Continua la campagna per ottenere la sepoltura di Giovanni Passanante, l'anarchico che ferì a Napoli nel 1878 re Umberto I e i cui resti dal 1936 si trovano esposti nel Museo criminologico di Roma. Artisti, musicisti, attori, esponenti del mondo della politica e della cultura, si incontreranno lunedì prossimo alle ore 21.00 al Teatro Palladium Università Roma Tre. Attraverso canzoni, poesie, letture, gli ospiti che interverranno alla serata - tra questi Gino Paoli, Carmen Consoli, Paola Turci, e molti altri - daranno un contributo perchè Passannante possa essere finalmente riportato nella sua terra, in Basilicata, come chiedono molti suoi concittadini e i suoi familiari. L'anarchico nel novembre del 1878 aggredì con un coltellino lungo 8 centimetri, buono solo a sbucciare una mela, re Umberto I in visita a Napoli. Arrestato, torturato con ferri ardenti, il processo si svolse a Napoli, in un'aula gremita che sembrava un teatro, con i posti numerati e le signore con il binocolo per vedere “il mostro”. Condannato al patibolo e poi al carcere a vita, scontò la detenzione nella torre della Linguella sull'isola d'Elba, in condizioni durissime. Diventerà cieco, si ammalerà di scorbuto e, ridotto alla fame, sarà costretto a mangiare i propri escrementi. Solo la tenacia di un deputato socialista, Agostino Bertani, lo farà trasferire nel manicomio criminale di Montelupo Fiorentino, dove morirà a 61 anni nel 1910. Oggetto di studi lombrosiani, Passannante fu decapitato, il cranio trapanato, il cervello e il corpo, “non degno di sepoltura”, dato in pasto a cani e porci. Dal 1936 i resti e gli scritti dell’ anarchico sono nel Museo criminologico di Roma.
Torre di Passanante