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Istituzione Aree Marine Protette 1-Le posizioni espresse e del Comune di Portoferraio Il Sindaco: preservare ampi tratti di costa e mare consentendo le attività tradizionali L'assessore Garfagnoli: Riserve puntiformi e mirate come in Corsica

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 07 aprile 2007

Venerdì 6 aprile è giunta alle redazioni degli organi d'informazione dell'Isola d'Elba un lungo documento titolato "Lettera aperta sull’istituzione delle Aree Marine Protette" licenziata dal Sindaco di Portoferraio Roberto Peria. Un documento che (finalmente) dopo essersi diffuso su una ricostruzione dell'iter istitutivo delle AA.MM.PP. (ovviamente dal punto di vista della Amministrazione Comunale del capoluogo elbano) affronta il problema in maniera analitica e dettagliata e che riportiamo qui di seguito nella sua versione integrale Con questa lettera ci rivolgiamo al Ministero dell’Ambiente, al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, alla Regione Toscana, alla Provincia di Livorno, ai Comuni Elbani, alla Comunità Montana dell’Arcipelago, alle Associazioni di Categoria, alle Forze Sindacali e Politiche, al vasto e significativo mondo dell’Associazionismo (ambientalista e non), a tutti i cittadini che hanno a cuore lo straordinario territorio in cui viviamo ed operiamo. Il nostro fine è quello di evitare, sul delicato tema delle aree marine protette, un dibattito ideologico ed impazzito e di aprire, al contrario, un percorso di confronto non dogmatico, non strumentale, anzi partecipato, trasparente e democratico. Un percorso ispirato all’equilibrio ed al buonsenso. Occorre fare innanzitutto una premessa. In data 23.03.2007 il Ministero dell’Ambiente, con lettera a firma del Direttore Generale Dott. Aldo Cosentino, ha rimesso un resoconto della riunione tenutasi presso la Direzione Protezione Natura dello stesso Ministero il giorno 8 marzo sul tema in oggetto. Nel verbale si dà conto che già nel corso del 2005 era stata “predisposta una prima proposta di perimetrazione e zonazione relativa alla sola Isola d’Elba, trasmessa agli Enti senza ricevere riscontro”, quindi si prende atto che viene registrato un orientamento generalmente positivo all’istituzione dell’area marina protetta, pure con la richiesta di attenzione su punti specifici e di massimo coinvolgimento delle comunità e dei portatori di interesse locali. Il verbale si conclude con l’impegno del Ministero a trasmettere a tutti gli Enti gli studi conoscitivi già esistenti, con l’impegno di questi ultimi a rimettere i dati in loro possesso relativi alle attività socio-economiche presenti nell’area, dati che l’Ente Parco raccoglierà e organizzerà in sintesi per trasmetterli poi alla Direzione Protezione Natura. Infine si indica la fine del mese di Aprile quale data ultima per il completamento delle attività per consentire alla Direzione Protezione Natura di predisporre una proposta di perimetrazione e zonazione, ovvero uno schema di disciplina di tutela da illustrare e discutere in una successiva riunione tecnica. Sul metodo e sul percorso si impone una riflessione. E’ certamente molto importante ed apprezzabile che il Ministero voglia seguire la prassi della concertazione per addivenire alla formulazione di una proposta di perimetrazione e zonazione e ad una disciplina di tutela; proprio per questo i tempi non possono essere così vincolanti e stretti. Se tali fossero, quanto richiesto sarebbe sostanzialmente impossibile. Non si possono poi non rilevare alcuni aspetti: 1. La lettera del 23.03 omette un fatto presupposto, cioè che in data 25.05.2005 si tenne già un incontro tecnico al Ministero. Incontro nel corso del quale, a fronte di una bozza di perimetrazione allora consegnata ai Comuni, da parte degli Enti fu fatto presente che non era possibile l’espressione di un qualsivoglia parere in assenza degli elementi di quadro conoscitivo che costituivano il presupposto per la definizione di una tale perimetrazione e zonazione e dello schema di disciplina di tutela. In quella sede fu anche evidenziato, peraltro, che la disciplina si curava sostanzialmente solo e soltanto di regolamentare la navigazione e la balneazione e limitare la pesca, ma non apriva un adeguato fronte di ragionamento sulle attività possibili, sostenibili e complementari. 