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L'elbana Valentina Lupi nuovo coordinatore provinciale degli insegnanti GILDA

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 08 maggio 2007

Una realtà per il momento davvero piccola quella degli associati alla Gilda degli Insegnanti della provincia di Livorno, ma una realtà che si ripromette di crescere e di diventare significativa nel tessuto della scuola locale, che anche in campo sindacale ha dovuto spesso e volentieri mutuare dal continente consulenti in grado di poter aiutare i docenti a muoversi per adempiere ai vari impegni burocratici e no che i C.S.A. ed il Ministero impongono. Il caso ha voluto che, per ragioni di lavoro, una nostra concittadina venisse a contatto con una delle sedi Gilda meglio organizzate in Toscana, quella di Arezzo, e che da tale incontro scaturisse l’idea di rendersi disponibile come coordinatore Gilda per la provincia di Livorno. Valentina Lupi ha scelto così di aderire a quella che è in Italia l’unica Associazione Professionale di docenti, un’associazione che, indipendente da tutti i partiti e trasversale, ha a cuore la valorizzazione del “lavoro d’aula” e che è contraria alla logica della scuola azienda. E’ proprio lo spirito corporativo (a cui rinvia il nome di sapore medievale) e l’affermazione forte di un’identità professionale la caratteristica che più ha convinto Valentina Lupi. “Chi lavora nella scuola sa quanto è divenuto difficile insegnare e conosce perfettamente la situazione catastrofica dal punto di vista pedagogico in cui i docenti si trovano ad operare. Chi sceglie di fare l’insegnante non lo fa certo per soldi, perché il nostro stipendio non è adeguato alle competenze che ci vengono richieste e alle enormi responsabilità di cui veniamo investiti dal punto di vista educativo. Spesso gli insegnanti, anche i più motivati, anche quelli che credono profondamente nel loro lavoro, si ritrovano a chiedersi chi glielo fa fare di lottare da soli contro i mulini a vento. Ecco che la Gilda viene, almeno nelle sue intenzioni, a rispondere a questa solitudine dell’insegnante e lo riporta a sentirsi parte di una associazione che condivide con lui i problemi, ma che ha ancora voglia di provare a dire la sua e a reagire contro il disfattismo ed a quell’atteggiamento rinunciatario imperante tanto nel mondo della scuola quanto nella nostra società”. “Mi aspetta un lavoro difficile - continua – e spero di trovare collaborazione e disponibilità tra i miei colleghi, soprattutto tra quei precari di cui ho fatto parte fino alla scorsa estate e che affrontano ogni anno l’incubo delle graduatorie, delle nomine, degli incarichi di breve durata e che spesso sono costretti ad adeguarsi alle situazioni più disparate e disagevoli. Da parte mia posso garantire il massimo impegno e l’aiuto costante dei consulenti legali di cui si avvale l’associazione”.


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