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La ragione del Partito Democratico

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 26 aprile 2007

L’ Italia ha bisogno di aprire un ciclo riformista per questo l’Italia ha bisogno di un partito della riforma e dell’ innovazione. Ecco secondo noi la ragione vera del Partito Democratico. Dobbiamo evitare dibattiti esclusivamente nominalistici sull’ unione delle forze di progresso del ‘900 oppure addentrarci nell’ elenco dei leader del passato da inserire in un Pantheon di riferimento, dobbiamo stare lontani da residui ecumenici per cui nelle radici del PD ci mettiamo tutto e il contrario di tutto. Dobbiamo evitare questa deriva perché c’è un rischio che sta davanti a noi e si chiama spaesamento culturale ed un non definito ancoraggio alla questione vera che dobbiamo affrontare, quale partito per il futuro del nostro paese e delle nuove generazioni. Le forze democratiche e socialiste di tutta Europa da anni fanno i conti con la crisi del modello social democratico, quel sistema di compromesso che chiudeva nei confini nazionali tutte le politiche e che sulla base delle condizioni date fu capace di costruire quel compromesso tra capitale e lavoro, fondato essenzialmente sulla crescita e sui diritti. Oggi il mondo è estremamente cambiato, nuovi soggetti si affacciano sulla scena globale, la Cina, l’India, il Brasile i meccanismi esclusivi della spesa pubblica e dell’ indebitamento non sono più in grado di mantenere un quell’ intreccio moderno di libertà e giustizia, producendo talvolta inefficienze e corporativismi improduttivi. La verità è che se è vero come è vero che lo Stato Sociale è stata la più grande invenzione del secolo scorso è anche vero che dal ’79 all’89 è nata una nuova destra neoliberista che ha interpretato una società dei consumi che richiedeva maggiore libertà. La sinistra tradizionale, con qualche ritardo, si è reinventata, ha innovato le proprie proposte andando al di la del tradizionale recinto socialista per rispondere alle medesime domande che promanavano da una nuova società: la società degli individui. Ecco che in Italia non si tratta di mettere insieme tradizioni gloriose del ‘900 ma di produrre un grande sforzo di idee e di proposte che facciano i conti con il mondo moderno. Noi siamo un paese che necessità di riforme, un paese dove c’è poca mobilità sociale, dove la famiglia d’origine determina ancora troppo il destino dei giovani e delle donne, bassa produttività, molti corporativismi, varie rendite di posizione ed una politica che riproduce questa frammentazione per certi versi aggravandola. Siamo anche un paese che in parte è pronto al cambiamento, ad investire, a rivedere le spese storiche dei bilanci che hanno generato diritti ma anche esclusioni, che vuole premiare il merito. Noi oggi dobbiamo dire con chiarezza che c’è una nuova dicotomia che si chiama cambiamento-conservazione che divide trasversalmente gli schieramenti politici e i soggetti sociali. C’è conservazione nel centro destra e nella destra ma ci sono istinti conservatori anche in una certa sinistra. C’è un sindacalismo innovatore pronto al cambiamento ma c’è anche un sindacalismo conservatore, c’è modernità nelle categorie produttive, così come istanze più difensive. Dobbiamo capire le ragioni e i motivi di chi più o meno legittimamente si sente stretto di fronte a processi di apertura del mondo moderno sapendo che quelle preoccupazioni si governano meglio guardando al futuro e non al passato. Per queste ragioni c’è bisogno di un partito della riforma e dell’ innovazione, che metta al centro una proposta visibile e distinta dai vari conservatorismi che si annidano nella politica italiana a destra, come a sinistra, capace di costruire un’ alleanza della modernizzazione tra lavoro, impresa e cultura. Un sistema politico con meno partiti e quindi con partiti più forti e rappresentativi, la libertà come valore fondamentale, le pari opportunità e non l’egualitarismo, il valore del lavoro ma non il classismo, il tema dell’ iniziativa privata e dell’ individuo, una società più aperta più ricca di concorrenza, di conoscenza, di cultura e quindi più giusta; ecco i valori fondamentali su cui costruire politiche concrete ai vari livelli istituzionali e amministrativi, ecco il cuore della rivoluzione liberale di cu c’è bisogno. Solo un ancoraggio di valori e di proposte che parla ai problemi veri del nostro paese ci consentirà di fare un partito grande, radicato, che svolge una funzione storica di trasformazione e di mutamento. Solo se il Partito Democratico sarà e verrà percepito come il partito del cambiamento sarà forte e credibile. Con i congressi di DS e Margherita si apre una stagione affascinante e ricca di passione civile. In ogni comune e a livello territoriale apriremo una fase costituente aperta e partecipata con singoli cittadini, associazioni, organizzazioni sociali ed economiche, una domanda pubblica di adesione che segni una svolta vera di partecipazione e di discussione sul futuro dell’ Italia e del nostro territorio. Mettiamoci in cammino questo è il tempo del rinnovamento del nostro paese. Matteo Tortolini Segretario Federazione DS Val di Cornia-Isola d’Elba Marco Macchioni Responsabile Margherita Val di Cornia Roberto Pacini Responsabile Margherita Isola d’Elba Carlo Torlai ( Nuova Piombino)


quarto stato pellizza da volpedo

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