Un pomeriggio di sabato trascorso a sparare in rete aggiornamenti su aggiornamenti di una bruttissima notizia dall'Elba: l'aereo precipitato fatale per tre austriaci, a cui faceva da contrappunto un'altra che veniva dalla seconda isola dell'arcipelago, l'immersione in cui ha perso la vita una trentaseienne fiorentina. Quasi un gioco perverso perverso di due cronache dell'avventurarsi in due elementi: acqua ed aria che il terricolo uomo pensa sempre di dominare, ma che spesso lo uccidono. Due elementi cavalcati, da chi ci ha perso la vita all'Elba ed al Giglio in quello che poteva essere un caldo sonnacchioso pomeriggio di sabato, per relax, per ritemprare le forze, lontani il più possibile lontani dal quotidiano. Un sabato nell'Arcipelago che invece è stato funesto e duro da vivere per chi deve informare, ma almeno utile sotto un aspetto. Le tragedie anche vissute marginalmente servono a ricalibrare la portata dei rubinetti dai quali facciamo uscire, spesso con grande spreco, le nostre emozioni. Le disgrazie come quelle di ieri sono una secchiata d'acqua gelida in faccia, fanno bruscamente capire quanto superfluo c'è nell'agitarsi quotidiano, quanto in fondo minimi siano problemi che ci vengono posti come epocali, quanto presto andranno nel dimenticatoio le polemiche che ci stanno appassionando in questi giorni e chi coinvolgono. Tra venti anni solo gli addetti ai lavori si ricorderanno chi erano i candidati in lizza per la carica di sindaco a Marciana Marina e a Porto Azzurro, ma è probabile che qualcuno "normale" si ricordi di tre elbani che "spensero" con i loro vestiti e ruzzolandolo nell'erba l'austriaco caduto dal cielo. Ed è giusto che così sia.
Pianosa Montecristo