2. L’incontro si concluse con l’impegno dei rappresentanti del Ministero di fornire il quadro conoscitivo prevedendo peraltro una successiva riunione a luglio 2005 a Portoferraio. 3. Il quadro conoscitivo richiesto non è ancora stato fornito e neppure si è tenuta la riunione ipotizzata per il mese di Luglio 2005 a Portoferraio. Nel mese di luglio fu semplicemente inviato il verbale della riunione di maggio, rinviando ad un percorso di confronto e concertazione aperto e pubblico, da tenersi anche in loco nei mesi successivi, ma di fatto mai verificatosi. 4. Gli Enti non hanno per questo ancora potuto effettuare i necessari approfondimenti, salvo alcune proposte autonome, derivanti da elementi di quadro conoscitivo proprio e non hanno potuto rimettere al competente Ministero alcun contributo o alcuna osservazione e quindi risulta sostanzialmente fuorviante la dichiarazione messa a verbale in data 23.03.07 circa la mancata corrispondenza da parte degli Enti a fronte del lavoro svolto dal Ministero. D’altro canto, la presentazione “informale” di zonazioni, fin dall’aprile 2005, senza il suddetto percorso che avrebbe dovuto essere preventivo rispetto ad ogni proposta, pur nella comprensione della buona fede e dello spirito collaborativo che l’ha ispirata, è stata inevitabilmente foriera di confusione e polemiche, che vanno adesso superate nell’unico modo possibile: far ripartire la partecipazione, il dialogo ed il confronto dal basso. L’attuale stato dell’arte per Portoferraio. Rispetto al 2005 la situazione, almeno per quanto riguarda Portoferraio, è significativamente mutata. Infatti il Comune è oggi dotato oltre che di Piano Strutturale, di Regolamento Urbanistico, strumento che in due specifici articoli disciplina le aree del demanio marittimo e del mare territoriale. L’ art. 63 del R.U. (Disciplina delle aree del demanio marittimo), in particolare, prevede sulle spiagge di Le Viste, Le Ghiaie, Padulella, Capo Bianco, Seccione, Acquaviva, Enfola, Biodola, il rilascio di nuove concessione demaniali marittime, con esclusione delle aree definite aree marine protette di cui al successivo articolo 64, solo per realizzare temporaneamente minime attrezzature per la gestione di servizi di spiaggia, igienici e di sicurezza, ovvero: affitto ombrelloni e sedie sdraio, servizi igienici in ragione di uno per sesso, servizi per la vendita di prodotti alimentari e di ristoro preconfezionati in altro loco, affitto piccole imbarcazioni a vela o a remi, servizio di assistenza ai bagnanti, di sorveglianza e pronto intervento. Negli specchi marini, con esclusione delle aree della rada e porto di Portoferraio e di quelle definite aree marine protette di tipo A, è ammessa la realizzazione di campi boe stagionali fino ad un limite massimo di 20 metri di larghezza (in senso parallelo alla costa) e 70 metri di profondità (in senso perpendicolare alla costa) e per un massimo di 30 punti di ormeggio. Tali strutture sono ammesse nelle località: Enfola nord, Viticcio, Forno, Scaglieri, Biodola, con limitazione a 5 punti di ormeggio nella località Forno.; L’ art. 64 (Indirizzi per la tutela e l’uso delle aree del mare territoriale) prevede che per connessione funzionale, territoriale, ambientale delle aree del mare territoriale con quelle del demanio marittimo e con quelle terrestri in genere, il regolamento urbanistico individua e classifica aree marine protette in attesa di una loro formale istituzione ai sensi della legge 979/83. Sono indicate come possibili aree marine protette le seguenti aree: § Area