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Controcopertina: Sinistra Democratica: all'Elba si registrano nuove adesioni

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 25 maggio 2007

I DS di Portoferraio, che a ottobre si scioglieranno definitivamente per unirsi con la Margherita nel PD, si dicono “amareggiati” per la scelta compiuta dai compagni della mozione Mussi che hanno dato vita al movimento della Sinistra Democratica. Ci crediamo, perché è un dispiacere condiviso, anche se poi questa scelta viene definita “sbagliata e intempestiva”, ispirata da una sorta di “nostalgia identitaria” che ha fatto velo alla “opportunità di combattere liberamente le proprie battaglie all’interno di un grande partito, aperto e plurale”, quale dovrebbe essere il PD. Non è nostra intenzione aprire un fronte polemico, non lo abbiamo fatto dopo il Congresso, vorremmo evitare di farlo in futuro. Per questo, sia pure sommessamente e con spirito costruttivo, riteniamo che si possa avere un’opinione diversa e anche contrapposta, senza però perdere un certo stile, la correttezza di un linguaggio che ha fatto dire a Mussi, concludendo l’intervento di Firenze, che “l’impresa è difficile, ma ora si aprono due fasi costituenti e sarebbe bello un doppio successo”. Per il Paese, innanzitutto, per superare le difficoltà di oggi, ridare fiducia a chi non crede più nei partiti e nella politica (solo il 17%, secondo recenti statistiche, esprime un parere positivo), creare le condizioni per una società più giusta e libera. La nostra fase costituente, che ha l’ambizione di riunire tutte le forze della sinistra, è già iniziata e anche all’Elba, dove abbiamo vinto tre congressi, raggiunto circa il 40% a Portoferraio e ottenuto la maggioranza dei delegati (altro che “parte fortemente minoritaria”!), si registra attenzione e interesse, significative nuove adesioni, momenti importanti di dialogo e confronto, segni confortanti per la costruzione di solide basi per la vita del movimento e della sinistra elbana. C’è bisogno di una politica moderna perché radicata, partecipata, che coltiva una memoria e costruisce una coscienza, formi delle idee. E nessuna politica sfugge alla questione della sua identità oggi, qui ed ora, di quali siano i suoi valori fondativi, la laicità, l’ambiente, il mondo del lavoro e la sua reale rappresentanza, di quale lingua parli in Europa e nel mondo. Non si tratta, quindi, di una banale “nostalgia identitaria”, ma di una cultura, di una visione del passato e del futuro, di un’idea della vita pubblica e privata, dei doveri e dei diritti. Forse qui sta la vera differenza tra i due capitoli che oggi si aprono nella politica italiana, quella del Partito Democratico (“una nuova DC che guarda a sinistra”, come dice Follini, uno dei 45 del comitato promotore) e quello di un movimento come il nostro che si propone di lavorare dentro la sinistra nel duplice segno dell’unità e dell’autonomia.


fabio mussi sociale forum 2002

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