Il contrasto su scelte strategiche per la comunità locale è sintomo di democrazia e di coraggio nel discutere fino in fondo gli argomenti di attualità, anche in consiglio comunale. Mi sorprendono e mi sconcertano le recenti invettive della minoranza, forse per l’abitudine a dare per acquisite le regole di base del confronto democratico. Quando si affrontano temi di rilievo, strategici per il territorio di Capoliveri, se c’è contrasto, è per lo svolgersi della naturale dialettica politica, che a volte assume toni accesi, ma pur sempre comprensibili, data l’importanza degli argomenti di attualità. Durante l’ultimo consiglio comunale la minoranza era rappresentata dal solo Lorenzo Capocchi. Prima di urlare allo scandalo, bisognerebbe frequentare di più la sala consiliare, dimostrando così di avere rispetto per l’istituzione di cui si fa parte. Questo è per me motivo di rammarico e disappunto. Tanto più che uno dei temi all’ordine del giorno era di loro specifico interesse: i debiti fuori bilancio per una cifra consistente e tutti per questioni legali che la vecchia amministrazione ha lasciato in ‘dote’ all’attuale. Non posso accettare le più recenti pubbliche esternazioni provenienti proprio da chi ha disertato l’aula, non rispettando le regole di base del confronto civile. La minoranza che parla di spettacolarizzazione, forse era abituata soltanto a quella, pessima, emersa sui giornali sempre e soltanto per questioni di illeciti gravi, e non è abituata invece oggi allo spettacolo della dialettica politica, quella civile e democratica. Ci hanno lasciato una macchina comunale disarticolata e piena di situazioni critiche, in quindici anni non sono stati in grado di chiudere un’opera pubblica. Si tratta di un’eredità a dir poco pesante. Come non immaginare che la temperatura del dibattito interno, anche durante il consiglio comunale, non salga, quando si devono trovare soluzioni a questioni aperte da altri, che complicano lo svolgersi lineare delle scelte di pianificazione. Questioni complesse come la palestra, localizzata e impostata da loro, Zaccarì, una ferita al territorio, Fonte alle Rose, un nodo complicatissimo per i risvolti sugli abitanti, e da ultimo, i conti esorbitanti per le loro consulenze legali, che noi dobbiamo pagare. Facile soffiare aria sul fuoco, un fuoco acceso da loro, che noi siamo chiamati a spegnere, ammettiamo, a volte con qualche difficoltà, ma avendo ben chiaro cosa non vogliamo più per il nostro paese, agendo alla luce del sole con rispetto delle istituzioni e del confronto aperto.
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