Incomincia con gli Aprhodite, un tour per conoscere le band emergenti elbane. Entrando nel covo degli Aphrodite, un ex spogliatoio sperduto nella maestosa macchia marcianese, uno zerbino di cartone recita:” Benvenuti rockers nella fottuta casa degli Aphrodite”. Il nome scelto è un omaggio alla Donna dell’affiatata e giovane band composta da: Francesco De Muro (vocalist), Jim Morrison nel suo periodo migliore, calda voce penetrante accompagnata ad espressioni, movenze e colpi di bacino mozzafiato; il bassista Alessandro Mibelli che irriconoscibilmente in forma, esibisce il suo mento “affusolato”; il macho batterista Giuseppe Artieri; mentre alla chitarra vi sono Jacopo Lloyd e Federico Artieri, che rappresenta l’anima del gruppo essendo una figura astratta che aleggia nella stanza. I ragazzi mi invitano a sentire le loro prove, iniziano a suonare Brown sugar, poi “Soul kitchen” dei Doors e ancora Led Zeppelin con “Rock and Roll”, buona tecnica, ottima sintonia e grande tenuta del palco. Rock anche nelle versioni acid e hard, metal, sono i generi musicali seguiti dagli Aphrodite. Ma da cover band, si evolgono con il brano presentato al S. Vincent di Ivrea “Come down”, fiumi di energia pura, che li porta alla fase finale del concorso. Un loro video, che cattura occhi e mente viene trasmesso in televisione; poi il favoloso viaggio di “Devil and Rabbit”, autoregistrata –“into the fucked Aphrodite House”. Ma in cantiere molto, molto altro, tra cui “Follow me down” e la dolce canzone per Irene “Your wonderful light”. Standing ovation per gli Aphrodite, mentre sale la voglia di vederli sul palco, proprio come l’estate scorsa, alla festa della birra a Marciana, dove Jacopo sfoggiò una country gonna bianca perfettamente in tinta con gli stivali a punta, mentre Francesco ci ipnotizzava in pantaloni di pelle neri e cinturone.
Aphrodite's child