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A Sciambere Venatorio

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 09 febbraio 2007

Caro Sergio, conservo ancora da qualche parte (tendo a non buttare via niente) una cartolina tua e di Patrizia spedita non ricordo da dove, sulla quale, al posto dei soliti saluti, avevate scritto: “NUCLEARE? SI’ GRAZIE!”. Era la risposta, bonariamente provocatoria, a una cartolina che vi avevo inviato qualche tempo prima e che raffigurava il sole che ride e la scritta: NUCLEARE? NO GRAZIE! Eravamo verso la fine degli anni ’70 (allora il PCI era molto tiepido verso i temi ambientalisti) e tra noi si era instaurato questo gioco sul filo della provocazione. Ho quindi apprezzato in questi anni, leggendoti quotidianamente, l’impegno tuo e del giornale rispetto ai problemi dell’ambiente, elbano ma non solo. Fino a quando, stamattina, mi sono trovato davanti il comunicato della Federcaccia di Capoliveri che faceva bella mostra di sé sul tuo (nostro) giornale. Hai giustamente stigmatizzato i raid motocrossistici nei boschi elbani, gli abusi edilizi che hanno fatto scempio di alcuni posti tra i più belli della nostra isola e poi fai da portavoce a una categoria che con l’ambiente ha veramente poco a che fare. Sono rimasto francamente sorpreso. E’ giusto dare spazio a tutti, ma non in maniera così acritica. Se quel comunicato fosse stato il pretesto per un commento critico sui danni che la caccia produce, soprattutto in un posto come l’Elba (basti pensare all’introduzione dei cinghiali), allora avrei condiviso la tua scelta, ma così… Un abbraccio Marcello Cimino Caro Marcello Primo una spiegazione una trentina d'anni dopo o giù di lì, il PCI sarà stato pure tiepido sulle tematiche ambientali io personalmente poco tiepido anzi direi punto. Anche io ogni tanto frugo tra le cose vecchie e mi sono ritrovato il testo di un intervento ad un congresso del 1978: era articolato su cinque punti i primi due erano una chiosa di uno scritto di Berlinguer: li avevo titolati rispettivamente: "il confronto dei prossimi anni tra il sud ed il nord del mondo" e "la parità tra uomo e donna inizia dal lavello dei piatti" il terzo era "necessità di nuovi strumenti di salvaguardia per l'ambiente elbano" il quarto "la discarica comprensoriale: un accordo tra i comuni per non finire sommersi dai rifiuti" il quinto "la semplificazione istituzionale all'Elba" (sul quinto punto mi dette ragione Battaglini, mi presero a pernacchie i riesi, tutti gli altri mi guardarono con un aria di commiserazione). Non rivango tutto ciò per fare (avrebbe detto Fortebraccio) come La Malfa (Ugo) che ha passato 3/4 del suo tempo terreno a dire "L'avevo detto io ...", ma per posizionarmi dove stavo. La risposta alla tua cartolina non era quindi da intendersi come una professione di fede nuclearista (ho i testimoni che così non è mai stato) bensì come un ugualmente provocatorio rifiuto dei Verdi (i verdi di allora), che consideravo, lo sai benissimo, un po' troppo fru-fru e radical chic. Ricordo che perfino la definizione di "verde" (capitava già allora me l'affibbiassero) mi faceva incazzare come una iena, la risposta standar che davo era: "Non sono verde, sono un ambientalista rosso". Ciò premesso credo, andando avanti con gli anni di avere acquistato un po' in tolleranza ed in pragmatismo: personalmente non ucciderei mai un animale, sono convinto che in una zona protetta è assurdo cacciare e sono pure dell'opinione che l'Arcipelago dovrebbe essere totalmente una zona protetta, ma finchè la Repubblica Italiana consente a dei cittadini di esercitare la caccia nella mia isola non posso trattarli alla stregua di chi infrange la legge come gli abusivisti edilizi, i motocrossisti nel Parco, o quelli tra gli stessi cacciatori che esercitano il bracconaggio, che vanno stangati senza pietà. Certo che mi si pongono problemi di coscienza ma la linea di questo giornale è stata (con una sola motivata eccezione) sempre quella di pubblicare tutto ciò che ci giunge (compreso le lettere di insulti al direttore) da associazioni e da singoli. Non trovo contraddittorio quindi impegnarmi (e dirigere un giornale impegnato) per una estensione dei vincoli di salvaguardia e dare contemporaneamente diritto di cittadinanza a chi la pensa in maniera diametralmente opposta alla mia su questo giornale, credo anzi che tutto ciò sia un qualcosa che differenzia Elbareport ed abbia anche contribuito al suo (modesto) successo. A dirtela tutta poi, poiché sono coinvinto che la maturazione culturale funzioni più efficacemente, almeno alla lunga, delle misure coercitive, quest'isola mi piacerebbe liberata dalle attività venatorie, ancor più che dai decreti, da generazioni di isolani più sensibili al rispetto dell'ambiente e della vita in tutte le sue forme. ricambio l'abbraccio


cacciatore

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