Il 2 e il 3 giugno 1946, furono chiamati alle urne 24 milioni di italiani per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese, in seguito alla caduta del fascismo. Questa data celebra la nascita della nostra Democrazia. Il 2 giugno 1946 si presenta alle porte di una Nazione mentalmente condizionata da un ventennio, quello fascista, di privazione dei diritti, cinque anni di conflitto indesiderato che le ha stracciato l’anima ed un tessuto sociale che rimane unito solo nella volontà di ricostruire per ricominciare. Questa data è così fondamentale per la nostra memoria storica perché rappresenta il riscatto morale e l’onore del potere sovrano del popolo sul potere del sovrano monarchico che lasciò vigliaccamente la sua nazione alla deriva nell’ora più disperata della sua esistenza. Un momento che rappresenta il gradino più alto della nostra giovane e fragile democrazia, gli strumenti che ci ha lasciato in eredità devono esser costantemente considerati e apprezzati: l’abitudine rende normale, o peggio ancora banale, ciò che appena sessant’anni fa si è raggiunto a questo caro prezzo. Il suffragio universale è sicuramente l’emblema più rivoluzionario per quell’epoca, la “prima chiamata al voto” delle donne, fino ad allora private di ciò che oggi sarebbe una negazione di un diritto fondamentale. Quel voto, di uomini e donne, ha eletto contestualmente l’assemblea costituente cui fu dato il compito di redigere la nuova carta costituzionale, gettando così le fondamenta del primo parlamento democratico del nostro paese. La nostra Costituzione trae la sua forza proprio da lì, da quel voto indistinto nel genere, che ha aperto la strada, attraverso il dialogo, a quelle che oggi sono le condizioni imprescindibili della nostra Repubblica. Di questi e di altri momenti importanti per noi e per la storia dell’Italia, dal 25 aprile al 4 novembre, l’amministrazione comunale di Porto Azzurro, già da tempo oramai, soprassiede. Fatto particolarmente grave se pensiamo che se esiste un Sindaco, un Consiglio comunale, una maggioranza e un’opposizione, è grazie a quel referendum, a quel voto, a quella scelta di emancipazione democratica. Non si chiede niente, o meglio niente di particolare. Ma il minimo indispensabile, due righe come sto facendo io in questo momento, sarebbero più che dovute nel rispetto quantomeno di noi stessi.
Costituzione della repubblica italiana