Un prof. speciale, specialista di legalità Nell’aula Magna dell’Itcg Cerboni si è svolta una lezione sulla legalità con un prof. d’eccezione, l’ex procuratore antimafia Pierluigi Vigna. Una mattina densissima di contenuti che è stata il punto d’arrivo del lavoro di alcune classi, incentrato sulle mafie, sul rispetto della legalità, sulle cause del bullismo, coordinato dalle professoresse Annamaria Contestabile, Patrizia Piscitello e Cristina Cubeddu. E’ stato un incontro aperto, al quale, limitatamente ai posti disponibili nell’aula, hanno potuto prendere parte anche una piccola rappresentanza di ragazzi delle scuole medie, giornalisti, amministratori e forze dell’ordine. Non solo quindi una lezione d’altissimo livello spiegata con la semplicità e l’efficacia dell’esperienza del magistrato fiorentino, ma piuttosto un convegno, dove i relatori sono stati gli stessi ragazzi, che si è rivelato un’opportunità formativa anche per gli educatori e gli ospiti. Mafiosi a tre anni? Pierluigi Vigna ha assistito con attenzione ai lavori presentati dagli studenti che hanno avuto spunti assai originali, come ad esempio la lettura in positivo della ribellione giovanile che porta al rifiuto di ogni forma sopraffazione, che diventa forza di denuncia di ciò che non è giusto. “La ribellione è l’opposto della mafiosità - ha aggiunto Vigna - è parlare, è denunciare”. L’ex procuratore dell’antimafia ha spiegato come si diventa mafiosi, ha cercato di fornire un quadro esauriente dell’uomo mafioso e dei meccanismi sui quali si basa la forza della malavita organizzata. “Una volta un pentito che stavo interrogando mi chiese: Mia figlia che ha 3 anni, secondo lei, è mafiosa?” Io - racconta il magistrato – risposi che pensavo di no, che non lo fosse. Invece lui mi dice: eppure noi le insegniamo a non dire mai chi viene a trovarci, neppure se si tratta della nonna”. Questo è un allenamento al silenzio, quindi all’omertà”. Vigna ha ripercorso le tappe dell’evoluzione storica della mafia, sempre ribadendo che gli antidoti più efficaci sono rappresentati dalla cultura e dall’informazione, dalla prevenzione affiancata alla repressione. Poi una domanda che arriva diretta ai ragazzi: "Anche chi compra qualche spinello, ha mai riflettuto che finanzia un'organizzazione che uccide?" Una toilette per 65 persone “Una volta quando ero procuratore, capitò uno dei tanti omicidi. Mandai il comandante dei carabinieri sul posto e quando ritornò gli chiesi se ci fossero testimoni. Lui scosse la testa: “c’erano 65 persone, ma nessuno ha visto nulla perché in quel momento si trovavano tutti in bagno!” Al termine del suo intervento gli studenti hanno applaudito a lungo alzandosi in piedi, un altro dei messaggi forti del procuratore è passato: “Ragazzi fatevi prendere dall’emozione, è così che si vince la cultura della morte”. Andrea, mi piacerebbe lavorare nelle terre confiscate alla mafia l'Itcg Cerboni non è nuova a questi percorsi, lo testimonia Andrea Solforetti, studente della V A Igea, ormai un esperto di lavori sulla legalità. "All'inizio non si ha idea di quanto impegno ci sia dietro queste giornate, e di quante difficoltà. Ora che conosco meglio il tema riesco anche a percepire certi meccanismi che avvengono qui all'Elba, mentre vedo che negli altri ragazzi c'è tanta ignoranza. Certo la scuola è stata l'input principale per la conoscenza." Il procuratore Vigna ha accennato alla possibilità di partecipare tramite la Regione Toscana al progetto di solidarietà nei territori confiscati alla mafia e gestiti da cooperative agricole. 250 ragazzi durante l'estate vanno a lavorare al sud, e a portare il loro contributo concreto di solidarietà. "Mi piacerebbe andarci - dice Andrea - sarebbe una bella rivincita contro i mafiosi, che sono disposti a sopportare anche il carcere ma non a perdere le loro ricchezze".
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