La pulizia di Cala Giovanna e la visita a Pianosa di domenica 25 maggio hanno rappresentato i momenti focali dell’iniziativa promossa ed organizzata dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, in collaborazione con “Operazione Spiagge Pulite” di Legambiente ed in occasione della “Settimana Europea dei Parchi”, aperta all’Elba personalmente dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, On. Altero Matteoli. Il successo e l’ampia partecipazione all’iniziativa hanno mostrato ancora una volta il grande interesse che l’Isola di Pianosa ha sempre suscitato negli elbani e nei turisti. La valorizzazione del territorio e del mare di Pianosa merita, senza ombra di dubbio, un’imminente e significativa presa di posizione. L’intervento dei partecipanti alla manifestazione di Pianosa, ha riguardato, in particolare, la pulizia dell’arenile di Cala Giovanna, e ha dunque escluso la zona del “Bagno di Agrippa” e tutte le altre zone di interesse archeologico. Detto questo, ha sorpreso la lettera della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, sezione di Pisa, indirizzata, tra l’altro, al Comandante della Capitaneria di Porto di Portoferraio e al Comando della Stazione dei Carabinieri di Marina di Campo, al fine di far osservare le prescrizioni della Soprintendenza stessa. In particolare, nella lettera si legge che tutta l’Isola di Pianosa riveste particolare interesse archeologico e che l’intervento di pulizia avrebbe dovuto riguardare esclusivamente l’arenile, “con ovvia esclusione del Bagno di Agrippa, mentre per tutta l’area circostante – e nel resto dell’Isola – in terra e in mare, è fatto divieto assoluto di eseguire qualsiasi tipo di intervento.” Quanto affermato è evidente, anche se la Soprintendenza pare non comprendere che l’iniziativa era finalizzata alla salvaguardia e alla tutela del territorio pianosino. Fuori luogo è, invece, il seguito della lettera: “ … si invita Legambiente … a programmare in futuro con più oculatezza, concordandole preventivamente con questa Soprintendenza, operazioni che possono interferire con la tutela del patrimonio archeologico dell’Arcipelago Toscano.” E poi: “Si pregano i Comandanti della Capitaneria e dei Carabinieri di far osservare le prescrizioni suddette”. Intanto, è opportuno ribadire che l’iniziativa è stata organizzata dall’Ente Parco. Inoltre, anche nel volantino distribuito da Legambiente ai partecipanti dell’iniziativa emergeva chiaramente l’indicazione di non recarsi nella zona del “Bagno di Agrippa” e di seguire le guide a disposizione. Così è stato e la manifestazione è stata un grande successo, popolare e di salvaguardia ambientale. Infine, sembrerebbe che la Soprintendenza voglia prendere posizione, in modo alquanto discutibile nel metodo, su un’iniziativa autorizzata legittimamente e di competenza dell’Ente Parco. Ciò che emerge comunque in maniera evidente, anche dalla gita di domenica scorsa, è la necessità, ormai non più rinviabile, che l’Ente predisposto, cioè a dire la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana sezione di Pisa, si faccia carico della bonifica e della sistemazione delle zone archeologiche che versano in uno stato di completo abbandono.
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