La Regione da ieri è proprietaria al 59,56 per cento dell'aeroporto dell'Elba. "E questo - sottolinea l'assessore Riccardo Conti da Firenze e ribadisce poi a Portoferraio il responsabile della sua segreteria, Sergio Bartoloni, al seminario sulle politiche del mare - chiude un lungo periodo di incertezze sul futuro dello scalo elbano, a rischio di chiusura per parecchi anni". La Regione vuole infatti investire sulla struttura. La vuole parte di un sistema toscano aeroportuale fortemente integrato già previsto dal Piano di indirizzo territoriale, con Pisa e Firenze scali principali, Grosseto e Siena aeroporti minori e Massa e l'Elba, appunto, come scali dalla caratteristiche specifiche. Ma assieme agli enti locali la Regione è intenzionata a chiedere al governo anche il riconoscimento della contiguità territoriale. O quantomeno a porre il problema al tavolo romano. Il modello è quello sardo, con due possibili vantaggi: tenere aperto l'aeroporto tutto l'anno e non più solo l'estate, una volta che diventerà parte di un collegamento di linea al pari quasi di un servizio di bus, e in futuro benefici e magari tariffe più vantaggiose per i residenti. Fino ad oggi la Sat di Pisa possedeva il 95 per cento delle azioni di Ala Toscana, che a sua volta controllava il 95 per cento di Aerelba, che è la società proprietaria delle strutture dell'aeroporto. Con l'acquisto del 66% del pacchetto detenuto da Sat, la Regione controlla ora il 62,7% di Ala Toscana ed è quindi proprietaria per il 59,56% di Aerelba, terreni e immobili compresi. Un investimento complessivo da 340 mila euro. Il 32,3% di Ala Toscana rimane invece di Sat, che controlla il 30,68% di Aerelba. Il 5% di Ala Toscana resta in mano a privati, che pesano dunque in Aerelba per il 4,75%. Un altro 5% della società proprietaria dell'aeroporto, nel nuovo come nel vecchio assetto societario, fa capo infine ai comuni elbani e alla società albergatori.”Vogliamo sviluppare i collegamenti con l'aeroporto di Pisa e incrementare magari i voli con la Germania - prosegue Conti - ma vogliamo cercare anche nuove opportunità con Firenze”. "Le aree dell'aeroporto rimarranno naturalmente a destinazione aeroportuale", mette subito in chiaro: un'altra sicurezza per i destini urbanistici dell'isola. Il mestiere della Regione non e' comunque quello di gestire un aeroporto. Per questo, è stato sottolineato anche oggi a Portoferraio, il prossimo passo sarà la ricerca di un nuovo gestore, che per il momento rimarrà Sat. “Siamo aperti alle proposte di privati e imprese che vorranno proporci piani interessanti" fa sapere Conti. “La sfida che si apre adesso per l'isola, per lo sviluppo dello scalo e per l'intera economia elbana - prosegue - chiama comunque anche le istituzioni, e in misura anche maggiore, a fare la loro parte”. Traghetti. Nel corso del seminario sulle isole minori non si è parlato comunque solo di aeroporti ma anche di traghetti. Sono venti i collegamenti giornalieri della Toremar e della Moby da Portoferraio a Piombino, di cui quattro garantiti da aliscafi, ha ricordato il comandante della capitaneria di porto Giuseppe Guccione. Altrettanti attraversano il mare nella direzione opposta. E d'estate raddoppiano. Quattro corse alla settimana collegano invece Piombino con Porto Azzurro e Piombino con Rio Marina, una unisce Porto Azzurro a Pianosa. I collegamenti interni all'Arcipelago sono insufficienti, ha ammonito l'assessore al turismo della Provincia di Livorno Fausto Bonsignori. L'obiettivo della Regione, è stato ribadito, è il potenziamento di tutti i servizi, attraverso anche un miglior coordinamento, nuove sinergie e razionalizzando laddove serve. Nel traffico marittimo a traghetti ed aliscafi si aggiungono poi le navi da crociera - 88 quelle transitate dal braccio di mare davanti a Portoferraio nel 2006, 92 quelle attese per il 2007 - e le imbarcazioni da diporto. “Se l'Arcipelago fosse una provincia sarebbe per flussi turistici la venticinquesima di 107 in Italia" ha provato a sintetizzare con una fotografia l'assessore al turismo di Livorno, Fausto Bonsignori. Nel 2006 i turisti, per poco meno del 60% italiani, sono cresciuti del 9,5 per cento: quasi il 4% in più della media toscana, oltre il due per cento in più del trend nazionale. In tutto fanno oltre tre milioni e mezzo di presenze e 500 mila arrivi: più di tutta la provincia di Pisa e quasi come la provincia di Lucca, è stato sottolineato. Il limite, che incide anche sulla sostenibilità e qualità della vita, sta nella stagionalità del fenomeno, squisitamente balneare. Per questo, è stato ribadito più volte, occorre investire su turismi diversi. A cominciare dai parchi o dal turismo culturale. L'Elba, con le residenze napoleoniche, vanta il secondo museo più visitato della Toscana dopo gli Uffizi. Una ricchezza da valorizzare.
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