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Disastri e scaricabarili

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 12 novembre 2002

“I sottoscritti cittadini..abitanti nelle località Orti e Carpani, si trovano ancora una volta costretti a denunciare la gravissima situazione ..in conseguenza dello stato di abbandono in cui sono lasciati i fossi per il deflusso delle acque piovane… e pur prendendo atto del recente positivo intervento della regione sul torrente “Madonnina” si deve rilevare il completo disinteresse per: 1 - l’abbandono totale del grande fossato di Riondo, destinato alla raccolta di tutte le acque defluenti, ormai interrato per circa il 50% a favore di attività private, nel quale, tra l’altro, si raccolgono rifiuti maleodoranti di ogni natura; 2 - l’abbandono totale del fosso proveniente dalla Valle di Lazzaro, anch’esso ricettacolo di rifiuti di ogni genere; 3 - il mancato controllo delle pulizie dei fossi minori o eventuali modifiche apportati ai medesimi, nonché gli attraversamenti (peraltro insufficienti) della strada provinciale, malgrado le apposite ordinanze. I sottoscritti firmatari auspicano un deciso intervento (ecc. ecc.) e restano in attesa di una risposta dei fatti. Ringraziamenti e saluti”. 27.10.87 (seguono 44 firme) La petizione era conservata da un cittadino di quelli che “non buttano via niente”, cioè che conservano foto e documenti anche di vecchia data e ne siamo venuti in possesso, parlando appunto delle piogge torrenziali di settembre scorso. Nell’ottobre di 15 anni fa, dunque, ci si lamentava dei danni dovuti al maltempo ma anche alla dissennatezza. La pulizia dei fossi che, va sottolineato, è invece prevista e resa obbligatoria dalle disposizioni in materia. La pioggia intensa può avere effetti devastanti. Così è stato nel lontano 1951 (vedi foto) come alcuni anni fa quando subirono danni in particolar modo località del capoliverese. E sul bando degli accusati finirono un po’ tutti, a cominciare dagli amministratori pubblici non sempre attenti (diciamo così) alla gestione del territorio. Fossi, argini. Non sono più tenuti puliti come è necessario. In molti casi, sono scomparsi sotto l’azione delle ruspe per far posto a nuove costruzioni. O no? Non si osservano le normative? Chi deve farle rispettare? I Comuni? Ma i Comuni spesso hanno scaricato le responsabilità sulla Comunità Montana, “dimenticando” il contributo da loro dato attraverso i piani regolatori nel cambiare la faccia al nostro territorio. Lasciando edificare anche dove non sarebbe stato proprio il caso. E’ ancora vigente la legge 34 del 1994 che istituisce i comprensori di bonifica (l’Elba è bacino insulare)? Esiste un censimento dei fossi? Tra pochi giorni si svolgerà una conferenza indetta da Regione e Provincia per discutere del progetto di un piano integrato “per il governo del territorio”. Ci pare l’occasione propizia per stabilire le linee di una politica che guardi sul serio al futuro dell’Elba con interventi concreti di salvaguardia territoriale. Altro che Piani Strutturali, altro che nuove colate di cemento. E, per quanto riguarda i danni provocati dalle inondazioni, che siano rimborsati a chi ne ha veramente diritto e non ha dimenticato di osservare le leggi.


portoferraio carpani alluvione 1951

portoferraio carpani alluvione 1951