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Tecnologia palmare

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 03 giugno 2003

Gomito fuori dal finestrino per prendere aria, L’asfalto corre liscio ma sibilante, con il caldo si ripete l’effetto della strada liquida che sembra evaporare. Niente miraggi è il giugno incipiente, covoni e papaveri ce lo ricordano ad ogni curva. Ma ad un tratto, dissolto l’effetto bagnato della strada, permane un elemento incongruo che resiste all’orizzonte e si fa sempre più prossimo. Il miraggio insiste, ondeggia ma rimane, sembra per un attimo appiattirsi all’angolo dell’edificio, ma poi c’è, e si fa più palma che può per confondere l’ignaro viandante. Ma non ci si improvvisa palmizi, lo sanno bene le altre piante intente a centellinarsi negli anni acqua, calore, rugiada. E così al velleitario arbusto si notano impietose le terminazioni trasmittenti, la plastica squamosa del tronco, le cisti purulente che smaniano di essere chiamate frutti. Siamo in contrada Schiopparello e questo similalbero alieno è andato a crescere (crediamo con la benedizione del Comune e della Venerabile Soprintendenza) in mezzo alla migliore delle nostre campagne quella che dà buoni vini, frutti saporosi. Ci sembra una cosa persino peggiore del Puntale, dove orride antenne avevano finora avuto il coraggio di mostrare ciò che erano. Adesso questo aborto tecnologico ci pare voglia irradiare non solo l’inquinamento elettromagnetico, ma anche una offesa continua ad ogni filo d’erba che gli sta intorno.


antenna palma schiopparello

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