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Puliamo il nostro mare

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 23 maggio 2003

Oltre 150 località, tantissime spiagge e arenili ma anche fondali e rive dei fiumi saranno presi d'assalto, sabato 24 e domenica 25 maggio, da tutti coloro che hanno risposto all'appello di Legambiente per partecipare a "Spiagge e Fondali Puliti". L'operazione è organizzata in collaborazione con COREPLA, (Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclaggio e il Recupero dei Rifiuti di Imballaggi in Plastica) e CIAL, (Consorzio Imballaggi in Alluminio) e per il tredicesimo anno consecutivo migliaia di volontari dell'associazione ambientalista e tutte le persone che vogliono dare una mano si danno appuntamento su e giù per la Penisola, muniti di guanti, rastrelli e sacconi della spazzatura. Combatteranno contro gli innumerevoli rifiuti che si sono accumulati durante l'inverno su sponde e spiagge: un gesto piccolo ma concreto in difesa dell'ambiente e di quegli ecosistemi delicatissimi e poco rispettati che sono il mare e i corsi d'acqua. Per ricordare che i rifiuti che tappezzano le coste non sono piovuti dal cielo né prodotti dal mare ma provengono tutti dalle nostre cattive abitudini. E per questo motivo, grande attenzione verrà dedicata ai fiumi, che veicolano una buona parte dei rifiuti che finiscono in mare. Lo scorso anno, le oltre 130mila persone che hanno partecipato all'iniziativa, in 250 località, hanno rimosso 45 tonnellate di rifiuti. Una montagna composta al 60% di plastica, al 15% di metallo, al 10% di vetro, poi di carta (5%), di legno (5%) e di altri rifiuti (5%). Nella classifica dell'immondizia da spiaggia stilata da Legambiente dopo la raccolta, le buste e le bottiglie di plastica arrivano dopo i cosiddetti "microrifiuti". I residui più comuni sono risultati infatti i mozziconi di sigaretta e i bastoncini cotton fioc, seguiti dalle cannucce per le bibite, stecchi dei gelati. Questi rifiuti più piccoli, però, sono anche i più fastidiosi perché s'infilano nella sabbia e sono molto difficili da pulire. I rastrelli dei bagnini hanno denti troppo larghi e servono quindi appositi retini o setacci, per raccoglierli uno per uno. Sono inoltre pericolosi per i bambini piccoli che, giocando con la sabbia, spesso li mettono in bocca. "La sabbia può nascondere ma non elimina i rifiuti per magia - ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Ermete Realacci - e ogni piccolo rifiuto produce un grande inquinamento, tanto più sulla spiaggia, dove, se non raccolto, resta nell'ambiente a lungo". Ci vogliono infatti da 10 a 20 anni perché si disintegri una busta di plastica, 500 anni per una lattina, 1.000 anni per una bottiglia di vetro mentre una bottiglia di plastica può rimanere nell'ambiente all'infinito. "Per fortuna - ha proseguito Ermete Realacci - l'abitudine d'abbandonare in spiaggia sacchetti e bottiglie è sempre meno diffusa. Molto spesso si continuano però ad abbandonare vicino all'asciugamano le cannucce, i tappi, le stagnole dei pacchetti di sigarette e soprattutto le cicche che possono rimanere nell'ambiente anche per 5 anni". Per eliminare il problema basterebbero pochi semplici accorgimenti, come utilizzare una bottiglietta o una lattina vuota come portacenere d'emergenza, da smaltire poi a fine giornata nel modo più corretto possibile. Intanto, però, in un tratto di spiaggia grande come un campo di calcio è possibile raccogliere ogni giorno da 1 a 3 sacchi d'immondizia. Per quanto riguarda l'arcipelago toscano, i volontari ripuliranno la piccola insenatura sabbiosa di Cala Giovanna a Pianosa, una delle spiagge più integre d'Italia, simbolo del Mediterraneo da salvare. La pulizia si estenderà anche a tratti di coste vicine.


spiaggia gentini elba nascosta

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