Confessiamo di avere un approccio ideologico: crediamo, cioè, che se in una spiaggia come Fetovaia ci vanno cinquecento persone tutte insieme, lo prendono in tasca tutti. Ricchi e poveri, e alla lunga anche gli albergatori. Figuriamoci se ce ne vanno mille o più. Vogliamo dire che se si tratta di godere di un mare incantevole in un ambiente incantevole, bisogna che ci sia un numero di persone misurato. Se no, né il mare, né la spiaggia, né lo stare possono corrispondere al desiderio e al prezzo pagato. Il punto è solo questo. Non è questione di turismo di massa o d’élite. E’ questione di quel che si cerca e di quel che si trova: se uno vuole andare in un posto famoso, e avere d’intorno tanta gente e divertirsi, ci sono tantissimi posti in Italia e nel mondo. L’Elba non può andare bene per questo; offre altro, e questo altro richiede numeri contenuti. Per i campeggi e i Camper ci vogliono estensioni grandi, e la costa di fronte all’Elba può andare benissimo. Da noi si può e si deve fare un turismo diverso, di alta qualità come di alta qualità è il territorio, e questo vuol dire offrire servizi idonei e completi, e avere ricadute occupazionali di qualità. Questo pensavamo. Ma la nota del “Gruppo gestori campeggi Elba” ci ha messo in crisi. Apprendiamo che una dislocazione dei campeggi sulla costa continentale “significherebbe la cancellazione di migliaia di aziende e di decine di migliaia di posti di lavoro, con una perdita di beneficio netto sociale (cioè con un impoverimento) inaudita”. Budello ‘ane (come diceva Lord Brummel). E noi che si pensava che i campeggi all’Elba fossero in tutto una cinquantina, e che ci lavorasse un qualche cento di persone. “Migliaia di aziende, decine di migliaia di posti di lavoro”! Oddìo, intanto se davvero tutto questo personale, fra impresari e addetti, si spostasse, si sarebbe risolto un bel po’ d’ingorgo di traffico sull’Isola. E non importerebbe che andassero in Australia: di certo a Piombino e costa circonvicina potrebbero ben trovare impiego in grandissima parte, perché decine di migliaia di operatori per le nuove imprese di camping lì non ci sono. Sarebbe utile ricordare che il turismo all’Elba, cinquant’anni fa, è nato come turismo d’élite, e non ci s’è impoverito nessuno; anzi… C’era anche un campeggio, ma era il Club Méditerranée, che s’è spostato appena ha cominciato a esserci troppa gente. Gli ospiti si fermavano per mesi interi o per intere stagioni, e gli elbani hanno abbandonato i campi e si sono messi a lavorare nei servizi. E’ arrivato il benessere, ed è cresciuto. Ora non può più crescere, se non abbandonando il miraggio della quantità e puntando all’alta qualità. Non c’è niente da inventare; basta solo guardarsi d’intorno, e imparare da chi queste cose già le fa, e le sa fare meglio di noi. La Primula Russa (noi no) www.isoladelba.splinder.com (nella foto: una delegazione dei gestori dei campeggi)
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