Se il mare rappresenta per la nostra regione una importante risorsa, sia dal punto di vista economico che culturale che da quello storico e sociale, le isole e, in particolare, il sistema delle isole minori, rappresenta un elemento essenziale della dimensione marittima toscana, un elemento di identità che non può rischiare di andare perduto. Le isole minori, così come in generale la dimensione insulare, hanno a che fare con una serie di problemi e necessità specifici, la cui soluzione è essenziale per garantire il miglioramento della qualità della vita e dei servizi per coloro che vi abitano. Va da sé che, per governare tutti questi aspetti, servono politiche integrate, “che vedano l’apporto di tutti i soggetti interessati, pubblici e privati, per assicurare uno sviluppo sostenibile dei territori”. E’ questo il ragionamento attorno al quale ruota l’intervento dell’assessore al bilancio e politiche del mare Giuseppe Bertolucci nella sua relazione introduttiva all’incontro di oggi, il quarto dei cinque seminari a tema in vista della conferenza regionale sul mare che si svolgerà a Livorno il 15 giugno. “La volontà di utilizzare le molteplici potenzialità del sistema della costa e delle isole – ha ricordato Bertolucci - richiede il perseguimento di un disegno basato su una visione integrata, che faccia dello sviluppo sostenibile l’obiettivo comune e la principale sfida di una politica del mare”. “Il Programma regionale di sviluppo – ha aggiunto l’assessore – e il nuovo Piano di indirizzo territoriale pongono una particolare attenzione alla Toscana del mare sia in termini generali di tutela, sia per la valorizzazione delle risorse naturali ed economiche, sia per quanto riguarda la logistica, il commercio e il turismo”. Sullo sviluppo sostenibile delle aree insulari è intervenuto poi Umberto Mazzantini, membro del consiglio direttivo del Parco Nazionale dell’Arcipelago. “L’istituzione dell’area marina protetta, ancora ferma e finora inattuata, non dev’essere vista come un vincolo ma come un’occasione per consegnare alla popolazione locale lo strumento per la gestione del mare. Vorremmo nascesse un’area in grado di difendere la piccola pesca costiera, con le persone addette che assumano il ruolo di veri e propri controllori, che permetta la continuazione di una tradizione di qualità dell’ambiente e di vita delle persone, che consenta una forte valorizzazione del turismo subacqueo, soprattutto a Pianosa con la realizzazione di un diving center. Pensate che in tutto l’arcipelago esistono 45 attività, un po’ come nel Mar Rosso. Possiamo creare l’area marina protetta più grande d’Europa ma occorrono - ha concluso Mazzantini – l’apertura in tempi brevi di un confronto con tutti i soggetti coinvolti ed un’assunzione di responsabilità da parte di tutti gli amministratori locali”. Le isole minori. Quello che oggi si può considerare come un sistema unico, si estende su una superficie di oltre 50 mila ettari, disposta a semicerchio fra il basso mar Ligure e l’alto Tirreno: oltre all’isola d’Elba, che è la terza isola italiana per dimensioni dopo Sicilia e Sardegna e che pertanto non si può considerare minore, ne fanno parte l’isola del Giglio, con uno sviluppo costiero di 28 chilometri e una superficie di circa 21 chilometri quadrati. Seguono, in ordine di grandezza, Capraia (27 chilometri di coste e 19 chilometri di superficie), Montecristo (sviluppo costiero di 16 chilometri e superficie di poco più di 10 chilometri quadrati), dal 1971 riserva naturalistica integrale, accessibile solo per ragioni scientifiche. Pianosa, riserva naturalistica dal 1996, ha uno sviluppo costiero di 26 chilometri e una superficie di 10 chilometri, Giannutri, che conserva i resti di un’antica villa romana, con uno sviluppo di 11 chilometri e una superficie di 2,6 chilometri, Gorgona, la più piccola, con una costa lunga 5,4 chilometri e una superficie di 2,2. Dal 1996 le sette isole dell’Arcipelago Toscano sono state dichiarate Parco nazionale, il parco marino più grande d’Europa. Economia e criticità. Dal punto di vista economico il turismo rappresenta una delle risorse più importanti, anche se fortemente stagionalizzata. Forte la presenza di turisti stranieri (nell’Arcipelago sono il 44,9% del totale delle presenze). Le dinamiche demografiche raffigurano una realtà fra le più giovani a livello regionale, mentre l’occupazione è su livelli inferiori alla media regionale. Fra i settori trainanti dal punto di vista economico la pesca, con una elevata specializzazione, mentre hanno un buono sviluppo anche l’agricoltura biologica e il commercio. Fra le criticità, la carenza di collegamenti, la dotazione di infrastrutture, il rifornimento idrico. Agli obiettivi di tutela e valorizzazione delle risorse naturali pone attenzione il nuovo Piano di indirizzo territoriale. Sul piano ambientale, oltre alle iniziativa di tutela della costa, contro l’erosione e l’inquinamento del mare, si tratta di consolidare le condizioni per uno sviluppo sostenibile, in particolare correggendo l’eccessivo carico di rifiuti legati al turismo e abbassare i consumi di acqua. Istruzione e lavoro Per migliorare la qualità della vita delle popolazioni delle isole minori occorre poi superare ostacoli di natura logistica, cercando di sfruttare anche le possibilità offerte dalle nuove tecnologie. E’ quanto si è fatto, ad esempio, con la creazione di un sistema regionale di teleformazione accessibile da qualunque computer. Sempre nel campo dell’istruzione si possono segnalare le borse di studio riservate ai ragazzi che vivono sulle isole per fare in modo che tutti i cittadini toscani, in qualunque parte del territorio regionale essi risiedano, abbiano pari opportunità nell’accesso all’istruzione, alla formazione e al lavoro. E’ questa la filosofia che ispira anche la costruzione del Piano generale di indirizzo integrato, l’attuazione della legge regionale 32, il principale strumento legislativo per le politiche su orientamento, istruzione, formazione e lavoro. Se l’obiettivo è quello di far entrare la Toscana a pieno titolo in quella che il consiglio di Lisbona indica come l’Europa della conoscenza, è indispensabile che sia davvero tutto il territorio regionale, senza alcuna esclusione, a raggiungere quel traguardo. Così è nato il Progetto Ragnatela (che nel 2006 ha interessato tre province ma che nel 2007 sarà esteso all’intera regione e quindi anche alle isole): grazie ad esso nascerà una rete di piccoli nidi domiciliari, collegati a un nido centrale, che serviranno proprio ad ospitare i piccoli che vivono in località disagiate. A questo si aggiungono i fondi, circa 2 milioni, destinati ai comuni sotto i 15.000 abitanti per potenziare i servizi all’infanzia. Una realtà che verrà potenziata è il progetto dei Telecentri, condotto da Regione e Comunità Montane grazie a un finanziamento Cipe, cui la Regione ha aggiunto proprie risorse. Grazie alla realizzazione di centri polivalenti, collegati in rete, sarà possibile il lavoro a distanza, attraverso forme di delocalizzazione da parte di aziende ed enti pubblici. Il mare, per chi vive su un’isola, non sarà così più un ostacolo, ma solo una risorsa, un bene ambientale prezioso da difendere e valorizzare.
giglio cartina