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La Margherita - l'Ulivo: provvedimenti per la siccità

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 26 aprile 2007

Il 40% in meno delle piogge, le portate dei corsi d’acqua dimezzate, gli invasi ridotti, eccetto il Lago di Bilancino. Si va verso lo stato di crisi idrica. D’Angelis:“Affrontare l’emergenza riducendo gli sprechi. In Toscana, sommando tutti i consumi di acqua, è come se vivessero 12 milioni di abitanti anziché 3,5. Ogni toscano consuma 257 litri al giorno” “Basta affacciarsi dalle sponde dei nostri fiumi per verificare lo stato di crisi idrica. La mappa della situazione idrica dell’Arno e degli altri fiumi toscani, dal Cecina al Serchio e ai corsi minori, rivela livelli critici e scorrono al 50 per cento delle portate invernali storiche. Colpa dell’inverno che non c'è stato e di un 2007 che passerà alla storia come il più caldo dal 1800”. E' quanto afferma Erasmo D’Angelis (Margherita), Presidente della Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Regionale. “Ma è ormai dal 1980 che l’Arno registra una riduzione significativa della propria portata media invernale rispetto ai precedenti 50 anni di osservazioni – continua D’Angelis - Stando, infatti, ai dati dell’Autorità di Bacino, alla stazione di Sabbiano, bacino “naturale”, poco antropizzato e privo di attingimenti per l’agricoltura e nel quale, dunque, l’effetto dei mutamenti climatici è più significativo, la portata media relativa al periodo 1° gennaio - 6 marzo 2007 è di 9,7 mc/s. Un dato particolarmente allarmante se si considera che la media relativa agli anni 1930-1980 è di 31,6 mc/s, quella relativa al 1981-2006 è di 17,5 mc/s e quella al 2006 è stata di 11,8 mc/s. Una progressiva diminuzione causata da una diminuzione delle precipitazioni, e sopratutto della loro diversa distribuzione nel tempo, verso un regime più intenso e intermittente che penalizza il bilancio e la fruizione della risorsa a livello annuale. L’aumento delle temperature, inoltre, comporta una maggiore evaporazione e traspirazione”. Per D’Angelis, inoltre, “la Toscana ha registrato una riduzione delle piogge di circa il 40 per cento rispetto all’inverno meno piovoso come quello del 2002-2003, e ciò sta portando ad una situazione di crisi idrica per l’approvvigionamento idropotabile gran parte del territorio regionale, dalla Maremma al livornese, ad eccezione dell’area centrale Firenze-Prato-Pistoia servita dal lago di Bilancino, una vera ciambella di salvataggio. E’ allarme siccità nel bacino del Cecina col fiume quasi in secca e le falde ai minimi storici; rischia la zona del Chianti con i corsi d’acqua come Greve e Pesa in situazioni critiche; il bacino del Serchio che disseta un quarto della popolazione toscana registra dati allarmanti: nel mese di aprile sono caduti appena 4 millimetri di pioggia contro una media intorno ai 100”. “E’ del tutto evidente che siamo di fronte a scenari anomali causati dall'accelerarsi dei mutamenti climatici – spiega D’Angelis - E’ purtroppo un’emergenza destinata a durare nel tempo e occorre agire con decisione e urgenza sugli usi, evitando abusi e sprechi nei consumi domestici ma soprattutto in agricoltura e nell’industria dove bisogna passare ad una cultura del riciclo. Non è più possibile continuare a sprecare acqua: in Toscana sommando tutti i consumi di acqua per uso civile, agricolo, zootecnico e industriale, è come se vivessero 12 milioni di abitanti anziché 3.5 milioni. Ne consumiamo complessivamente 257 litri al giorno a testa. Deve crescere la consapevolezza di un bene non illimitato e il tema del risparmio idrico è prioritario insieme all’aumento di risorse per garantire interventi di manutenzione delle nostra rete di distribuzione con troppi buchi, che perde mediamente il 27 per cento di acqua (contro una media nazionale del 42), a campagne di informazione e educazione sull'uso corretto dell'acqua, alla diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo e per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico come suggerisce anche Col diretti, perché solo per innaffiare i campi in Toscana si sparge il 60% d'acqua in più di quella effettivamente richiesta”. Infine, per D’Angelis “non possono più essere rinviati interventi strutturali per realizzare piccoli invasi che ci consentano di immagazzinare acqua durante l’anno”. Regole contro la siccità: 1. selezionare i prodotti dell’agricoltura sulla base delle caratteristiche climatiche, geologiche e idrologiche del terreno piuttosto che sulla base degli incentivi elargiti o di una poco attenta rincorsa al mercato. Che senso ha in Toscana, ad esempio, sostituire la vite con il kiwi, molto più idroesigente? O piantare frutteti su terreni argillosi, dove la richiesta d'acqua può passare da 100 a 1000 m3 per ettaro? 2. pianificare con attenzione l'ampiezza delle colture riducendo le quantità che finiscono al macero. 3. favorire la microirrigazione (a goccia, a zampillo, a spruzzo, a nebbia): è la tecnica irrigua che permette di realizzare i risparmi più consistenti (anche del 30%) distribuendo piccole quantità di acqua in maniera localizzata e diluita nel tempo facilitandone l'assorbimento. 4. mappatura delle falde idriche regionali: quando si trovano ad una profondità raggiungibile dalle loro radici, le piante ricavano direttamente, riducendo la necessità di irrigazione, l'acqua per il loro fabbisogno. 5. utilizzo di strumenti della tradizione contadina come l'istallazione di siepi, molto diffuse in passato e sacrificate ai metodi agricoli intensivi, che servono da barriere frangivento, e dunque riducono l'evaporazione e facilitano la formazione di rugiada 6. ridurre perdite nelle reti acquedottistiche (in media un terzo dell'acqua). 7. nel settore industriale ridurre i consumi, riciclare le acque piovane o quelle di scarico delle città opportunamente depurate. 9. ridurre i numerosi sprechi domestici


siccità pianta malata

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