marina attorno alla Scoglietto di Portoferraio § Area marina fronteggiante il SIR “le Prade” § Area marina attorno all’isola e riserva biogenetica di Montecristo L’Amministrazione Comunale al fine di gestire le aree marine protette perseguirà la formazione di specifiche intese con l’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e tramite esso con il Ministero dell’ambiente e del territorio, con i corpi della Guardia Costiera e della Guardia Forestale, con le associazioni ambientaliste. Come è facile desumere dalla lettura congiunta dei due articoli, il Comune si è mosso in piena coerenza con i principi generali di sostenibilità ambientale e si è autonomamente fatto carico dell’onere di proposta, da confrontare e concertare con gli altri Enti competenti. Nel merito degli indirizzi del Comune si deve peraltro evidenziare che: 1. le proposte scaturiscono da una rilettura degli elementi di quadro conoscitivo messi a disposizione dalla Provincia di Livorno con la proposta di P.T.C. 2004 pervenuta alla sua stesura finale e con la seconda conferenza di concertazione propedeutica all’adozione del piano, adozione non realizzatasi per la scadenza del mandato amministrativo; 2. le proposte tengono contro sia dei livelli di antropizzazione terrestre e marina, sia di una coerente lettura dell’unitarietà territoriale del sistema terra – mare. Cioè da una parte si riconosce che il parco naturale confinato solo a terra è una limitazione, forse un “non sense”, dall’altra che una zonazione di aree marine protette senza legame con la parte terrestre risulterebbe di fatto un mero esercizio di estensione di poteri, condizione sufficiente alla rinascita di un movimento “contro”; 3. le proposte individuano la necessità di tutelare sistemi territoriali e quindi si focalizzano sulla tutela di ambiti particolari ed in gran parte già assoggettati a vincolo come l’isola di Montecristo (per la quale peraltro è necessario individuare in via definitiva modalità di fruizione controllata che favoriscano gli accessi a fini scolastici ed educativi ed impediscano l’annuale polemica per gli accessi di qualche “eletto”), lo Scoglietto di Portoferraio, quindi l’area prospiciente il sito SIR delle Prade, l’ultima area umida ancora recuperabile sia per caratteristiche naturali, sia per caratteristiche antropiche oggi “sepolte”, cioè la preesistenza di una delle saline di Portoferraio, generalmente e negativamente disperse con il dipanarsi della vicenda industriale siderurgica della prima metà del secolo scorso; 4. la norma urbanistica dell’art. 64, in particolare, precisa che al di fuori dello Scoglietto, dell’area fronteggiante Le Prade e della riserva di Montecristo (ed, ovviamente, di ogni vincolo di natura portuale o assimilabile), in tutte le altre aree del mare territoriale sono sempre consentite la navigazione a vela e motore e la pesca, compresa quella subacquea. Tale previsione normativa non rappresenta un limite alla ragionata e progressiva estensione delle aree marine rispetto a quelle individuate, semplicemente fornisce indirizzi per la disciplina della zonizzazione e per la successiva gestione, indicando l’opportunità di vincoli non penalizzanti, con l’unica limitazione alla pesca professionale non tradizionale ed impattante. Coerentemente a tale impostazione la Giunta Municipale ha di recente dato avvio al procedimento per l’istituzione di “oasi blu” (c.d. sistemi di boe intelligenti utilizzati ad es. nelle aree marine del Parco delle Cinque Terre). Il tutto per costruire un percorso dove la qualità dello sviluppo non confligge con la difesa dei valori naturalistici, ma anzi supporta la tutela, evitando danni ai fondali marini, alla flora ed alla fauna, generati dai sistemi ordinari di ancoraggio. Dalla lettura ragionata delle norme e da un’analisi delle impostazioni si desume una chiara volontà del Consiglio Comunale e della Giunta di unire il meccanismo della tutela a quello del ragionevole ed