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L'Elba potrebbe captare il gas algerino che le passerà sotto il naso

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 14 febbraio 2007

W Legambiente chiede anche agli 8 sindaci elbani di dire un no netto alla riconversione a carbone della centrale di Tor del Sale a Piombino, che nel referendum di 20 anni fa fu bocciata all'Elba con percentuali bulgare. Il Presidente del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, Mario Tozzi, ha giustamente chiesto agli elbani che non vogliono un nuovo elettrodotto se sono anche disposti ad essere più virtuosi, a consumare meno e meglio ed a produrre energia pulita dal sole e dal vento. Ma in tutta questa discussione sull'energia rischia di rimanere in ombra un elemento che da solo potrebbe cambiare le carte in tavola: la costruzione di un secondo gasdotto tra l'Algeria e l'Italia, che dovrebbe essere realizzato per il 2008. Il metanodotto (vedi cartografia allegata) approderà a Piombino sfiorando l'Elba o addirittura attraversandola, a realizzarlo sarà Galsi, controllata per il 13,5% da Enel, cioè da chi gestisce Tor del Sale e vuole costruire il nuovo elettrodotto all'Elba, e dovrebbe trasportare 8 miliardi di metri cubi di gas all'anno, di cui una quota sarà destinata alla metanizzazione della Sardegna, mentre la parte restante sarà immessa nella rete nazionale di trasporto del gas. Proprio per questo Consiag, l'azienda pratese del gas e dell'acqua vorrebbe sbarcare all'Elba diventando "socia" di Esa, che gestisce i rifiuti sull'isola, «la Toscana - si legge in una nota del Consiag - in grave ritardo, arranca per cercare di rientrare nella partita. Eppure il territorio regionale è pienamente "investito" dall´opera, che come in Sardegna porterà per la prima volta il metano all´Elba e che utilizzerà Piombino come luogo di sbarco in Italia». Per l'Assessore regionale all'ambiente Marino Artusa «il gasdotto è strategico e Galsi deve tenere conto che l´infrastruttura arriva in Italia approdando in Toscana». Legambiente Toscana dice da tempo che tre nuovi punti di accesso per l'approvvigionamento di metano (rigassificazione Olt al largo di Livorno; quello di Rosignano; metanodotto a Piombino) sulla costa livornese, prefigurano la Toscana come "nuova porta del gas" in Europa e tradiscono la volontà di mantenere gli attuali trend di crescita della domanda energetica senza intervenire sulla qualità con meccanismi di riduzione dei consumi e di ricorso alle rinnovabili, solare ed eolico in primis. Per questo Legambiente chiede che quel metano serva alla riconversione delle centrali elettriche inquinanti di Livorno e Tor del Sale, che qualcuno vorrebbe convertire a carbone. Chi governa questa operazione di così grande rilevanza economica e ambientale? Quali effetti determinerebbe sul territorio e sulle comunità locali? Ce lo chiediamo e ci chiediamo anche se qualcuno degli amministratori locali elbani, in previsione del passaggio del "tubone" algerino nel nostro mare e forse sul nostro territorio abbia chiesto quelle contropartite ambientali e sociali che in altri luoghi vengono normalmente avanzate e quasi sempre concesse. Per quanto riguarda l'elettrodotto e l'appello di Mario Tozzi, crediamo che il metano che rischia di passarci sotto il naso potrebbe essere utilizzato all'Elba anche per affrontare quei picchi di consumo estivo che renderebbero necessario l'elettrodotto elbano, magari riattrezzando una piccola centrale a gas all'Elba e sfruttando il tutto anche per la cogenerazione e la produzione di caldo/freddo. Insomma il metano potrebbe essere quel qualcosa in più che ci potrebbe permettere di ragionare subito, presto e bene di energia senza avere sulla testa la spada di Damocle di un black out stivo. Perché nessuno si muove per chiedere a Galsi - e all'Enel - di discutere di come si utilizzerà il metano che sta per passare dall'Elba?


Galsi gasdotto percorso

Galsi gasdotto percorso