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A Sciambere della lettera ad una Rossa

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 18 aprile 2007

Cara Rossa In queste ore stai andando a Livorno per raccontare in tribunale quello che hai saputo di una storiaccia di graniti cinesi di fotocopie appiccicate sui registri di cantiere compilati come tornava meglio o non compilati affatto. Ma non entrerò nel merito della questione, per la quale siete partiti in un battaglione di testimoni, l’ultima cosa che mi viene in mente è spiegare che cosa è un S.A.L. (stato avanzamento lavori) all’ignaro lettore provocandogli un palloso risveglio. Perché diciamocelo Rossa ragionare di bilanci e procedure amministrative è rigorosamente necessario (anzi è democrazia compiuta) ma non è che sfrizzula molto il velo pendulo e titilla la papilla, non è creativo Ma era un lavoro da fare, e tu l’hai fatto, e mal te ne incolse, dal momento in cui ravvisasti nei comportamenti di chi prestava i suoi servigi ad un ente pubblico un possibile danno erariale, e come deve fare ogni amministratore onesto, segnalasti a chi di dovere il tutto diventando immediatamente “cattiva”, “persecutrice” Sì Rossa sei andata in controtendenza rispetto ad un andazzo perdonista e buonista, per il quale è riprovevole che qualcuno impedisca o tenti di impedire ad un altro di fare i porci comodi suoi, contro la legge e contro gli interessi della comunità. Cara Rossa in quest’isola ogni tre mesi scatta un indulto ed un’amnistia mentale e quelli a cui sono state contestate le cose più turpi riappaiono cantando: “Noi siamo le vergini dai candidi manti”, ottenendo considerazione ed ascolto dagli stessi rappresentanti delle istituzioni che calcano i palchi promettendo lotta senza quartiere alla mafia e all’illegalità. Che cazzo ti aspettavi, Rossa, da un’isola così, da una sinistra sparpagliata, da un partito che è giunto ai saldi di fine stagione, anzi alla fine tout-court (requiescat in pacem)? Volevo però dirti Rossa che quello che hai fatto (e continuerai a fare) non è stato inutile, in tutte le situazioni c’è sempre bisogno di qualcuno che tenga botta, perché nella partita della vita e della politica l’arbitro non fischia mai la fine, ma solo dei riposi: poi si ritorna in campo e da qualcosa, da qualche valore e qualche certezza, bisogna ripartire. Non sarai del tutto sola oggi in tribunale .


carta penna calamaio

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