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Controcopertina: Polemica risposta della CGIL a Bruno Paternò

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 28 febbraio 2007

Con ritardo abbiamo letto la lettera stizzosa del Sig. B. Paternò che ci riguarda. Ad una prima lettura abbiamo pensato ad un virus che avesse colpito il nostro computer ed in conseguenza di ciò, che ci fosse stato un miscuglio di pezzi del “Vernacoliere” insieme a vecchi numeri del glorioso “Male”, però abbiano scartato queste ipotesi, perché li c’era troppa intelligenza. Poi man mano che la lettura si ripeteva abbiamo pensato che per uno scherzo del destino, fosse stato pubblicato qualche documento che l’estrema destra politica faceva girare in qualche circolo ristretto, dove il nemico da demonizzare era sempre la sinistra e le forze sociali progressiste. Poi ci siamo arresi, quando c’è stato detto che l’estensore di cosi tanta raffinatezza esisteva veramente. Dobbiamo dire che eravamo incerti se rispondere, perché è nostra abitudine dialogare ed argomentare rispetto a legittime posizioni diverse, non ad offese gratuiti e senza una logica se non quella di infangare gratuitamente. L’estensore dice che non fa un’equazione fra sindacato e terrorismo e ciò dicendo nomina una nostra bandiera, Guido Rossa (nella foto NDR), facendo sottintendere che oggi il terrorismo si infiltra fra di noi, perché noi, con il nostro lavoro fatto male, costruiamo il brodo di cultura dove loro si possano muovere. Si dovrebbe vergognare di ciò che scrive, dal momento che il sindacato è sempre stato un bersaglio ed un nemico del terrorismo e che oggi ci sono diversi compagni, oggi!, che vivono sotto scorta visto che il terrorismo li ha individuati come nemici. Inoltre se ci è consentito, l’estensore sappia che nel sindacato vige una norma statutaria che tutti i dirigenti, dal delegato al Segretario Generale, vengono eletti dai lavoratori sempre a voto segreto e si muovono su un mandato preciso che gli da il Congresso e gli organismi direttivi, che verificano in continuo il loro operato. Per quanto riguarda i permessi o in generale l’agibilità sindacale, capisco che all’astensore gli piacerebbe tornare ai tempi gloriosi, quando i sindacalisti non potevano stare nei luoghi di lavoro, quando venivano licenziati e non solo! D’altro canto, al di la di quello che pensa l’estensore al consolidamento ed all’allargamento della democrazia e della partecipazione democratica, a concorso anche la CGIL; se ne faccia una ragione! In quanto a difendere i fannulloni, il sindacato storicamente difende i più deboli e non solo e non sta al giudizio di un “imprenditore” giudicare chi è nel torto o nella ragione; in Italia ci sono le Leggi ed i contratti che regolano i rapporti di lavoro. Inoltre, ci salvi Dio dai demagoghi che pontificano sulle sorti dei lavoratori stando dall’altra parte della barricata, quella cioè di chi comanda e ordina! Noi non sappiamo se il nostro lavoro è sterile e non sta all’estensore deciderlo; caso mai se fosse interessato ci sarebbe un metro per misurare il nostro lavoro ed è quello che, liberamente i lavoratori e le lavoratrici decidono di iscriversi al sindacato; e per fortuna nostra e per scorno suo la CGIL aumenta giorno per giorno, anno per anno.


Guido Rossa

Guido Rossa