Orbene è tardi l'ora di pubblicazione ottimale è già sforata ma non posso lasciare questa valle di lacrime e di colpi di tosse senza prima aver rimesso a posto una faccenda. L'A Sciambere di ieri che muoveva (si noti, in questo mondo in cui quasi tutti si prendono così tremendamente sul serio da non ridere mai di se' stessi) da un'autopresa per i fondelli (nostra e di quelli che ci stanno più vicini) e sbarcava su uno sfottò evidentemente indirizzato ad altri. Ma ci riferivamo a chi, lavorando su prodotti di consumo quotidiano deve comunque esserci, spesso anche quando sta male, evento che non si verifica per chi, lavorando per un periodico, magari un pomeriggio "sottocoperta" se lo pole pure permettere. (questo tanto per la precisione) Abbiamo però notato un post sul foro di camminando che recitava: "un giornalista è malato....auguri di pronta guarigione ma che c'entra,,usare le proprie colonne,,per parlare male degli altri,,con la scusa di giocare? Non sarà che oltre che d'influenza è malato di bruciori... d'invidia? (punteggiatura originale) L'invidia, al pari della noia è un sentimento che mi è totalmente estraneo, probabilmente perchè essendo persona di modeste pretese ed ambizioni fino ad oggi ho sempre realizzato le cose di piccolo calibro che ho messo in cantiere (senza perdere tempo ad annoiarmi) La cosa che mi lascia basito è che qualcuno pensi che nutra invidia professionale .. ma per chi? ma per cosa? e mi ha fatto porre delle controdomande: ma che cazzo di gente invidia costui? e per cosa? (nella foto: cesti di Indivia nome locale Invidia)
indivia o invidia