Continuano, come sempre, gli abbandoni di cani. Il progetto sul potenziamento dell'anagrafe canina, finanziato dalla Regione con 22000 euro, ha prodotto un "controllo a campione" su, si è dichiarato, 250 animali (forse 1/15 dei quadrupedi dell'isola). Risultato: all'Elba i cani sono per la maggior parte regolarmente registrati(!) E allora com'è che ogni volta che viene abbandonato o si perde un animale non c'è traccia di tatuaggio o microchip? E che dire dei Vigili Urbani ai quali sono stati consegnati i lettori digitali, ma che non hanno ricevuto nessuna formazione su come avvicinare e gestire il cane randagio, spesso diffidente, talvolta ammalato o ferito? Chi deve intervenire al momento della segnalazione? I Vigili e la ASL, naturalmente, con i potenti mezzi messi a disposizione dalle amministrazioni elbane. E così i comuni isolani, come sempre, fanno affidamento sulla presenza delle associazioni di volontariato ed è prassi comune chiedere assistenza a noi o all'Enpa. Quando però lanciamo un progetto teso a favorire le adozioni dei randagi, fondamentale per alleggerire il carico alle stesse amministrazioni, partecipano all'incontro due comuni su otto (Rio nell'Elba e Capoliveri). E per quanto riguarda il canile comprensoriale? Un percorso amministrativo e burocratico costellato di rinvii, di documenti incompleti e scadenze disattese. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: forse un anno di ritardo sui tempi previsti per la realizzazione di una struttura che la legge (e non pochi esaltati animalisti) pretende. Per qualcuno è tutto normale: è così che vanno le cose nella pubblica amministrazione. Per noi invece è gravissimo che ci si dimentichi di allegare una perizia o che non si conoscano le procedure per presentare un documento, producendo ritardi che aggravano il danno a carico di tutti gli elbani. Ci auguriamo che non esistano altre interpretazioni al di là della "competenza" di qualche tecnico comunale, così come ribadiamo che il nostro impegno e lo sforzo che stiamo sostenendo a favore, in definitiva, dei comuni elbani, non è a tempo indeterminato. Forse aveva ragione chi ci diceva che la nostra attività solleva le amministrazioni dalle loro responsabilità. In mancanza di segnali di partecipazione da parte istituzionale faremo in modo di rimettere ai nostri sindaci i doveri che a loro competono.
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