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A sciambere della scudisciata del Capretto

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 24 marzo 2007

Il genio espresso in una salace battutta è soprattutto pensiero veloce irridente e spiazzante, e la scudisciata di lingua quella che lascia secco l'interlocutore che magari, per avere irriso per primo o per sentirsi nel ruolo di colui che comanda si bea di sè arrogante e sicuro. Fa scuola in tal senso la notissimo incontro tra Ronzicone e il prete nei dipressi di Capoliveri, con il maligno religioso che aveva incrociato il predetto insiene all'asino e chiese "O dove ve ne andat tutt'e due?" assimilando padrone e somiere ma si sentì rispondere "A fa' l'erba per tutt'è tre!" Tirato, così, dentro a forza nella società ragliante che aveva appena delineato. Ne abbiamo acquisità un'altra di queste "frustate", nel caso alla Marina dove si racconta del caso di un signore un po' casinista ed amante di Bacco che rispondeva al nome, anzi al soprannome di "Capretto". Una sera il nostro eroe incocciò nel burbero maresciallo dei carabinieri che gli ordinò fermamente, onde non creare ulteriori casini,di andarsene a letto. Il Capretto finse di soggiacere a quello che comunque era un abuso (ma all'epoca non si andava per il sottile) ma poi per altra strada tornò in piazza sperando che nel frattempo a nanna fosse andato il determinato sottufficiale, che invece lo piccionò immediatamente: "Non ti avevo detto di andare a letto?" disse il maresciallo "Sì sì - rispose al volo il Capretto - so' tornato giù per chiedervi a che ora mi devò alza'"


Cappello carabinieri

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