Prima riunione del direttivo del Parco dell'era Tozzi e partenza veloce con l'approvazione del bilancio di previsione del 2007, ma prima il presidente aveva nelle sue comunicazioni parlato del riavvio del procedimento per l'istituzione dell'area marina protetta e annunciato che andrà al Giglio per incontrare l'opposizione e per una iniziativa pubblica per spiegare quali sono le opportunità di un mare protetto e gestito per la popolazione, i pescatori locali e le attività subacquee. Tozzi ha poi comunicato che le aree terrestri dell'Elba Orientale del Parco e tutte le zone a mare protette di Capraia, Gorgona, Pianosa, Montecristo e Giannutri sono diventate anche Zone di Protezione Speciale tutelate dalla Direttiva Europea "Uccelli". Umberto Mazzantini ha fatto notare come questo richieda una rapida approvazione del Piano del Parco per superare alcune rigidità di gestione che le ZPS potrebbero apportare nell'immediato e chiesto che il Parco si faccia promotore di una iniziativa che coinvolga la Regione Toscana ed esperti sulla Valutazione di Incidenza, necessaria per qualsiasi progetto da realizzare nelle ZPS, per dare certezze ai professionisti in campo urbanistico e alle forze dell'ordine che sono chiamate a controllare l'attuazione delle modalità di gestione previste dalla Direttiva europea e dal regolamento della Regione. Il direttivo ha anche ratificato la proroga dell'affidamento dei servizi di manutenzione e vigilanza del Compendio Minerario Ebano ai comuni di RioMarina, Capoliveri e Porto Azzurro (cioè al Parco Minerario, alla Caput Liberum e alla D'Alarcon), ma ha anche chiesto a Tozzi ed al Direttore Arancini di prendere tutti i contatti con gli enti interessati per arrivare a giugno con un accordo sul superamento di quello che Catalina Schezzini ha definito lo "spezzatino" e ricondurre il Compendio Minerario ad una gestione unitaria. Una proposta che viene incontro alle richieste del Parco Minerario e dei comuni dei Rio nell'Elba e Rio Marina. L'eterna questione dell'emergenza cinghiali è stata affrontata con l'approvazione del piano di intervento già finanziato ai tempi del Commissario Carugno. . La biologa dell'università di Siena Letizia Marsili ha fatto rilevare come gli attuali livelli di catture ed abbattimenti effettuati dal Parco e la caccia nel territorio libero, pur con numeri elevati, ormai non hanno altro effetto che quello di mantenere la popolazione di cinghiali in salute, e che quindi occorre un'azione più decisa per intaccare davvero il numero di cinghiali. Umberto Mazzantini ha chiesto che il problema dei cinghiali sia posto al Ministero dell'Ambiente come grave emergenza per quanto riguarda la salvaguardia della biodiversità di fauna e flora dell'Elba e per l'agricoltura, e sollecitando la richiesta di un intervento straordinario ed eccezionale rispetto ad altri territori, puntando all'eradicazione dei cinghiali già chiesta dal Parco Argomenti condivisi anche da Pietro Paolo D'Errico, che si è detto d'accordo con Mazzantini nel richiedere misure straordinarie anche fuori dal Parco e nel richiedere la riapertura del tavolo tecnico che la Provincia di Livorno si era impegnata a realizzare per arrivare ad un Piano comune per far diminuire fortemente il numero dei cinghiali dell'Elba. D'Errico e l'Assessore all'Ambiente del Giglio Feri hanno sollevato anche il tema dei Mufloni che stanno rapidamente diventando una nuova emergenza, soprattutto per l'agricoltura. Tozzi si è impegnato a chiedere all'ufficio conservazione del Parco di preparare un piano di intervento sui mufloni sulla base dei censimenti realizzati negli ultimi anni, anche utilizzando per gli interventi necessari selettori formati dal Parco stesso, ed a sollecitare Ministro e Provincia per quanto riguarda l'emergenza cinghiali che ormai non ha più i caratteri di una possibile gestione faunistica ma che si è trasformata in una emergenza ambientale con risvolti di sicurezza pubblica. E' stata approvata anche l'apertura del bando per l'individuazione della nomina della rosa dei tre nomi che dovranno essere proposti al Ministro per scegliere il Direttore del Parco, mentre i due temi che scottano sotto la cenere, Vicepresidente e Giunta del Parco, non sono stati affrontati, anche se la sfida Schezzini-Briano-D'Errico è sempre più probabile. Lo scambio di battute più vivaci c'è stato sul Piano del Parco. Il Presidente Tozzi ha comunicato dopo l'incontro del 14 marzo con la Comunità del Parco, ha accettato di riaprire, con scadenza entro Pasqua, le osservazioni sul Piano, chiarendo che le osservazioni dei Comuni già respinte per manifesto contrasto con la legge 394/91 o perché su materie che non competono al Piano non saranno accettate. Tutti si sono detti d'accordo, mentre Mazzantini ha detto di non condividere ma di adeguarsi, sottolineando però che il Piano presentato dal Commissario Barbetti era la conclusione di un lungo lavoro iniziato da Tanelli e che se quel compromesso, che aveva realizzato un Piano del Parco con larghe concessioni rispetto agli altri Piani approvati dalle Aree Protette, non era più condiviso, allora le associazioni ambientaliste, e Legambiente in particolare, si sentiranno libere di presentare anche loro le proprie osservazioni che riguarderanno sia le tutele ambientali, sia le scelte urbanistiche. Più d'uno degli amministratori presenti sembrava pensare che forse era meglio se si fosse approvato il Piano subito, ma la scelta politica di non approvare il Piano "di Barbetti" li ha messi ora in una situazione non facile. Il Direttivo si è concluso con l'approvazione della convenzione per il monitoraggio della Lymantria dispar, la processionaria del leccio, tra Parco ed Arsia.
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