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Peria: no ai divieti per le auto, mettiamo le gambe al distretto di qualità

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 11 maggio 2007

Le considerazioni del Presidente Tozzi sulle auto all’Elba impongono una breve riflessione. Personalmente colgo lo stimolo propositivo di chi vuole sensibilizzare popolazione ed ospiti ad atteggiamenti responsabili e rispettosi dell’ambiente; mi sembrerebbe, al contrario, dannosa ed impraticabile l’ipotesi (che ritengo non fosse nelle sue intenzioni) di ipotetici e futuri limiti d’ingresso. Prima di tutto per un aspetto: con la politica dei divieti non si va da nessuna parte. Può essere invece importante cominciare a ragionare seriamente - fra Enti, con le categorie e con i cittadini - del come fare qualche sostanziale passo in avanti sul modello di sviluppo. E allora mi verrebbe da dire che le auto non si possono né bloccare, né contingentare, ma si possono e si devono diluire, perché sul nostro territorio più che troppe auto, ce ne sono troppo tutte insieme, nei mesi di luglio ed agosto, poiché nel resto dell’anno l’Elba non ha problemi di vivibilità. Come si fa? Destagionalizzando, superando cioè una stagionalità incentrata quasi esclusivamente sui mesi centrali dell’estate ed immaginando un’Elba spendibile turisticamente tutto l’anno. Per ottenere questo risultato bisogna tutti investire su un “turismo dei turismi”: dal turismo ambientale a quello sportivo, dall’enogastronomia alle fiere mercato, dalla cultura al termalismo al turismo sociale. D’altro canto i Comuni debbono puntare su un modello che guardi più alla qualità che alla quantità dell’offerta: in altre parole, in questa fase, è più utile favorire una riqualificazione vera delle strutture ricettive del territorio piuttosto che autorizzarne e progettarne di nuove. Serve poi una migliore e più coordinata politica dei trasporti pubblici e – perché no? - campagne si sensibilizzazione che consentano una crescita culturale e sociale delle nostre realtà. Ma la vera scommessa rimane comunque quella di riprogettare il modello di sviluppo socio-economico. Come dire: no ai divieti, si all’innovazione. A questo percorso abbiamo dato un nome: si chiama “distretto di qualità dell’Isola d’Elba”. Adesso si tratta di dargli le gambe.


peria sindaco

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