equilibrato dispiegarsi delle attività umane, turistiche e ricreative, il che porta ad escludere, in un’ipotetica estensione delle aree marine protette ulteriore rispetto ai tre ambiti già individuati, la possibilità di altre zone A al di fuori di Montecristo. D’altro canto si richiede di non creare penalizzazioni inaccettabili alla pesca amatoriale dei residenti (anche a quella subacquea, che è particolarmente selettiva), al transito delle imbarcazioni, alla piccola pesca professionale tradizionale, alle attività di diving ed ovviamente alla balneazione. E’ a questa impostazione che per il Comune di Portoferraio deve essere riferita una qualsivoglia proposta di perimetrazione e zonazione, una qualsivoglia definizione di competenze amministrative e di controllo. Non si può infatti dimenticare che lungo tutta la costa del Comune, fatte salve alcune eccezioni, sono in essere utilizzazioni consolidate e forme di antropizzazione o di fruizione che debbono necessariamente essere contemperate all’interno del procedimento di formazione dell’area marina protetta. Altro aspetto di fondamentale importanza è quello delle modalità gestionali e di controllo. In proposito riteniamo che l’istituzione dell’area marina protetta non debba comportare un nuovo trasferimento ed una nuova centralizzazione di poteri. Perché ciò sarebbe in contrasto con il trend politico e costituzionale ormai consolidatosi e perché è del tutto evidente che una eventuale deresponsabilizzazione degli enti locali, il venire meno della capacità di controllo della comunità (anche con feroci contrapposizioni di vedute al suo interno), è condizione favorevole ad un allentamento dell’attenzione collettiva alla tutela, come è stato evidente, talvolta anche clamorosamente, in passato. Un passato che peraltro ha spesso finito per favorire una sostanziale privatizzazione delle coste, il cosiddetto “mare in gabbia”. Come procedere. Ovviamente quanto sopra esposto e considerato e quanto condensato negli elaborati cartografici del R.U., deve essere considerato un punto di partenza, un punto di vista, ma una visione da considerare, perché comunque l’Amministrazione Comunale è il collettore dei sentimenti e degli umori della comunità. Una visione che in qualche modo filtra anche la radicalità di alcune posizioni, in particolare di quelle avverse, consente di definire una sponda per proseguire in un dialogo che si ritiene essenziale a partire dall’indispensabile confronto sulle conoscenze che in questi anni il Ministero e le strutture tecniche di riferimento del medesimo hanno cumulato. Per fare questo però sembra necessario anche sgombrare il tavolo da proposte di perimetrazione e zonazione anteposte, si ritiene più ingenuamente che strumentalmente, alla condivisione di un quadro quanto più ampio possibile di conoscenza delle risorse naturali terrestri e marine, ad una valutazione del loro grado di unicità o genericità nel contesto del Mediterraneo, cioè ad una valutazione integrata che consenta di pervenire ad una coerente scelta di pianificazione, perché la perimetrazione e zonazione è da definire a tutti gli effetti una pianificazione, quindi, per proprietà transitiva, uno strumento da sottoporre ad un procedimento classico di adozione, osservazione e successiva approvazione e non già a speditive ricognizioni di un qualsivoglia atto amministrativo o decreto, tanto più che è valore costituzionale, più volte ribadito dalla Suprema Corte, la leale collaborazione tra le Istituzioni dello Stato e di queste con i cittadini. Anche a tale fine riteniamo giusto aprire una fase di ascolto dal basso, per tutto il mese di aprile, che consenta alle realtà associate ed ai cittadini di Portoferraio, di presentare proposte, osservazioni, contributi in ordine all’istituzione delle A.M.P. nel nostro Comune, fermo restando quanto già deliberato dal Consiglio Comunale in sede di approvazione del Regolamento Urbanistico. Da questa fase di ascolto