val di Cornia. “Un segno di scarsa apertura mentale” hanno commentato all’unisono. Poi è stata messa di nuovo in campo la buona volontà per ricominciare le trattative e sfruttare al meglio i 20 giorni di congelamento dei licenziamenti. Il prossimo incontro avverrà l’11 giugno presso l’Associazione industriali a Piombino, tra azienda e sindacati. “Chiederemo gli ammortizzatori sociali – dichiara Gabrielli della Fiom – contratti di solidarietà, formazione per il personale, dal momento che l’assessore provinciale Canovaro ha dato piena disponibilità”. Poi di nuovo tutti insieme al tavolo comunale il 14 giugno, per valutare le reali intenzioni dell’azienda “che deve avere – continua Gabrielli - una reale vocazione cantieristica e nautica". Il sindaco Peria, che durante la lunga riunione spuntava a tratti con la faccia tesa dalla porta della sala consiliare, ha dichiarato che dovrà essere soltanto la politica a dettare le regole, per quanto riguarda il riassetto della portualità. “Regole certe nell’interesse dell’intera città”.
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