Ultima udienza della fase testimoniale per il processo a David Dixon e Gorge Sinclair , presunti saccheggiatori del Polluce, il piroscafo affondato con un prezioso carico di monete e di gioielli destinati a finanziare i moti carbonari, davanti a Capo Calvo, Capoliveri, nel 1841. A deporre dinanzi al giudice Beatrice Dani, nella sezione del tribunale a Portoferraio, è stato, il 19 marzo, Vernon Repley, sergente di Scotland Yard, che ha collaborato con il nucleo tutela del patrimonio culturale dei carabinieri per recuperare il tesoro. Il poliziotto inglese ha illustrato le indagini svolte in Gran Bretagna e ha testimoniato che la società di cui gli imputati erano dirigenti interpellò il Curatore dei relitti, autorità preposta alla tutela dei relitti di interesse storico e archeologico. L’avvocato difensore degli inglesi, Cesarina Barghini, afferma che tale comportamento appare strano per persone consapevoli di aver commesso un reato. David Dixon e Gorge Sinclair furono rinviati a giudizio con l’accusa di aver saccheggiato il relitto del Polluce, dopo aver richiesto l’autorizzazione di Capitaneria e sovrintendenza a recuperare un bastimento britannico affondato nel 1916, il Glenlogan, che però si trovava nel mare di Stromboli. Gli inglesi, ottenuti i permessi, effettuarono le loro ricerche nel mare elbano agendo dalla superficie marina con una benna prelevarono dal Polluce un bottino valutato un milione e mezzo di euro che cercarono poi di vendere ad un’asta della DNW a Londra, ma l’operazione fu bloccata da Scotland Yard. Nella precedente udienza sia il comandante della Capitaneria che l’archeologa della soprintendenza avevano ammesso che i permessi erano stati dati perché i documenti erano regolari e la presenza del Polluce era ignorata. Il giudice dovrà emanare la sentenza il prossimo 16 aprile (nelle foto reperti prelevati dal Polluce nel corso della successiva, e legale, campagna di recupero)
Polluce ultima serie 2 crema
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