Il 26 aprile il Sindaco con alcuni Assessori del Comune di Portoferraio ed il Presidente della Comunità Montana si sono incontrati, sul tema dell’elettrodotto, con i Comitati che si sono costituiti spontaneamente e con la popolazione. Nell’incontro è emersa la forza morale di due elbani, Roberto Peria ed Umberto Mazzantini, che hanno saputo guidare e valorizzare le rispettive organizzazioni contro l’ENEL, in un gioco che somiglia a quello di Davide contro il gigante Golia. Golia era rappresentato però non solo dalla multinazionale ’ENEL, ma anche dalla superficiale ignoranza delle istituzioni (la Regione Toscana, la Provincia di Livorno, la passata gestione del Parco dell’Arcipelago, gli altri Sindaci dei Comuni elbani di ogni colore) e dall’ignoranza (meno colpevole, ma pur sempre colpevole) degli imprenditori operanti sull’Elba e della popolazione elbana. I meriti di Roberto Peria ed Umberto Mazzantini vanno riconosciuti pubblicamente! Legambiente è stato l’unico soggetto che lucidamente ha posto fin dal 2001 il problema dell’elettrodotto e l’ha portato avanti, nei limiti delle proprie possibilità, fino a far accogliere il suo punto di vista presso alcuni livelli decisonali, quali la Regione Toscana. Il Comune di Portoferraio ha saputo motivare il suo staff tecnico per rispondere all’ENEL, non sul piano politico (perché destra e sinistra di potere, politicamente, si assomigliano troppo), ma sul piano tecnico: il rispetto della legalità, il rispetto dei vincoli del territorio. E questa tattica del “Davide” Peria è stata finora vincente, nel senso che ha spostato ad altri livelli (legale, di dibattito di popolazione e, soprattutto, di contrattazione con l’ENEL) il conflitto. Non è da tutti avere la lucidità della comprensione e della descrizione degli effetti dell’ecomostro-ENEL ed il coraggio delle proprie azioni dimostrato da Roberto Peria! Ma, nonostante ciò, è apparso che lo sforzo delle istituzioni “buone” (Comune di Portoferraio, Ente Parco, Comunità Montana) rischia di essere una battaglia difensiva “di retroguardia”, se manca la consapevolezza dell’urgenza dei problemi sul tappeto da parte di “Golia”. Anche perché il problema energetico non è il solo ed altri “picchi” d’intollerabilità gli assomigliano troppo, quali l’acqua, i rifiuti, la politica dei prezzi dei traghetti imposta dai privati a fronte dell’inefficienza pubblica etc. E’ emerso soprattutto che i Comitati vogliono chiarezza ed, in questo senso, ancora una volta Roberto Peria ha risposto a quest’attesa: rappresentanti dei Comitati possono accedere agli atti comunali e confrontarsi con gli aspetti tecnici del problema ENEL. Una trasparenza del genere da parte di amministrazioni pubbliche è inusuale nel territorio elbano! Questo Comitato vuole, allora, contribuire a questo sforzo di chiarezza raccogliendo uno stimolo lanciato ancora una volta da Roberto Peria: il problema energetico è un problema ecologico che interessa la sopravvivenza del Pianeta Terra e non è solo il problema dell’ecomostro dell’ENEL. Questo problema ecologico è causato dal “modello di sviluppo” cui noi Occidentali continuiamo stupidamente ad aderire coinvolgendo il mondo in un sistema globale di produzione, di distribuzione e di consumo. La prima responsabilità è, dunque, di Bush e dei suoi “amici” europei! E non tanto perché Bush non ha firmato l’accordo di Kyoto (sia chiaro che l’accordo di Kyoto è, anche lui, un accordo difensivo “di retroguardia”, che tampona, là dove occorre un intervento chirurgico) o perché gli “amici” di Bush (i politici italiani, di destra o di sinistra, hanno fatto la gara nel vantare la propria fedeltà all’amicizia con Bush piuttosto che con la nazione americana) se ne sono strafregati degli impegni presi firmando l’accordo di Kyoto. E non tanto, ancora, perché le Società petrolifere, prime sostenitrici di Bush, sono state in prima fila nel finanziare ricerche “scientifiche” che dovevano affermare che l’effetto serra non esisteva e che comunque la responsabilità dell’uomo era scarsa. Quanto, piuttosto, per l’ostinata difesa del “modello di sviluppo”! Il presidente Bush ha infatti vinto ben due