Egreg. Sig. Rossi, in qualità di Direttore Tecnico Settore Soft Air dell’Ente di Promozione Sportiva CSEN – Comitato Provinciale di Bologna - chiedo gentilmente spazio per un intervento sul dibattito polemico afferente la manifestazione “Pietra Murata” organizzata dall’Associazione Sportiva Dilettantistica “Api di Mare” affiliata al Comitato CSEN ove opero. Ben lungi dal voler mettere bocca in vicende proprie del territorio elbano, di cui non so nulla, desidero tuttavia prendere posizione in merito alle ripetute ed ingiuriose affermazioni che in particolare Lei ha portato nel confronti dei praticanti il soft air. Etichettando malamente degli sportivi come “Rambi di periferia” o “Ammazzasette di cantonata” non solo contraddice il demagogico esordio del suo intervento, tutt’altro che rispettoso della passione altrui, ma si mostra, palesemente disinformato in materia di soft air, pur nella presunzione di volerne parlare con discernimento, ma in realtà esponendo sulla base di una banale infarinatura informativa non suffragata, come ammette per ragioni di incompatibilità ideologica, da una pratica costante della disciplina e dell’ambiente. Al pari di un Catone censore dei costumi violenti della società, stigmatizzando i softgunners come Guerrieri di plastica, introduce esternazioni pacifiste di stampo retrò non prive, forse per coerenza con linee di pensiero screditate dal Tempo e dalla Storia, di un’enfasi antiamericana assolutamente fuori luogo, visto il tema trattato. Che lo voglia o no, Sig. Rossi (e la cosa è comunque irrilevante), come citato anche in altri interventi, oggi, grazie al lavoro degli appassionati e dei tecnici dell’EPS CSEN, il soft air è uno sport, con tanto di accredito presso il CONI che ne legittima esistenza e pratica e non sta certo a Lei stabilire cosa è sport e cosa non lo è per altro malamente argomentando con immagini “goliardiche” stra-presenti ovunque e soprattutto nei siti “sportivi” a riprova, quindi, che il clichè va bene anche per lo sport del soft air, appunto (vuole che Le trasmetta un po’ di immagini di Pin-up e tifose di Calcio appecorinate?). Ed il bello è che non solo lo CSEN lo accoglie tra le sue discipline ma anche altre realtà associazionistiche di spessore nazionale non temono di trattare la materia: parlo dell’AICS, dell’ACSI e, legga bene Sig. Rossi, della UISP che probabilmente e giustamente nulla trova da eccepire sulla dimensione atletica e sportiva espressa dal soft air. Da decenni attività aggressive e violente se intese in se e per sé (parlo delle arti marziali orientali, del pugilato, del rugby, ecc.), formano la sostanza di sport ampiamente e pacificamente praticati ovunque e da chiunque senza scandali né codazzi polemici dalla consueta e vetusta matrice ideologica. Credo sia duro negare l’esistenza, ad esempio, di campionati italiani o internazionali di karatè o di pugilato dove, in fatto, manca la simulazione ed i colpi portati sono veri e fanno veramente male. Eppure (e ci mancherebbe altro!) nessuno scomoda la Costituzione per dimostrare che gli atleti di questi sport sono dei violenti criminali o degli assassini potenziali, soprattutto considerando che, purtroppo, qualcuno dei praticanti la pelle ce la lascia davvero. Ribadisco: Lei, nonostante dica il contrario, è veramente poco aggiornato in tema di soft air e questo, di per sé, non è una colpa dato che è quanto mai libero di scegliere quali sport praticare o seguire. Ma la sua libertà di scelta e di espressione deve trovare il consueto limite della pari libertà altrui che, sventolata all’inizio del suo intervento denigratorio, in effetti è stata ripetutamente calpestata dal tono offensivo e fazioso tenuto nel giudizio certamente critico ma non costruttivo da Lei espresso. Per non parlare, poi, della fraseologia impropria e fuorviante: sorridendo dell’idea che avvalersi del latino faccia “puzzicchiar di littorio” (atti legali e sentenze di Corti di Tribunale, inclusa la Cassazione, sono piene di citazioni latine e sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i giudici della loro presunta maleodoranza littoria…), con disinvoltura addita i softgunners come bambinoni cui raccomandare di “…non fare troppo danno..”: e queste raccomandazioni chi le dovrebbe fare? E quali danni farebbero i softgunners? E’ mio parere, confortato da circostanze e fatti oggettivi, che l’uso della violenza “sociale” in forma organizzata e paramilitare oggi vada ricercato in ben altri contesti associativi (soprattutto non softeristici) dove, proprio in nome della pace e dell’anti-globalizzazione, si saccheggiano le città e si distruggono le altrui proprietà, oppure si pianificano (e si compiono) omicidi con finalità eversive, previo addestramento militare praticato con armi vere non con inoffensive similmitraglie. Ma allora, visto che nei contesti citati, proprio per incompatibilità ideologica, softgunners non ce ne sono, (in fondo sono solo poveri guerrieri di plastica da sculacciare) che trattamento pensa di riservare a chi i danni li fa davvero e si addestra davvero per ammazzare la gente, non irridendo ma violando consapevolmente i Precetti Costitiuzionali? Mi saluti gli Ammazzasette, Sig. Rossi, ma soprattutto li vada a cercare dove sono e smetta di offender gli sportivi del soft air. La saluto e, naturalmente, se cambierà idea, Ci potremo incontrare il prossimo anno alla III Edizione del Torneo di Soft Air organizzato all’Elba dagli atleti delle “Api di Mare”. Fabrizio Paolini – Direttore Tecnico Settore Soft Air – CSEN Comitato Provinciale di Bologna Egregio Sig. Rossi,ho seguito le "botte e risposte" relative al soft air. Vorrei esprimere le mie opinioni in riguardo.Sono una ex giocatrice (e me ne vanto) e una mamma.Non condivido affatto tutto quello che lei afferma.Non credo che lei si sia documentato,o se lo ha fatto,ha cercato nel posto sbagliato.Come si dice..."le mele marce ci sono da tutte le parti...",come nella politica del resto. Fino a due anni fa,per anni,nella mia casa avvenivano le riunioni dalla Api di Mare.Alcuni ragazzi li ho visto crescere proprio in casa mia,e le posso assicurare che non è da tutti a 17..18...20 anni,passare i sabato sera ad organizzare giochi,tornei importanti,sistemare mimetiche,costruire finte bombe che di dannoso hanno solamente una luce rossa ed un piccolo "bip".Ho giocato per diversi anni,e devo dire che alcune volte era difficile potersi sdraiare in terra,non perchè era pieno di pallini delle armi soft air,ma perchè c'erano preservativi buttati,bottiglie vuote,giornalini pornografici,pacchetti di sigarette,elettrodomestici............e siringhe,magari proprio di quei "bravi ragazzi" che ci ritengono dei bambini.Da mamma,le ammetto che sarei ben felice se mia figlia tra qualche anno volesse unirsi alle Api,piuttosto che vederla a 15 anni in giro con qualche gruppo di disperati che per ammazzare il tempo scrivono messaggi sui muri,o,annoiati si fanno le canne sul muretto delle Ghiaie. E vorrei concludere dicendo che non sono stata chiamata in aiuto dalle Api di Mare,come lei pensa,ma mi ha tirato in ballo lei,offendendo tutti quelli che credono in questo sport.Cordiali saluti. Valentina Ceccherelli
Softair 2007 1