Legambiente segnala l'ennesima situazione di degrado nella zona umida di Mola: "Lungo la strada provinciale Portoferraio-Porto Azzurro, circa duecento metri dopo il bivio di Mola, sulla destra della carreggiata, nel comune di Capoliveri, a ridosso di una costruzione probabilmente abusiva già segnalata da Legambiente nel 2005, dopo gli incendi dolosi che hanno interessato la zona umida nella scorsa estate è stato costruito anche un ovile, per ospitare pecore e capre che scorrazzano e pascolano liberamente dentro la zona umida e il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. Quella porzione di Area protetta che è anche in Sito di importanza regionale (Sir) e che una delibera della Giunta Regionale della Toscana ha recentemente inserito (compresa l'area interessata dagli "interventi") nella nuova Zona di protezione speciale denominata "Elba orientale" in attuazione delle Direttive europee 92/43/CEE (Habitat) e 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici. Accanto alla struttura presumibilmente abusiva in cemento è stata posizionata una casa prefabbricata in legno, sono state innalzate recinzioni con reti da letto protette da filo spinato che contengono ricoveri e gabbie assemblate con materiale raccogliticcio in legno, metallo arrugginito e plastiche, per creare alcuni pollai per oche, tacchini, anatre e germani. Tutto questo in una profusione di baracche fatiscenti e tettoie innalzate con vecchi ponteggi, ricolme di ogni ciarpame, copertoni, pezzi di motorini, scooter privi di targa, brandelli di vetroresina, telai di finestre, legname, residui di cantiere, bidoni di plastica. Muri e muriccioli checementano tutti i materiali possibili costituiscono una sorta di confine labirintico di questa autentica bidonville, che si estende per diverse centinaia di metri quadrati e ospita anche uno stoccaggio di materiali ferrosi. L'ingresso sul lato della zona umida è parzialmente schermato da cannicciati e reti frangisole, coperte da frasche e ramaglie ammucchiate, residuo di un recentissimo taglio di piante di alto fusto. Questo angolo da terzo mondo si snoda lungo uno dei fossi del bacino della zona umida di Mola, tanto vicino che per ovviare alla scarsa solidità del terreno si è provveduto in più punti a renderlo meno insidioso utilizzando materiale inerte che sembrerebbe proveniente dalla probabile risulta di cantieri edili. E' stata anche installata una passerella per guadare il fosso, utilizzando due lunghe assi da cantiere. All'interno sono presenti diversi automezzi, tra motocarri e automobili. La bidonville appare abitata stabilmente e dotata di acqua e luce. Si fa presente che nella stessa area sono in corso, a cura del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano e della Regione Toscana, lavori di recupero ambientale e di valorizzazione dell'area umida di Mola, con la predisposizione di camminamenti, apertura di "chiari" d'acqua, punti di osservazione dell'avifauna che non possono certamente convivere con un uso palesamente non conforme di una porzione della stessa area. A questo punto Legambiente chiede al presidente del Parco, al sindaco di Capliveri e all'assessore regioanel all'ambiente "se quanto realizzato finora sia conforme agli strumenti urbanistici del Comune di Capoliveri; - se quanto realizzato finora abbia ricevuto una qualche sanatoria ed in quale maniera questo sia stato possibile visti i vincoli ambientali e paesaggistici ricadenti sul luogo; - se quanto realizzato e le attività in corso hanno ricevuto i necessari nulla osta del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano; - se quanto realizzato e le attività in corso siano conformi alle norme di tutela previste per le Zone di Protezione Speciale e del Sir della Regione Toscana; - quali interventi le SS. VV. intendano predisporre per ripristinare lo stato dei luoghi ed un corretto uso di un'area sotto diverse norme di protezione e gestione ambientale
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