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Controcopertina: La luce che spegne le stelle ed inquina la terra

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 04 maggio 2007

Riportiamo in cronaca la lettera che l'associazione Astrofili Elbani ha spedito alle istituzioni per spiegare come è possibile ridurre l'inquinamento luminoso, riducendo così inutili sprechi e ammirando meglio la luce delle stelle. Nella sezione AMBIENTE del nostro giornale riportiamo per intero le osservazioni dell'associazione. In primo luogo esprimiamo il pieno apprezzamento per il dibattito pubblico tenutosi nella sera del 26/4/2007 alla Caserma De Laugier in Portoferraio fra Istituzioni e cittadinanza; l’argomento “progetto Elettrodotto Enel/Terna” tocca così da vicino gli interessi degli Elbani che era davvero auspicabile l’ideazione e la realizzazione di un’occasione di chiara informazione alla comunità da parte delle istituzioni e il dare l’opportunità ai cittadini di esprimere liberamente le proprie opinioni, cosa che è successa nell’incontro in questione. Cogliamo l’occasione altresì per portare un nostro modesto contributo alla discussione su cosa fare o non fare in relazione al progetto dell’elettrodotto, basandoci sulla nostra esperienza di osservatori amatori degli astri e sull’impatto devastante che un uso dissennato dell’illuminazione pubblica e, naturalmente, privata porta alla qualità del cielo notturno dell’Elba; fino a pochi anni fa c’era la convinzione da parte di molti che quello dell’inquinamento luminoso fosse solo una “fissa” di pochi sparuti romantici osservatori notturni, ma già da tempi non sospetti gli astrofili, anche qua sull’Isola, mettevano in guardia dai guasti di una eccessiva illuminazione non solo per quello che riguardava la visibilità degli astri –argomento che, siamo i primi a riconoscerlo, non a tutti è detto che interessi, come è giusto e sacrosanto che sia- ma anche per l’enorme spreco di energia e l’inquinamento vero e proprio in termini di produzione ed emissione di gas serra –e questi ci pare siano argomenti che interessino TUTTI, sia in termini di tasche che di salute- che questo uso naturalmente determina. Basandoci sui dettami della Legge Reg. Toscana del 21/3/2000 n. 37 ed in particolare sull’allegato C (art. 11, comma 1) dove sono esplicati i criteri per la progettazione, realizzazione e gestione di impianti di illuminazione esterna in materia di inquinamento luminoso e risparmio energetico, dal 2002 la nostra associazione ha spedito più volte missive ai vari Comuni Elbani e, per conoscenza, a Parco e Regione Toscana (nella figura dell’assessore all’ambiente) per segnalare tutte le situazioni difformi da quei dettami, ma abbiamo avuto pochi e deboli riscontri; sono pochissimi i casi positivi (da segnalare la nuova illuminazione del centro di Capoliveri, realizzata con luci a risparmio energetico, rivolte totalmente verso il basso) e spesso riguardano solo nuove installazioni, mentre poco o niente si è fatto per eliminare o sostituire impianti di illuminazione esistenti che talvolta si prefigurano come veri e propri “killer” del “povero” cielo notturno elbano, oltrechè rappresentare un notevole spreco di energia, ciò andando in direzione totalmente opposta agli intenti di Protocollo di Kyoto e Agenda 21, sulle limitazioni delle emissioni di gas serra nei prossimi anni. Che anche l’eccessiva illuminazione notturna dell’Elba, ed in particolare di Portoferraio (a testimonianza di ciò, foto da satelliti artificiali riprese da grandissima distanza), contribuisca ai “picchi” di consumo di energia ricordati durante l’incontro del 26/4 di cui sopra o che comunque contribuisca a creare una situazione di consumo in cui davvero è necessario l’ammodernamento ed il potenziamento della rete elettrica proposto da Enel/Terna? Sicuramente in qualche modo questi consumi contribuiscono, in fondo sull’Isola si può parlare di vero e proprio inquinamento luminoso, e quindi di un aumento via via crescente della domanda di energia utilizzata a tal scopo, da 25 anni circa. Crediamo che anche in assenza di limiti strettamente vincolanti in materia - e purtroppo così vincolante la L. R. n. 37 del 21/3/2007 non lo è in quanto questa riguarda le zone dove sono siti osservatori astronomici - basterebbe l’applicazione di un minimo di buon senso nella progettazione e realizzazione di nuovi impianti di illuminazione, ma ancor più importante e prima di questi, bisognerebbe iniziare a sostituire laddove possibile i vecchi impianti che diffondono parte della luce verso l’alto, o che sono inefficienti o – cosa che potrebbe esser fatta da subito senza spendere una lira - diminuire di numero gli impianti illuminanti che in certe zone sono veramente in eccesso (ad es. i lampioni messi “a doppio” in Calata e per tutta Via Carducci e Via Manganaro a Portoferraio - che per giunta diffondono, sprecandola, buona parte della luce inutilmente verso l’alto – e i fortissimi fari a luce bianca posti da Natale 2006 inspiegabilmente sotto i già esistenti e sufficientemente illuminanti lampioni in Via Mascagni, traversa tra Via Carducci e V.le Elba, sempre in Portoferraio; come non ricordare poi i potenti fasci di luce rotanti diretti verso il cielo “sparati” da locali notturni come il Decò a Capoliveri o il Morumbì, nel Comune di P. Azzurro). Ricordiamo a tal riguardo come anche in assenza di una vera e propria Legge nazionale, ma appunto basandosi su Leggi Regionali alcuni Comuni in Italia hanno da anni intrapreso un cammino di regolamentazione sulla questione e così abbiamo realtà come quella di Frosinone (Lazio), la quale, dotatasi di strumenti contro questo problema, con la messa a norma del 60% circa dei lampioni stradali e la quasi completa eliminazione dei globi luminosi a diffusione libera, ha ridotto il consumo di energia del 30%; “.....Dall’alto la città appare più buia di altre minori circostanti, ma le strade sono illuminate meglio. Non sono aumentati nè i reati, nè gli incidenti stradali, anzi, in questo senso l’Amministrazione comunale è stata addirittura ringraziata da utenti della strada abituali, come i dipendenti CO.TRA.L. per il notevole miglioramento della visibilità a terra e del comfort nell’osservazione dell’ambiente notturno” (tratto da un articolo del prof. Paolo Maffei, apparso sulla rivista “l’Astronomia” del marzo 2002). Altra realtà interessante è pure il Comune di Civitavecchia.


rio marina torre di notte panorama

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