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Comitato Valle di Lazzaro: i tralicci dell'Enel sono un attentato alle bellezza dell'isola

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 20 aprile 2007

Il 13 aprile 2007 è stato costituito in località Valle di Lazzaro, nel comune di Portoferraio, un Comitato di cittadini col precipuo scopo di tutelare l’ambiente in cui vivono e l’Elba intera dal progetto della linea ad alta tensione ENEL. La Valle di Lazzaro è circondata da boschi ed è ancora per buona parte coltivata a vigna ed orto, vi si trovano alcuni agriturismo con produzioni locali di pregio. L’alto valore paesaggistico e l’antica integrazione tra attività umane e ambiente naturale e agricolo merita da parte delle Istituzioni un’attenzione che in questa occasione è certamente mancata. I residenti, informati dell’installazione di tralicci a progetto esecutivo, non solo si dichiarano fermamente contrariati a ciò che ci appare come una vera e propria violazione nell’intimità delle nostre abitazioni, ma dichiarano fin da subito che è loro intenzione opporsi a tale progetto in tutti i modi legittimi e non violenti che la legge consentirà. Dichiariamo anche la nostra indisponibilità a soluzioni riduttive d’impatto ambientale ma che comunque prevedano l’impianto di nuovi tralicci elettrici, così come in futuro sapremo essere vigili riguardo a qualunque progetto che minacci l’integrità e la bellezza della nostra valle e della nostra isola. Riteniamo per molti motivi inconcepibile pensare un progetto come quello presentato dall’ENEL e paradossalmente approvato in sede di Conferenza di Servizi proprio dagli enti territoriali preposti alla tutela e valorizzazione del territorio; ne elenchiamo solo i più macroscopici: 1. Ricordiamo che la nostra isola si trova all’interno del parco marino più grande del Mediterraneo e che da molti anni stiamo aspettando segnali in questo senso. E’ possibile che un territorio come il nostro, ritenuto per legge nazionale ed europea tanto importante da un punto di vista ambientale da inserirlo in una delle aree protette più interessanti a livello mondiale, sia poi costellato di tralicci elettrici come una qualsiasi periferia di una qualsiasi città industriale? 2. Forse le Istituzioni che hanno deliberato non furono consapevoli di attentare al patrimonio più importante, all’unica risorsa che dà da vivere alla gente dell’isola: la sua bellezza. Prima di prendere qualsiasi decisione che comprometta pesantemente il nostro territorio bisogna pensare anche all’economia, noi viviamo proprio grazie alla bellezza del nostro ambiente e alla trasparenza del nostro mare: non vanno toccati se non per migliorarli. E noi sentiamo che è nostro dovere difendere la terra in cui viviamo e sulla quale vogliamo continuare a vivere accogliendo chi, più sfortunato di noi, vive tutto l’anno esattamente tra i tralicci, i gas di scarico delle auto e delle industrie. 3. Che la necessità di queste strutture nasca dalle aumentate richieste energetiche è prima di tutto motivo non convincente e in secondo luogo la soluzione proposta appare miope e dannosa più del rimedio. Non è convincente perché per sopperire ai picchi di qualche settimana d’agosto dovremmo passare da 32.000 a 132.000 volt il che, anche a naso, sembra piuttosto una sovrastima, ma anche se ciò fosse necessario vogliamo ricordare di nuovo i termini della questione: nella nostra area, a rigore di legge sulle aree protette, dovrebbero essere incentivate tutte quelle strategie tecnologicamente innovative che consentano il risparmio energetico e la produzione autonoma, capillare e da fonti rinnovabili di energia pulita. Noi sappiamo che ciò è tecnicamente e velocemente possibile, certamente ci aspetteremmo che le Istituzioni agevolino e indirizzino questo processo: di fronte a tutto ciò noi viviamo come un vero e proprio insulto il loro proporci degli obsoleti tralicci metallici. Ciò premesso auspichiamo che: 1. Il Comune di Portoferraio, l’unico dell’isola ad essersi da sempre opposto a questa opera, e la Comunità Montana continuino a svolgere in tutte le sedi istituzionali e in tutte le modalità possibili, la loro opera di contrasto al progetto. 2. Gli altri comuni dell’isola riflettano sui gravi danni al loro territorio che avrebbe una tale opera, si facciano un’unica voce per ritornare su una decisione della quale probabilmente non si erano valutate appieno le gravi conseguenze. Stesso appello rivolgiamo alla Regione Toscana che in questo caso sentiamo lontana, troppo lontana. 3. All’interno della stessa ENEL, dove insieme a meri calcoli economicistici crediamo sopravviva un cuore di eticità, si ritrovi la saggezza di scelte in linea con la tutela paesaggistica e della salute dei cittadini. Questa grande impresa crediamo possa ritrovare l’orgoglio di fare il proprio lavoro con lungimiranza, senza confliggere con le sensibilità ambientali degli utenti. 4. Ma soprattutto chiediamo al nuovo Presidente del Parco Nazionale e a tutto il Consiglio Direttivo, di tornare su una decisione a nostro avviso gravissima che a breve termine potrà rivelarsi deleteria della loro stessa immagine e credibilità. Abbiamo bisogno di un’istituzione libera, di cui potersi fidare e affidare per la protezione e la valorizzazione della nostra isola, e non ci pare utopia vedere questo Ente alla testa di un rinnovamento culturale e tecnologico per una più alta qualità della vita, che sia da esempio per tutta la nazione e ammirato oltre i confini italiani. 5. Che si costituiscano altri comitati di cittadini per riflettere e pacificamente, seriamente e senza pregiudizi, discutere del destino della terra in cui vivono, alto esempio di socialità che crediamo sia la base di una democrazia matura . Noi amiamo il luogo in cui viviamo e siamo felici di poterlo condividere con chi sa apprezzare la sua bellezza, altrettanto decisamente sapremo combattere a lungo e con determinazione chiunque tenti di sporcarlo.


tralicci enel elettrodotto

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