e confronto trarremo tutti gli elementi per inoltrare al Ministero ed a tutti gli altri soggetti interessati la nostra proposta di perimetrazione che, come si è detto, potrà andare anche oltre le aree già individuate dallo strumento urbanistico, ma solo se vi saranno adeguati presupposti scientifici e tutte le necessarie compatibilità socio-economiche. In conclusione, riassumendo in estrema sintesi, proponiamo: NEL METODO: - ri-partire dalla prima proposta ministeriale –mera bozza come definita dal Direttore Generale del Ministero- ed iniziare a costruire una nuova ipotesi di perimetrazione; - costruzione del percorso dal basso, con il coinvolgimento di tutte le istituzioni interessate e di tutti i soggetti del territorio portatori di interessi legittimi (tempistica: entro il 30-04); - presentazione della proposta del Comune agli Enti interessati ed alla città nella prima decina di maggio (la proposta terrà conto di tutti i contributi pervenuti); NEL MERITO: - la proposta comunale partirà da quanto previsto nel vigente regolamento urbanistico e potrà essere integrata, migliorata ed affinata sulla base del percorso individuato; - a livello di disciplina generale si presterà particolare attenzione alla ricerca di piene compatibilità fra le esigenze di tutela e quelle connesse allo svolgimento delle attività economiche e turistiche; - le attività tradizionali del territorio (pesca sportiva, anche subacquea; attività di diving; pesca professionale tradizionale non impattante) dovranno essere tutelate, anzi valorizzate quali identità del territorio; Chiediamo quindi a tutti coloro che intendono partecipare al processo di consultazione e costruzione partecipata di farsi avanti con contributi e proposte. Chiediamo peraltro agli altri Comuni di coordinarsi con noi, nel metodo e nel merito, al fine di presentare una proposta “elbana” e non un incoerente ed assai poco utile progetto puntiforme. ROBERTO PERIA (Sindaco) Il Primo Cittadino di Portoferraio rispetto alla prima frettolosa esternazione, che pareva dichiaratamente sbilanciata sullo "jus bollentinandi", ha corretto i toni e formulato una proposta che ci pare nel complesso condivisibile, anche se su almeno un'aspetto avremmo qualcosa da ridire. Crediamo che la mancata iniziativa del Ministero, il non rispetto del calendario stabilito, non impediva (visto che comunque il problema si sarebbe posto) che il Comune incominciasse ad elaborare una propria proposta un lavoro che poteva magari viaggiare in parallelo con la definizione dei nuovi strumenti urbanistici. Ma la posizione Sindaco portoferraiese è stata inoltre chiosata da una "nota di accompagnamento" dell'assessore all'ambiente Marino Garfagnoli. La dettagliata riflessione relativa all’Area Marina Protetta del Sindaco di Portoferraio concretizza una ragionevole posizione delle istituzioni locali e al contempo una corretta proposta operativa per raggiungere l’obiettivo condivisibile di istituzione di aree di salvaguardia a mare. Vorrei aggiungere alcune riflessioni nel merito che completano la riflessione tecnica e procedurale del Sindaco. L’istituzione di zone di protezione a mare è indispensabile per la salvaguardia e la fruizione sostenibile dell’Arcipelago Toscano. Il Parco Nazionale comprende già un’estesa zona di protezione a mare (circa 60.000 ettari), intorno alle isole di Giannutri, Montecristo, Pianosa, Capraia e Gorgonia. E’ quindi indispensabile prevedere altre aree intorno alle isole più antropizzate, Elba e Giglio. Probabilmente per queste due isole, anziché assicurare una ampia zona protetta profonda alcune miglia (come per le isole più piccole), converrebbe individuare alcune aree che (scelte su base scientifica), in una prima fase, rappresentino un efficace modello di gestione e promozione delle riserve marine. Nel nostro paese non esistono aree protette a mare di grandi dimensioni, vi sono esperienze puntiformi di limitate aree, il Parco di Diramare, la