Nessuna spiaggia dell’Elba compare nelle 90 località italiane alle quali è stata assegnata la Bandiera Blu. Il riconoscimento che viene attribuito ogni anno dalla Fondazione per l'educazione ambientale (Fee) in collaborazione con altri Enti, ha snobbato, ignorato, o per meglio dire bocciato tutte le nostre spiagge. E pensare che la Toscana è stata incoronata la reginetta del mare con ben 13 Bandiere, seguita dalla Emilia Romagna con 8. E pensare che una bandiera blu è stata innalzata sul litorale di Tirrenia, ed anche di Viareggio, nonostante che ad una primo, profano colpo d’occhio il mare dell’Elba risulti di una trasparenza tale da far intorbidare le altre sbandierate spiagge. Se si pensa poi che sono passati quasi venti anni dalla nostra ultima spiaggia blu (le Ghiaie nel Comune di Portoferraio), c’è da chiedersi cosa non vada in una Isola baciata dalla natura, che pur nel suo minuscolo perimetro, si bagna i piedi in mille variegati modi, dall’eurite candida, ai chicchi di granito, alla sabbia più fine. Cosa non va ce lo dicono i criteri internazionali con i quali vengono assegnati i riconoscimenti: la perfetta depurazione delle acque reflue, raccolte differenziate, aree pedonali, piste ciclabili e aree verdi. Dove la natura crea, l’uomo compensa, scartavetra, livella ciò che altrimenti parrebbe un eccesso di prodigalità, una remunerazione di bellezze naturali fuori luogo per delle prestazioni umane davvero immeritorie. Così si pensa bene di far rimanere almeno il 70% della depurazione fuori i limiti di legge, di offendersi quando la Provincia raccomanda la raccolta differenziata, di far calpestare da qualsiasi quattroruote tutto il calpestabile possibile e via dicendo. Ma occorre aggiungere, e ce lo conferma Umberto Mazzantini di Legambiente, che i criteri della Fee sono circoscritti alla spiaggia e non tengono in considerazione altre caratteristiche importanti quali ad esempio la fruibilità del territorio circostante, mentre per le assegnazione delle Cinque Vele il Cigno Verde attribuisce a questi fattori determinanti coefficienti. “E’ comunque una preoccupante classifica – continua Mazzantini - che ci fa capire quanto ancora ci sia da lavorare, soprattutto nel settore della depurazione che è il parametro che più penalizza l’Elba”. Novanta spiagge migliori delle nostre, dove anche la Sicilia e la Sardegna arrancano ultime, dove probabilmente non basta lo sviluppo sostenibile o la conservazione sostenibile, ma occorre il recupero di ciò a cui è stato assegnato un preoccupante debito formativo.
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