Ci scrive l'amico Maurizio Martorella da Roma: "Non è molto bello vantarsi di avere ucciso in tre, più cinghiali dei cacciatori normali e dicendo che è stato fatto anche di notte sicuramente con metodi noti ai più accaniti bracconieri. A me, caro Sig. Giusti,questo grazie non esce proprio....forse con delle pappardelle ?????? Un caro saluto a Sergio e un piccola frase per il "povero" Paternò : chi si estranea dalla lotta...è n'gran fijo de na ......!!!!" Dopo averti ringraziato per il tuo assiduo seguirci, caro Maurizio, mi corre l'obbligo di fare qualche annotazioni sulle tue frasi. Ai tre ragazzi della Polizia Provinciale che stanno attendendo con esemplare scrupolo ai loro compiti disinfestando delle zone dell'Elba dai suini selvatici non passa neanche per l'anticamera del cervello di vantarsi del loro pur ecomiabile lavoro. Sono persone serie e nell'intento di evitare i serissimi danni che questi silvestri maiali abnormemente prolificati arrecano a colture giardini, abitazioni, muri a secco viabilità locali e provinciali, procedono agli abbattimenti con le tecniche più redditizie e senza rischio per le persone. Cosa c'entra tutto ciò col bracconaggio? E' poi assai imbrobabile che (come ci sembra possa la tua lettera adombrare) che il Sig. Giusti si sia convertito sulla via di un piatto di pappardelle al sugo di cinghiale. Probabilmente non lo sai ma c'è una scrupolosa direttiva (seguita puntualmente dagli agenti) che "impone" di cedere le carcasse degli animali abbattutti a tutte quelle istituzioni (Compagnie di Beneficenza, Ospedali, Corpi Militari, strutture del volontariato etc.) che ne facciano richiesta. Quanto all'ultimo passaggio, quello delle dimissioni di Paternò, a cui abbiamo espresso solidarietà, chiariamo che per quanto ci riguarda da tempo riteniamo il nostro sia (nella accezione migliore del termine) un bel figlio di Mater Ignota (trasformatosi in M.Ignota, Mignota, Mignotta tanto per dare un po' di riferimenti etimologici all'Assessore).
pappardelle