Riserva di Ustica e in ultimi il Parco delle Cinque Terre. Anche l’esperienza francese si è indirizzata inizialmente su questo tipo di modello, ad esempio in Corsica con la Riserva, puntiforme e mirata, della Scandola. Nello specifico all’Elba vi sono alcune aree che potrebbe rappresentare il primo presidio della riserva marina; da queste partire con modelli di gestione sostenibili per poi, nella condivisione e con il consenso del tessuto economico e sociale estendere le aree di protezione. In tale contesto diviene però strategico il ruolo del Parco Nazionale. Trascorsi 10 anni dalla sua istituzione deve ancora rispondere alle aspettative che lo hanno accompagnato durante la sua nascita e da quelle che si sono accumulate in tutti questi anni. Intorno ad area protetta terrestre e marina che funziona, che protegge e valorizza le risorse ambientali e culturali, diviene difficile opporsi al suo naturale ed indispensabile prolungamento a mare. In sostanza procediamo pure, come indicato dal Sindaco, con l’iter istitutivo, e arriviamo alla formalizzazione degli atti con un Parco che funziona e concretizza sul territorio quelle che sono le sue finalità e le sue potenzialità. In tale quadro l’assessore (verde) del Comune di Portoferraio all’Ambiente fornirà tutto il suo sostegno e appoggio. L’assessore Marino Garfagnoli La nota dell'assessore ci pare un po' stonata per una serie di ragioni: In primo luogo perché quando il Sindaco parla in modo solenne di un argomento è almeno inelegante che un depositario di delega del sindaco (più che tecnico, essendo peraltro di nomina esterna al consiglio comunale) spedisca in allegato all'elaborato del delegante la sua "benedizione". Di ugual tenore, ed anche un po', ci sia consentito, ridicola suona poi la chiusa: "In tale quadro l’assessore (verde) del Comune di Portoferraio all’Ambiente fornirà tutto il suo sostegno e appoggio". Perchè c'era qualche possibile alternativa? Anche la "spillatina" al Parco ci pare piuttosto fuori luogo, tenuto conto che le inadempienze nel caso di specie, giustificate come si voglia, restano dei comuni. Nel merito poi temiamo che Garfagnoli non abbia proprio capito quali siano le priorità poste insieme dai cittadini e dalla necessità di conservare al meglio il nostro mare e di implementarne la qualità. In virtù delle esperienze citate e di quello che afferma si desume infatti che l'assessore pensa a dei punti di tutela "alta" intervallati da ampi tratti di costa libera da ogni vincolo che a nostro parere sarebbe esattamente ciò che non serve nell'arcipelago. Crediamo che in luogo di una serie di "pisciatine" di mare-santuario mummificato, risulti più utile una fascia, il più possibile estesa, di costa, vincolata ad un livello tale da non interferire con le usuali tradizionali attività di pesca locali, ma capace di preservare ampi tratti di mare dalla attività dichiaratamente più dannosa e devastante: quella della pesca a strascico, come vorrebbe giustamente il Ministero e come pare il Sindaco Peria con il quale il supportante assessore è palesemente in contrasto. Questo anche perchè se si realizzeranno una serie di aree francobollo protette (peraltri difficili da controllare) le paranze faranno lo slalom tra i francobolli e continueranno a devastare, come e più di prima.


Il Panorama dal Puntale

Il Panorama dal Puntale

Biodola spiaggia panorama

Biodola spiaggia panorama

spiaggia gentini elba nascosta

spiaggia gentini elba nascosta

faraglione presso Sansone

faraglione presso Sansone

capo bianco gentini

capo bianco gentini

mareggiata alla Biodola maestrale

mareggiata alla Biodola maestrale

golfo viticcio panorama

golfo viticcio panorama

peria attento piccola

peria attento piccola

Canoe Enfola Ghiaie

Canoe Enfola Ghiaie

marino garfagnoli

marino garfagnoli

Enfola Notturno

Enfola Notturno

capo bianco Tanelli 2   da ghiaie

capo bianco Tanelli 2 da ghiaie

capo bianco rossi 2

capo bianco rossi 2