mandati presidenziali soprattutto affermando che avrebbe difeso a tutti i costi i livelli di vita dei suoi connazionali, anche se questo significava, ad esempio, ricavare energia o alimenti dal disboscamento dell’Amazzonia (che, come la Padania, rischia nei prossimi anni di diventare un deserto). Siamo un unico sistema sulla Terra ed abbiamo la responsabilità di consumare quello che è stato prodotto in modo da non inquinare; abbiamo la responsabilità di consumare poco, di consumare possibilmente quello che è stato prodotto localmente, di consumare in modo informato, di consumare in pace. Sono le multinazionali e la produzione globale i nostri nemici che apparentemente ci facilitano la vita e ci rubano il futuro. Se non salvaguardiamo la produzione e la distribuzione locale, saremo (noi ancora di più, in quanto isola) vittime dell’ENEL o di chi ci impone quanto dobbiamo pagare per i trasporti o quello che dobbiamo mangiare o quant’altro. Ragioniamo su come ci comportiamo! Il “modello di sviluppo” ha prodotto l’effetto serra, per cui l’inverno è scomparso e l’estate è diventata ancora più torrida. Qual è la soluzione del “modello di sviluppo”? I condizionatori! Che aggravano il problema energetico e, quindi, l’effetto serra e, quindi, il caldo! Ragioniamo! Se il problema emergente all’isola d’Elba (ma anche nel resto d’Italia) è il rischio di black out da uso diurno di condizionatori (o di scaldabagno elettrici o, comunque, dell’elettricità), la soluzione del “modello di sviluppo” non è di obbligare chi consuma troppa elettricità (ad esempio, gli alberghi o le fabbriche, ma anche i privati cittadini) a prodursi autonomamente l’energia necessaria, ma di far ricadere il prezzo sul resto della comunità “onesta”, coi rincari ENEL prevedibili e con gli ecomostri degli elettrodotti! Davide sconfisse Golia mirando con la fionda in mezzo agli occhi del gigante. Gli occhi di Golia sono il “modello di sviluppo”. Non c’è alternativa allo sviluppo della riflessione sulle nostre scelte, che, nel nostro piccolo, significa “mandare a casa” amministratori che continuano a mostrasi non responsabili con la loro assenza, col loro campanilismo, con la loro aderenza “al modello di sviluppo”. Significa confronto sui problemi dell’Elba a partire dall’Elba e dalle esigenze dell’isola nel suo complesso. Significa consumo responsabile. Significa che solo la moltiplicazione dei Comitati su tutto il territorio elbano può garantire la difesa dell’isola. Significa che dobbiamo muoverci per non rimpiangere quello che la nostra passiva ed inerte stupidità ci suggerisce di fare. Nello specifico dell’elettrodotto, allora, qual è il nuovo modello proponibile? E’ quello di rovesciare i termini del problema. Bisogna partire dalla produzione e distribuzione locale dell’energia guardando al futuro (al possibile immagazzinamento, ad esempio, dell’energia con l’idrogeno). I Comuni dovrebbero collaborare con la Comunità Montana all’elaborazione di un piano energetico comprensoriale, che parta dall’investimento nel proprio territorio e dall’uso di spazi destinati alla produzione-distribuzione di energia pulita (solare, fotovoltaico, biomasse, minieolico, energia marina etc). La Comunità Montana potrebbe allora, da un punto di forza, contrattare sulla compartecipazione all’uso del metanodotto che passa vicino al territorio elbano e, soprattutto, potrebbe contrattare con l’ENEL (ma, in ultima analisi, con lo Stato italiano, da cui l’ENEL ricava i finanziamenti per opere quali l’elettrodotto) un “nuovo modello di sviluppo”, che preveda la riconversione dei fondi previsti per l’elettrodotto nello sviluppo delle iniziative locali, oltre che nell’interramento “schermato” dei tratti di linea elettrica che passano vicino alle abitazioni. Non abbiamo alternative: la siccità avanza, è il primo segno delle catastrofi che ci aspettano se continuiamo a tenere la testa sotto la sabbia. Occorre avere il coraggio di guardare al futuro, in modo che non saremo costretti a rimpiangere, tra qualche tempo, il Sindaco Peria e chi, come lui, ha il coraggio delle proprie azioni!
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