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Neve di maggio alla sala della Provincia

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 02 giugno 2003

Giallo, blu, rosso, arancione, verde.. i colori del finale davano un ritmo ed una verve incalzante alla bianca calligrafia di “neve”, sette movimenti e cinque apparizioni, lo spettacolo tratto dall'omonimo racconto di Maxence Fermine e messo in scena sabato sera nella sala della Provincia dalla compagnia delle “farfalle”, cinque giovani donne diverse per estrazione geografica e culturale, ed accomunate dall’amore per il teatro: Martina Cardelli, Rossana Gagliardi, Silvia Maggini, Silvia Pollina, Francesca Ria. Quest'ultima, che del teatro ha fatto la sua professione, e che ha curato la drammaturgia e la regia di "Neve", vi ha impresso sicuramente il suo bagaglio di esperienze e di gusto, formatosi in anni ed anni di lavoro artistico e didattico, che le permette non solo di esprimere se stessa, ma anche di comprendere ed interpretare i desideri ed i bisogni espressivi delle persone e dei gruppi con cui lavora. Anche qui le ragazze, ognuna con il suo apporto di esperienze artistiche diverse, dalla pittura alla danza alla musica, componevano un tutto unico, ma ciascuna con la sua personalità, di volta in volta smarrita, ispirata, combattiva, aggraziata, maliziosa, orgogliosa, appassionata. Lo spettatore veniva trascinato non tanto dalla storia raccontata, la vicenda di un poeta innamorato di una funambola che cade e si confonde nella neve, ma più dalle emozioni, dalle immagini e dai suoni, dai significati suggeriti anche dalle parole: l’amore perduto, la capacità di immaginare, l’aspirazione alla purezza, l’attrazione e l’odio dell’uomo per la guerra. Ad esprimere tutto ciò erano i movimenti dei corpi femminili, armoniosi e diversi, vestiti con diversi abiti tutti bianchi, le voci modulate nelle parole e nel canto, l’agitarsi di veli, nastri, pezzi di carta, aste, oggetti di scena semplici in sé, ma usati con maestria dalle attrici a creare spirali, fiori, armi, paesaggi, fantasmi e soprattutto l’incantata distesa di neve. Forse è da questa sorta di funambolismo che erano ammaliati anche i numerosi bambini presenti in sala e seduti tutti in terra davanti alla prima fila. La sala, concessa dall’amministrazione provinciale, era gremita da un pubblico che, oltre agli abituèe del cineforum del mercoledì sera, era fatto di amici e di appassionati di teatro, che hanno apprezzato un linguaggio diverso da quello a cui sono abituati i frequentatori dei Vigilanti o gli spettatori delle compagnie amatoriali elbane. Una serata che ha trascinato tutti un po' al di sopra della realtà, anche se non vorremmo, come dicono le ultime battute dello spettacolo, che gli uomini si dividessero in chi vive e chi immagina, ma che ciascuno potesse vivere la propria vita materiale e saper al tempo stesso librarsi nell'immaginazione.


neve provincia 1

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neve specchio provincia

neve specchio provincia