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Spettacolare inseguimento della Capitaneria di un "Mascalzone" tra le onde di 5 metri Pareva che tre tedeschi se la fossero squagliata con la barca senza pagare il pattuito Imprudenti, ma onesti, i tre hanno chiarito in giornata la loro posizione

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 21 marzo 2007

Non era nata come un soccorso l'operazione condotta dalla Guardia Costiera anche se i tre tedeschi che erano a bordo avevano preso il mare in condizioni che definire proibitive è un eufemismo. Tutto ha avuto inizio intorno alle 11.30 quando alla Sala Operativa della Capitaneria di Porto Portoferraiese perveniva la notizia della sottrazione di un natante: il 14 metri "Mascalzone Latino 16" (della omonima famiglia e ormeggiato presso i cantieri ESAOM) che la fonte, la proprietà, giudicata attendibile dalla Capitaneria, dava per in rotta verso la Francia Usciva a quel punto dalla Darsena Medicea la Motovedetta CP 805 mentre un altro natante della Capitaneria la CP 2077 veniva approntata per seguirla in un pattugliamento lungo la costa. L'unità da diporto veniva intercettata 4 miglia a largo delle coste elbane al traverso di Capo Enfola, in condizioni di mare che andavano facendosi sempre più ingestibili. Alcuni particolari appresi da chi partecipava all'operazione rendono bene l'idea delle condizioni meteomarine, onde alte più di 5 metri con la superficie del mare tanto mossa che da un miglio di distanza il radar della CP 805 non batteva il Mascalzone Latino, né la motovedetta era rilevata dall'elicottero Koala 901, che era già in volo per un'altra operazione e che era stato dirottato sul teatro dell'inseguimento. L'imbarcazione raggiunta veniva costretta ad invertire la rotta verso Portoferraio, probabilmente anticipando una manovra che di lì a poco sarebbe stata costretta a compiere per riparare in un approdo sicuro. Scortata a terra l'imbarcazione accostava (come documentato nella foto) alle banchine portoferraiesi tra il il Molo Gallo e la Banchina d'Alto Fondale. Gli occupanti venivano trasferiti in Capitaneria per chiarire la loro posizione e "sono in corso - recita un comunicato emesso dalla Capitaneria - indagini di polizia giudiziaria da parte di personale dipendente, coordinate dalla locale autorità giudiziaria, intese ad accertare l'esatta dinamica dei fatti". Ma al momento non esistono, oltre alla contestazione della loro imprudenza, addebiti formulati a carico dei tre tedeschi, così come c'è da rilevare che il 14 metri non si trova sotto sequestro giudiziale, anzi pare di capire che la denuncia (verbale) della presunta appropriazione indebita, da parte dei tedeschi, si sia basata su una incomprensione, e su una storia di bonifici bancari fatti emettere dai tedeschi (che avevano manifestato intenzione di acquistare il "Mascalzone Latino 16"), ma che non erano stati per tempo accreditati alla proprietà della barca che l'aveva messa in vendita. Anche questo aspetto sarebbe stato chiarito nelle ultime ore, e sarebbero state rilasciate ai tedeschi le opportune liberatorie, insieme al caldo consiglio di attendere condizioni meteo migliori per salpare gli ormeggi.


mascalzone 16  capitaneria

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