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FAITA: Futuro energetico elbano: sediamoci tutti ad un tavolo

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 14 marzo 2007

Il problema dell'approvvigionamento energetico dell'isola d'Elba -sia che si intenda risolverlo con la costruzione di un altro elettrodotto da parte di Enel, o attraverso la produzione di energia eolica o attraverso la stessa installazione di impianti fotovoltaici- , avendo ciascuna di queste soluzioni un impatto di natura ambientale, può essere inquadrato all'interno di quello, più generale, di un impiego efficiente dal punto di vista sociale delle risorse ambientali. Infatti, senza entrare nel merito di questioni teoriche piuttosto complesse, è evidente che l'utilizzazione delle risorse ambientali per la produzione di beni e servizi ha un costo, ma produce anche dei benefici: il costo è rappresentato dal danno ambientale; il beneficio dalla crescita economica. Come contemperare l'esigenza di limitare l'impatto ambientale con quella di favorire la crescita economica, nel tentativo di massimizzare il beneficio netto sociale? A tale riguardo, la teoria economica ha elaborato dei modelli, che tuttavia risultano di difficile applicazione pratica. Il problema dell'approvvigionamento energetico dell'isola costituisce una delle tante applicazioni di questo problema: è possibile conciliare la piena soddisfazione del fabbisogno energetico (e quindi lo sviluppo turistico) con una adeguata tutela dell'ambiente, che oltretutto costituisce la risorsa essenziale per la stessa industria turistica? Non è possibile -per motivi economici oltre che, ovviamente, per motivi etici- distruggere l'ambiente in cui viviamo; d'altra parte, se vogliamo che le nostre strutture ricettive siano in grado di competere con la concorrenza, nazionale ed estera, dobbiamo dare loro la possibilità di dotarsi di tutti quei servizi che sono oggi richiesti dalla clientela e che oltretutto, in base a leggi dello stato o regionali o a direttive dell'U.E., sono indispensabili per ottenere certe classificazioni. Come fare, allora? E' evidente che bisogna cercare di conciliare le due esigenze. Per questo, è necessario non assumere atteggiamenti pregiudizialmente positivi o negativi nei riguardi di certe soluzioni. Ed è pure necessario non essere troppo precipitosi, facendo prevalere da parte di taluni la propria ideologia o da parti di altri il proprio interesse. Per quanto attiene specificamente al progetto Enel, se è vero che il nuovo elettrodotto avrebbe probabilmente un impatto ambientale eccessivo, è vero pure che, invece, non deve essere ostacolata la volontà della società di procedere alla sostituzione del cavo sottomarino che porta l'energia elettrica all'isola, se si ritiene che esso sia obsoleto e non più affidabile. Sono indispensabili comunque studi seri ed approfonditi. Ed è opportuno che tutti si siedano ad un tavolo per individuare, nell'interesse comune,le soluzioni migliori. Naturalmente, quando diciamo "tutti", ci riferiamo, oltre ad Enel, Terna, Regione Toscana, ecc., principalmente ai nostri amministratori, sindaci in testa. Perché non può essere da solo un ente non elettivo (che oltretutto ha competenza solo su circa il 50% del territorio), per quanto assai importante, insieme a rappresentanti della regione e della provincia, a decidere il futuro nostro e dei nostri figli.


Elba foto satellite ingrandita

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