Egregi Presidenti Abbiamo appreso dai media dell’avvenuto Vostro incontro del 12 marzo a Firenze nel quale – par di capire – nulla è stato deciso riguardo la soluzione del vulnus istituzionale dell’Ente Parco per l’attuale esclusione dal Direttivo del rappresentante CDL. Lei Presidente Martini avrebbe avocato a sé “la pratica” di natura politica senza al momento decidere nulla e Lei Presidente Tozzi si sarebbe sgravato in tal modo di ogni responsabilità. Però è stata fissata con urgenza per domattina ore 9 la prima riunione del Direttivo con l’obbiettivo primario di approvare in tempi rapidi il Piano del Parco. Dunque in voluta assenza dell’opposizione. E’ evidente che qualora tale Piano fosse deliberato da un Direttivo “monco” dell’opposizione – si chiede un solo membro, dunque ininfluente ai fini delle decisioni da prendere - allora sarebbe chiaro a tutti che decisioni vitali per il futuro dell’Elba e delle sue famiglie si vuole rimangano all’insaputa degli elbani prima della loro adozione. Ne conseguirebbe altresì l’evidenza che le Vostre pubbliche promesse di sanare tale vulnus del Direttivo per una guida dell’Ente condivisa e democratica risulterebbero strumentali: una beffa per noi elbani che vi abbiamo creduto. Si teme dunque a tal punto che la pubblica opinione elbana venga informata per tempo dei contenuti del Piano prima che venga approvato? Si teme forse che si ribelli a fronte di scelte reputate scellerate? (come nel caso rimasto riservato del progetto sul monte Tambone delle mostruose pale eoliche, bocciato dalla Regione “solo” per l’opposizione del WWF, non certo di Legambiente che è nel Direttivo ed anzi le sponsorizza?). O che una massiccia protesta popolare ne possa ostacolare l’adozione con conseguenze imprevedibili? I Vostri primi “decisi” interventi sul fronte dell’energia – gli stop all’ENEL per adeguare l’attuale condotta sottomarina – e della futura gestione del territorio terrestre e marino stanno suscitando diffusi timori e proteste - basta leggere gli interventi sui media elbani dei principali operatori economici ed opinionisti – ed hanno innescato spontanee raccolte popolari di firme. Paiono questi segnali inequivocabili di cui si dovrebbe tener conto, a volerli intendere. Poiché dirigete in solitudine l’Ente Parco – avendo estromesso l’opposizione dal Direttivo – da questi primi passi si potrebbe pensare che crediate di poter imporre scelte impopolari in modo antidemocratico. Sarebbe pericolosissimo e poco assennato. In tal senso già la delibera del Direttivo di domani risulterà minata: certamente sotto il profilo della legittimità politica e morale verso gli elbani. Per altri profili Vi faremo sapere. Cordiali saluti, Stefano Martinenghi Caro Martinenghi senza alcuna vis polemica ma per evitare che i lettori di Elbareport ricevano delle informazioni non corrispondenti alla realtà ci corre l'obbligo di precisare alcuni (incontestabili) dati. Partiamo della sottolineatura in quanto di Legambiente (cattiva poichè filoeolica) che "è nel Direttivo del PNAT" al contrario, parrebbe di capire, del WWF (buono perchè antieolico). Non è così: nel direttivo del Parco c'è il Presidente del Cominato Scientifico Nazionale (e membro della segreteria nazionale) del WWF, il presidente del PNAT Mario Tozzi. Restiamo sull'eolico: al contrario di quanto lei paventa non sarà possibile che il Piano del Parco preveda (promovendole) che sul monte Tambone siano poste le torri eoliche: i siti indicati per gli impianti eolici dal comune campese, sono infatti fuori dei perimetri del Parco e quindi fuori dalla zona a cui può e deve riferirsi il piano. Continuiamo ancora sullo stesso fronte del Tambone, progetto secondo lei bocciato dalle Regione. Non è vero neanche questo, la Regione non ha respinto il progetto, ma, come ha tenuto a dichiarare l'Assessore Artusa, ha semplicemente sospeso il giudizio in attesa di una valutazione di un quadro complessivo delle fonti da attivare per l'Elba (c.f.r. Elbareport 28 Gennaio 2006 - La Regione: "Non abbiamo detto no all'Eolico a Monte Tambone") e c'è inoltre da aggiungere che se perplessità tecniche della Regione c'erano, esse non riguardavano tanto l'impianto del Tambone quanto quello delle Serre di Literno contemporaneamente proposto. Non entriamo, perché non ci compete, sulle sue valutazioni circa l'iter del piano, se non per ricordare che è stato steso in un periodo in cui il Parco era diretto da un commissario del centrodestra ed il ministro dell'ambiente era Matteoli, e che ricordiamo per aver annunciato una infinita serie di riunioni di presentazione dei lavori per la definizione del medesimo strumento urbanistico. A quegli ncontri il Commissario Barbetti aveva invitato tutti i soggetti politici, amministrativi, sindacali e di categoria, associazionistici presenti all'Elba ed aventi anche una minima rilevanza. Nei cassetti non c'è stato molto e chi non ha visto quel piano, secondo noi, non lo voleva vedere. In ultimo pur non avendo idea di come si potrà sanare il vulnus, ribadiamo il nostro giudizio sulla scorrettezza compiuta dal centrosinistra in Comunità del Parco,privando la minoranza del suo rappresentante nel Direttivo. Ma ci consenta una battuta finale: una volta che ha ragione non ne approfitti per fare il Baleni di turno, facendo (come le abbiamo dimostrato) un po'confusione ed affermando anche cose che non trovano reale riscontro. La salutiamo
cartello parco 3