Salve, Sono un giovane vaporino sulla ventina, ho letto con molto interesse l’articolo uscito martedì 13 sul vostro giornale a proposito del carnevale di Porto Azzuro che si è ormai spento. Devo dire che sono decisamente daccordo con l’opinione espressa dall’autore, e cioè che la perdita della manifestazione vaporina sia una grande perdita per l’intera comunità elbana. Non posso però fare a meno di farvi notare che forse le motivazioni analizzate nell’articolo e riportate come opinioni di illustri personaggi dell’organizzazione ludica Portazzurese siano forse da analizzare con un occhio leggermente critico. La mia riflessione parte quindi dai ricordi delle serate passate a correre in piazza mentre Marika o i Cocco suonavano i loro cavalli di battaglia; mi ricordo che appena sceso in piazza cercavo di riconoscere mia nonna per vedere quale costume avesse indossato per la serata, e non vedevo l’ora venisse il giorno dopo per chiedergli se avevo indovinato o meno la mascheratura. Purtroppo questo oggi non accade più, ma non perchè mia nonna preferisca guaradre la televisione, semplicemente perchè ha un età che non si addice molto ad un ballo in piazza fino alla mezzanotte, in una fredda serata di febbraio. I personaggi citati dall’articolo (mi riferisco alla Signora Pesciatini ed al Signor Bernardini) sono due persone che hanno dedicato la loro vita al paese, ai festeggiamenti ed alla coltura di Porto Azzuro, ma hanno ormai superato sicuramente la soglia degli ottanta. Mi sembra quindi chiaro dove sia il problema; il carnevale di Porto Azzuro ha funzionato per cinquantanni finchè la generazione che lo aveva pensato e creato ha avuto le forze per coltivarlo; dopodichè si è spento, questo semplicemente perchè è rimasto a cinquanta anni fa ed in questo modo non poteva andare avanti. Non si può pretendere che i giovani del 2007 vadano in piazza mascherati a ballare tanghi e mazzurche, basta andare a Viareggio per rendersi conto di quello che dico. Le serate danzanti Viareggine sono animate da migliaia di giovani che si mascherano e si divertono con lo stesso entusiasmo dei loro genitori anni prima, ma con un ballo, un ambiente, uno stile dei loro tempi; non con la stessa mazzurca cha mamma ballava con papà quando erano “sposini”. Il problema non sono quindi le discoteche o le serie televisive, in discoteca ci si va dopo la mezzanotte e i giovanni sarebbero ben contenti di poter ballare dalle 21 alle 24 in piazza mascherati per poi continuare la serata in discoteca (cosa, questa, che accade in tutti i paesi o città dove c’è un veglione di carnevale). Mi sembra quindi di poter concludere dicendo che questa grave perdita in realtà poteva essere facilmente evitata, (o almeno ci si poteva provare) semplicemente dando un po’ di spazio a quelle due disgraziate e malguardate associazioni giovanili vaporine che a stento arrivano alla fine del mese e che pagherebbero per vedersi coinvolte nella gestione dei festeggiamenti longonesi. Questa è solo un idea, ma penso che con un pochina di buona volontà si sarebbero potute trovare decine di altre soluzioni, a patto che qualcuno avesse avuto la voglia e soprattutto il buonsenso di coinvolgere i giovani longonesi nel famoso e tanto chiaccherato Comitato Festeggiamenti Vaporino. Con questo non voglio assolutamente contraddire l’autore del pezzo, a cui bisogna riconoscere il tatto e la sensibilità di aver sollevato un problema che altrimenti sarebbe finito nel dimenticatoio prima delle ormai vicine vacanze pasquali, ma mi sembrava corretto esprimere la mia opinione, soprattutto nella speranza che questa serva perlomeno a sollevare un piccolo dibattito sull’accaduto. Ringarzio in anticipo la Redazione e colgo l’occasione per inviare i miei complimenti per la qualità e l’efficenza del vostro giornale. Saluti
porto azzurro panorama att