Che cosa succede al Faro di Montegrosso? La domanda arriva dal circolo di Legambiente Arcipelago Toscano che ha mandato una lettera al sindaco di Rio Marina e al presidente del Parco nazionale arcipelago toscano sulla scia di diverse segnalazioni arrivate da escursionisti. Il Faro è della famiglia Protti dal 1970. Igor, l’ex calciatore, lo ha ereditato dal padre e ha deciso alcuni anni fa di ristrutturarlo anche per un motivo affettivo. Come detto Legambiente, raccogliendo le segnalazioni di diversi escursionisti preoccupati «della situazione del grande faro di Monte Grosso, nel Comune di Rio Marina e nel territorio del Parco Nazionale dell´Arcipelago Toscano» si sono recati a verificare constatando «che sono in atto lavori che più che l´aspetto di un recupero e ristrutturazione del bene hanno l´aspetto di una demolizione di alcune caratteristiche peculiari del faro». In particolare, segnalano, «il soffitto completamente demolito, comprese le travature, gli elementi in ferro e gli arredi caratteristici della costruzione (cupolino, ringhiere, parapetti, ecc); i grandi aggetti in granito giacciono sparsi accanto alla struttura ed alcuni mostrano evidenti lesioni, rotture, fratture che sembrano dovuti alla loro asportazione; l´interno, tranquillamente accessibile, ormai un ammasso di macerie non asportate con pericolosissimi travi ed oggetti metallici in bilico. Il tutto in prossimità della Grande Traversata elbana (Gte) il percorso trekking più frequentato dell´Elba». «Non essendo presente in loco – continua l’associazione ambientalista - nessun cartello di cantiere attestante le concessioni, la natura dei lavori, i progettisti e la ditta esecutrice ed essendo il cantiere "delimitato" da una rete in materiale plastico verde evidentemente in stato di abbandono, siamo a chiedere se quanto eseguito ed in via di realizzazione sia stato autorizzato e se sia conforme alle eventuali concessioni comunali rilasciate ed ai vincoli ambientali, storico-culturali e paesaggistici ricadenti sul luogo e sulla struttura. Se quanto eseguito ed in via di realizzazione sia conforme all´eventuale nulla-osta rilasciato dal Parco Nazionale dell´Arcipelago Toscano». L’architetto responsabile della ristrutturazione è Marco Cardenti al quale abbiamo rivolto le domande sollevate da Legambiente per cercare di fare chiarezza sulla situazione. «Si tratta di un progetto di ristrutturazione di un complesso di abitazioni già esistenti – spiega l’architetto Cardenti - . senza ampliamenti, quindi. Il Faro appartiene alla famiglia di Igor da tanto tempo e alcuni anni fa ha deciso di ristrutturalo. Abbiamo ovviamente chiesto la concessione edilizia che il Comune di Rio Marina ci ha dato nel giugno del 2006. Sulla base anche dei pareri espressi dall’Usl, dall’Ente Parco e dalla sovrintendenza di Pisa». Secondo Legambiente non c’è alcun cartello di cantiere attestante le concessioni, la natura dei lavori, i progettisti e la ditte esecutrice. E’ vero? «Il cartello ce l’ho messo io e se ora non c’è vuol dire che è caduto. La recinzione era già stata rimessa a posto prima di Natale e se ora è caduta non lo so. I lavori, tra l’altro, al momento sono fermi. La zona non è facile da raggiungere e io non sono tutti i giorni lì. Verificherò che cosa è successo. Tra l’altro va segnalato che la strada per arrivare al faro non è di Protti perché è vicinale, ma nonostante questo è già stata ripulita a sue spese e sarà anche da lui rimessa completamente a posto». Perché è stato demolito il soffitto? E gli aggetti di granito sparsi per terra? «E’ tutto in regola e per ristrutturare era inevitabile smantellare e quindi fare quegli interventi. Ma i graniti sono stati appoggiati in terra perché abbiamo l’obbligo di rimontarli, tutto deve essere fatto come era prima perché ce lo impone la sovrintendenza. E questo vale anche per i colori, dobbiamo mantenere quelli originali». Che cosa è previsto nel progetto? «Saranno fatte alcune abitazioni». Ci sarà quindi bisogno di acqua e elettricità? «L’acqua l’abbiamo trovata e abbiamo già depositato la domanda alla Provincia di Livorno per fare un pozzo. Come sistema fognario abbiamo previsto un impianto di fitodepurazione. Per l’elettricità con l’Enel abbiamo previsto una linea interrata, nessun traliccio quindi. Ci saranno poi pannelli solari e fotovoltaici». greenreport.it
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