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Coluccia: facciamo le aree marine protette e liberiamo le spiagge

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 12 maggio 2007

La presa di posizione della CNA sulle AMP mi è sembrata equilibrata e ragionata. Un “si” con delle condizioni negoziabili. Se a questa aggiungiamo la posizione degli Albergatori, di categorie come i pescatori, i centri Diving, il quadro è estremamente positivo per l’instituenda AMP. C’è un atteggiamento lontano da contrapposizioni pregiudiziali e c’è la volontà di capire e partecipare alla discussione con serietà e responsabilità pur partendo da punti di vista specifici, di categoria appunto. Anche il ruolo dei Sindaci, in particolare quello di Portoferraio, di farne un’occasione di discussione aperta, per far maturare con serenità e serietà una condivisione delle popolazioni locali è un contributo importante per ostacolare chi invece cerca di allarmare e suscitare paure nell’opinione pubblica elbana, agitando immagini e scenari da ultima spiaggia. C’è chi per scelta cerca di contrapporre gli interessi generali a quelli particolari invece di individuare nuove sintesi ed equilibri soddisfacenti per tutti. E’ una discussione che va condotta comunque senza smarrire gli obiettivi finali e fondamentali delle AMP: proteggere il mare da tutti quegli agenti che ne potrebbero compromettere l’integrità naturale, biologica e fisica. Si tratta di regolamentare le attività esistenti dimensionandole per quantità e qualità alla sostenibilità di uno standard di tutela stabilito scientificamente. C’è però l’esigenza di porre dei punti fermi e chiari, come mi sembra li abbia richiamati giustamente il Sindaco di Portoferraio nella risposta al rappresentante di AN. L’auspicio è che la mediazione con le varie categorie non debba comportare la rinuncia od uno svilimento degli obbiettivi di protezione e tutela del mare: dire no a qualsiasi zona A, senza tener conto degli indirizzi scientifici e in modo assoluto, è una richiesta priva di legittimità. Importante sarà la regolamentazione che nelle varie zone si prevederà e con la quale saranno indicate le attività sottoposte a disciplina o vietate perché incompatibili. E’ su queste che si è accesa la discussione ed il regolamento non potrà comunque derogare ai divieti generali previsti dalla Legge di tutela del Mare. Vorrei comunque sollevare una questione che attiene sia alle problematiche della futura AMP, sia alla questione di “tutela paesaggistica” degli ambienti marini. Mi riferisco alla necessità di una tutela specifica, paesaggistica e naturale, delle bellissime baie, golfi e cale che contornano la costa elbana. Ne cito alcune: la Biodola, Fetovaia, Cavoli, Fonza, Calenzana, Laconella, Norsi, Pareti, Morcone, Innamorata, Naregno, Mola, Barbarossa, Reale, Ortano, Frugososo, Nisportino, Nisporto. Possono essere considerate dei veri e propri gioielli, beni degni di tutela. Noi dobbiamo restituire a queste località una piena tutela della quota di mare e di terra racchiusi in esse, liberandole da tutta una serie di “occupazioni ed alterazioni” che si stanno dimostrando incompatibili, sia per gli arenili e tanto più per gli specchi d’acqua antistanti. Credo che sarebbe opportuno uno “specifico regolamento” per queste località, con la finalità di mantenerne un’integrità naturalistica e paesaggistica. E’ interesse anche per il turismo locale, per un turismo che intenda riqualificarsi come rispettoso della natura e competitivo proprio perché fa propria l’integrità e bellezza naturale dell’isola, un valore aggiunto dell’offerta turistica elbana, che a queste località, che non possono essere propagandate libere e allo stato naturale solo in cartoline e depliants, di assicurare adeguata protezione e che la balneazione in esse sia per davvero un luogo di godimento naturale, confortevole e agevole. Si dovrà cambiare filosofia ed riconvertire i Piani spiaggia alla nuova disciplina che sortirà dal regolamento dell’AMP, nel senso che non potranno essere un’occupazione privata strisciante degli arenili e degli specchi d’acqua per la gestione dei servizi alla balneazione, senza prima stabilire quali e quanti di essi siano compatibili e quali no con la tutela paesaggistica e naturale di queste località. In questi anni si è prodotta la proliferazione di attività senza controllo che stanno decisamente compromettendone l’integrità e riducendone lo spazio “pubblico”: 1) Un’indiscriminata estensione di campi boe, che porta ad occupare gran parte degli specchi d’acqua di queste aree, facendole divenire dei veri e propri “parcheggi” per una miriade di natanti piccoli e medi, con danni notevoli al fondo marino e limitando lo spazio, purtroppo non grande, alla balneazione. Inquinandone la superficie e l’aria con gli scarichi dei motori, per il continuo movimento delle imbarcazioni, tanto più, quando, connessa al campo boe, è prevista anche la corsia di atterraggio, con altro spazio occupato, compreso quello sull’arenile. Per analogia vorrei fare l’esempio di quando furono liberate dai parcheggi auto, Piazze bellissime, considerate beni artistici, come Piazza del Popolo a Roma e Piazza del Plebiscito a Napoli e restituite alla fruibilità dei cittadini e riconosciute come valori paesaggistici urbani e artistici degni di tutela. Anche lì si dovette fronteggiare l’opposizione di commercianti, parcheggiatori e tassisti, ma prevalse l’interesse generale di tutela artistica e di fruibilità libera del luogo da parte dei cittadini. 2) Sulle spiagge si sono progressivamente sviluppate una miriade di attività stabili o stagionali molto invasive ed occupanti fisicamente: noleggio patini, canoe, moto d’acqua, natanti a motore, sedi ombrelloni, punti di ristoro, concessioni di suolo, ecc. che in arenili con superfici limitate come sono quelle tipiche di queste baie, riducono notevolmente lo spazio pubblico e quello riservato ai bagnanti. Se sommiamo tutto ciò vediamo che garantire la stessa tutela naturale o la bellezza paesaggistica o godersi la balneazione, diventano difficili e a lungo andare impossibili, ecco perché necessita una specifica regolamentazione. Per questo è da ritenere urgente un intervento regolatore da parte delle autorità competenti, PNAT/AMP, Comuni, Capitanerie, Sovrintendenze, ecc che si basi su di una valutazione d’impatto ambientale e paesaggistico delle attività da introdurre in queste specifiche e ben individuate località. Giuseppe Coluccia


acquarilli spiaggia panorama

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