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Il Regolamento Urbanistico del Comune di Portoferraio

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 03 giugno 2003

Si sta approssimando la data dell’approvazione definitiva del Regolamento Urbanistico di Portoferraio. Da quanto si apprende da alcuni membri della Commissione urbanistica, la sostanza delle osservazioni presentate da Regione Provincia, associazioni, comitati, sono state respinte ed ovviamente rinviate alla diretta valutazione del Consiglio Comunale. Le poche modifiche apportate sono state ritenute non di sostanza, pertanto il Piano non sarà neppure ripubblicato. In particolare rimane invariato l’indirizzo, per il quale, anche fuori delle zone Peep, sono privilegiati i cittadini residenti nel comune per la costruzione della cosiddetta prima casa, indipendentemente dagli indici urbanistici. Ciò è chiaramente illegittimo e contro lo spirito della Costituzione in quanto viola pesantemente il principio dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Non solo, ma appare anche comica la norma delle “prime case modulari” che stabilisce una sorta di nuovo Jus Aedificandi Fabriciae, che rapporta la superficie abitativa consentita alla composizione del nucleo familiare, quasi che questo fosse immodificabile ed eterno (una signora in dolce attesa vale 1, 2 o X?) Di fronte a queste assurdità logiche prima che urbanistiche, che nei fatti a tutto servono fuorché a favorire coloro che di una prima casa hanno davvero bisogno (autorizzazioni rilasciate con questo regime corrono fortissimi rischi di revoca per illegittimità della norma), ci saremmo attesi una vera levata di scudi da parte della Regione, che più volte sollecitata, anche da questo giornale, nella persona dell’Assessore Conti, non ha comunque ritenuto utile sollevare osservazioni sui casi di specie. Va aggiunto poi che la Provincia di Livorno, pur sollevando il problema nelle sue osservazioni, non ha ancora fatto pesare il suo ruolo politico ed istituzionale, nonché i compiti di cordinamento tra gli strumenti dei diversi Comuni affidatile dalle leggi. Ciò anche in relazione al fatto che le balzane norme portoferraiesi, potrebbero far scuola e costituire un pericolosissimo precedente capace di minare le basi stesse del Piano Territoriale di Coordinamento. Anche l’Istituto Nazionale di Urbanistica, così meritoriamente attento alle vicende dell’urbanistica in Italia, non ha ancora deciso di intervenire nei confronti di uno strumento che mette in dubbio la certezza del diritto nell’uso del territorio. A questo punto, resta solo una strada per opporsi alla messa in atto di norme talmente dissennate, il ricorso al T.A.R. Ora, visto che si tratterà di una battaglia legale costosa, chi affiancherà i comitati cittadini che speriamo “non mollino”? Ci saranno anche Regione e Provincia, o, per un malinteso senso del rispetto delle sfere d’influenza e delle autonomie locali, assumeranno un signorile distacco?


convegno Frontera Franci Conti Ageno

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