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Una "riflessione globale" sui servizi idrici da parte del Presidente dell' AATO 5

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 10 febbraio 2007

Il tema della regolazione dei servizi idrici e del ruolo svolto dalle amministrazioni pubbliche nella Autorità di controllo, le cosiddette AATO, è di grande attualità e vi è una sensibilità ed una attenzione particolare anche per le inchieste delle associazioni dei consumatori e il rilievo giornalistico che, giustamente, viene loro dato anche sulla stampa locale. L’argomento di maggiore visibilità è indubbiamente quello della ”tariffazione” con raffronti e classifiche a livello nazionale, non sempre correttamente impostate, sempre più spesso associato anche a quello dei consumi e degli scarichi a causa di una sviluppata, maggiore sensibilità ambientale. Le riflessione su questi temi impone di pensare a meccanismi disincentivanti lo spreco, di perseguire un uso più razionale delle risorse e di prestare la dovuta attenzione non solo all’acqua fornita ma anche all’acqua usata che va restituita all’ambiente con impatti sostenibili. Riorganizzare i servizi idrici nel presupposto della totale riconduzione dei costi sulla tariffa pagata dagli utenti, salvo le quote di cofinanziamento pubblico degli investimenti dalle quali è impossibile prescindere, ed in una logica territoriale solidaristica quale è rappresentata dalla “tariffazione unica”, implica veramente uno sforzo di massima attenzione a tutte le problematiche: ambientali, sociali in termini di correttezza impositiva ed equità, politiche di trasparenza, rappresentanza delle diverse istanze e condivisione delle scelte da operare. Non starò pertanto a negare quella che è una evidenza, ossia che il costo dell’acqua - meglio del servizio idrico integrato – è da noi più caro che altrove nè ad addurre nuovamente le motivazioni che, obiettivamente, possono fornire larga parte delle giustificazioni. Vorrei invece, con questo breve contributo, illustrare quali sono stati gli sforzi da noi compiuti e, più avanti, quali saranno le prospettive cui ci troviamo di fronte. Abbiamo provveduto: - alla previsione, sin da subito, di una specifica categoria di utenza cui poter riservare un trattamento di particolare attenzione, costituito dalle utenze domestiche “corrispondenti a nuclei familiari residenti”, in quanto contraddistinte da una costanza di consumo nel corso dell’anno perché determinato dagli “usi domestici essenziali” e da quelli “ordinari” connessi alla funzione abitativa permanente, prevedendo articolazioni con maggior impatto per le atre tipologie di utenza; - a regolamentare in maniera chiara la categoria degli usi pubblici, a partire dalle caratteristiche soggettive dell’intestazione, superandole nel caso di chiara ed evidente situazione “oggettiva” dell’uso, indipendentemente dalla indicazione formale della intestazione; - a prevedere condizioni di agevolazione per gli usi corrispondenti alle associazioni di volontariato e di promozione sociale risultanti iscritti nei registri regionali; - a far precedere l’approvazione della Carta e del Regolamento del s.i.i. da una lunga fase di consultazione con le amministrazioni comunali e le associazioni rappresentanti interessi diffusi, in particolare con le Associazioni dei Consumatori, concertandone i contenuti, che presentano importanti elementi di innovazione, anche culturale, e di bilanciamento tra la sfera dei diritti e dei doveri dell’azienda erogatrice e dell’utenza; - ad introdurre, sulla base della condizione economica dei nuclei familiari su indicatore ISEE, forme di agevolazione tariffaria di cui hanno beneficiato a partire dal 2006 c.a. 700 situazioni, quale misura minimale di sussidio sociale ottenuta grazie al consenso implicito di tutti gli altri utenti; - ad istituire nel dicembre 2005, primo esempio applicativo in Toscana, un Comitato Consultivo del Servizio Idrico Integrato che vede rappresentate tutte le Associazioni dei Consumatori iscritte all’Albo ufficiale presenti sul territorio, un esponente per ciascuna delle categorie produttive dell’industria, commercio ed artigianto, le sigle sindacali confederali ed una associazione quale espressione del mondo ambientalista; la partecipazione al comitato è stata sinora sempre garantita dalla maggioranza delle associazioni dei Consumatori e del mondo