Non ci stanno a rimanere dentro la “riserva indiana”. Sono i pescatori del circolo “Amici dell’Enfola” e non vogliono che il “loro” promontorio diventi come Montecristo. Zona A, dove è vietato tutto, tranne la ricerca scientifica, il soccorso e la sorveglianza. I barchettini sono in secco e non paiono armi di distruzione di massa, anzi fanno parte del paesaggio come le posidonie spiaggiate. I pescatori hanno appreso della proposta del Ministero dell’ambiente soltanto due anni dopo e l’hanno comunicata loro al sindaco. “Avevamo sospettato qualcosa durante l’incontro con Mario Tozzi all’Airone – spiega Renato Galullo vicepresidente del circolo – quando aveva parlato della zonazione e della necessità di informarsi meglio. Allora siamo andati dal sindaco ma lui non ne sapeva nulla, poi al Parco, ma l’addetta qual giorno non era in ufficio, allora abbiamo avuto la cartina tramite la Comunità montana”. Un quadrato rosso incornicia il promontorio dell’Enfola, anche se non si vede bene se è compresa la spiaggia. “Comunque non si potrà fare un giro neppure in pedalò – continua Galullo – e nemmeno il bagno”. Il pensiero corre alla grotta dello Sbruffo, dove il mare agitato esce dall’alto come un soffione salato. “Chi l’ha vista l’ha vista, adesso non ci potrà andare più nessuno, come se a Capri vietassero i faraglioni”. La carcassa della vecchia tonnara ricorda un passato assai diverso, quando i tonni finivano infilzati nell’acqua rossa della camera della morte. Adesso si parla di non poter mettere più un piede in mare. Forse è un po’ troppo per gli anziani pescatori amatoriali, abituati a prendere i polpi con lo specchio. Non manca comunque la consapevolezza della necessità di una tutela del mare, gli Amici dell’Enfola sarebbero perciò disposti ad accettare una riserva di tipo C, dove ai non residenti sarebbe permessa soltanto la pesca con lenze e canne. Le altre zone A, evidenziate in rosso nella cartina, proposte dal Ministero sarebbero: Punta Nera, dalle Tombe a punta Fetovaia, parte di Capo Stella, la punta di Laconella, Palmaiola e Cerboli. Più estese le zone B (evidenziate in verde) che “abbraccerebbero” le zone A, dove sarebbe consentita soltanto la pesca con lenze e canne e dove la navigazione dovrebbe essere a velocità moderata, e le visite guidate subacquee autorizzate tramite i centri d’immersione residenti. Il Ministero attende una risposta da parte dei comuni entro il 15 aprile, ma il sindaco di Portoferraio ha già dichiarato di non voler sottostare a scadenze e vincoli troppo penalizzanti.
cartina aree marine protette