produttivo, consentendo allo stesso di operare come organo consultivo e propositivo, oltre che di approfondimento dell’operato dell’Autorità. Passando adesso agli aspetti di prospettiva vorrei riservare in particolare alcune riflessioni riguardo la tariffazione, e quindi il costo del servizio, soprattutto per quanto riguarda la particolare attenzione che intendiamo riservare alle “utenze domestiche residenti” ed in generale alle dinamiche tariffarie future. E’ evidente come la produzione di minori fatturati per questa categoria di utenza, quindi di minori ricavi per il gestore, debba essere compensata con equivalenti maggiori ricavi dalle altre categorie di utenza, a partire dagli usi domestici dei “non residenti”, che quindi vanno individuate come tali implementando le informazione degli archivi, mai sinora aggiornati. Questo è il motivo per cui abbiamo deciso di riconoscere come “ricavi potenziali” quelli che il gestore avrebbe ipoteticamente dovuto conseguire dalla maggiorazione delle quote fisse, già stabilite sin dal dicembre 2001, ritenendo però nel contempo che fosse necessario portare a compimento un preventivo lavoro di incrocio con gli archivi anagrafici dei comuni, anche se ciò avrebbe comportato un allungamento dei tempi, al fine di minimizzare il ricorso ai criteri presuntivi e le conseguenti ulteriori rettifiche che sono sottoposte all’attenzione in questi giorni. Le verifiche in corso sulle “utenze finali singole” devono essere estese dal gestore anche alle “utenze aggregate condominiali” (che contraddistinguono le situazioni nelle quali è stato impossibile contrattualizzare i singoli utenti finali) mediante una fase preliminare di incrocio con gli archivi TARSU/TIA in modo che anche in questi casi si abbia una fatturazione speculare a quella delle altre utenze, come previsto dalla Carta del Servizio già nella versione del 2005. Non è per noi giustificabile rinunciare, di fronte ad una qualche complessità del sistema di verifiche indotte dalla tecnica di fatturazione, alla esatta individuazione della composizione dell’utenza aggregata in termini di utenze finali, ripiegando sulla più facile, ma meno equa, assimilazione di tutte le utenze condominiali ad “utenze domestiche residenti”. Da nostri riscontri, in tali utenze aggregate possono essere individuate numerose utenze corrispondenti a “domestici non residenti” (soprattutto nella fascia costiera a vocazione turistica) e ad “altri usi non domestici” (basti pensare alla presenza di commercio e terziario nei centri degli agglomerati più importanti), da assoggettare a diversa tariffazione. Con l’opportunità del recupero di questi importanti margini di ricavo sarà possibile ritagliare condizioni di minore imposizione tariffaria per gli utenti “domestici residenti” già a partire da questo anno, ed in maniera più significativa dal prossimo anno, tentando l’introduzione di una personalizzazione dello scaglionamento, soprattutto delle fasce in agevolata e base, in conseguenza della numerosità dei nuclei domestici, una volta che anche questa informazione sarà ricavata dalle anagrafiche dei comuni. Inoltre, nella ridefinizione della tariffazione di ambito, conseguente alla prima revisione in corso di chiusura, nel confermare che non vi sarà alcuna modifica sui livelli tariffaria applicati in via transitoria nel 2005 e 2006 (da notare che la tariffa 2006 ha avuto solo l’incremento dell’ inflazione programmata dell’1 ,7% sul 2005!), dopo un sensibile aumento del 2007 sul 2006 necessario a riallineare il sistema, si convergerà, nel giro di un triennio, a livelli di aumento reale piuttosto contenuti, dell’ordine dell’1 – 2%, determinati essenzialmente dall’incidenza delle componenti di costo connesse agli investimenti, per i quali è stato fatto un lavoro di estrema razionalizzazione e valorizzazione delle contribuzioni pubbliche conseguite. Infine un auspicio: se veramente si crede nel ruolo dell’ AATO come organo efficace di regolazione e di controllo diretto da parte delle amministrazioni sui servizi pubblici locali forniti ai propri cittadini, che opera con la dovuta trasparenza nell’interesse generale, sarà possibile creare partecipazione e consenso alle scelte assunte per consentire l’erogazione di un servizio il cui prezzo, anche nel panorama nazionale, non debba più ritenersi ingiustificato.


fosso val di denari

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