Qualche anno fa dirigenti nazionali del centro destra calavano all’Elba per marciare a fianco di chi non voleva il Parco. Qualcuno, come Borghezio della Lega, occupando i pontili per impedire la partenza del traghetto, giunse al punto di invitare gli elbani a fare come fanno in Corsica (!). Anche l’attuale commissario Barbetti fece la sua parte firmando con gli altri sindaci il ricorso al Tar per l’annullamento del decreto istitutivo del Parco. Fa piacere, oggi, vedere come si cambia. Matteoli, ministro in carica del governo Berlusconi, non viene più all’isola per sostenere la campagna elettorale del sindaco del Giglio Landini contro il “piombinese” Mussi, reo di battersi a favore del Parco, ma, al contrario, per dichiarare che “il Parco deve essere amato perché non rappresenta solo vincoli e controlli”. E il commissario (a vita?) Barbetti riconosce, bontà sua, che “l’Elba è di per sé un parco naturale e per questo è giusto parlare di conservazione sostenibile”. Parole sacrosante! Peccato che non siano state dette quando altri, come i dirigenti della sinistra e i rappresentanti delle associazioni ambientaliste e in particolare di Legambiente, venivano presi a pesci in faccia dai loro amici dell’antiparco e dai teorici “dell’Elba agli elbani” (altro che Unesco e patrimonio dell’umanità!). Comunque, come si dice, meglio tardi che mai. Sempre che siano parole sincere e coerenti per un impegno vero a favore delle aree protette. Ma è proprio così? Matteoli e Barbetti, An e Casa delle libertà, si sono davvero convertiti a una politica di difesa dell’ambiente e dei parchi? C’è da dubitarne se si considerano questi primi due anni di governo Berlusconi e, in particolare, l’ultima legge finanziaria e i provvedimenti più recenti. In questi giorni, infatti, il Governo, esautorando completamente e per lungo tempo il Parlamento, sta cercando di attribuire ad una commissione di esperti di nomina ministeriale il compito di riscrivere gran parte della legislazione ambientale, stravolgendo tutte le norme riguardante rifiuti, la difesa del suolo, le bonifiche, le aree protette, la VIA, le acque, l’inquinamento atmosferico e il danno ambientale. E’ del Governo la responsabilità di aver facilitato, con il decreto 198 del 2002, la installazione di antenne e impianti per le telecomunicazioni, abolendo l’obbligo della valutazione dell’impatto ambientale e scavalcando in tal modo le competenze degli Enti locali. Inoltre, a fronte delle promesse di Matteoli e di Berlusconi, si registra un taglio di 320 milioni di Euro alle risorse per la protezione civile, di 445 milioni per la difesa del suolo e di 37 milioni per la bonifica dei siti inquinanti. I programmi di tutela ambientale hanno infine subito una decurtazione di 80 milioni di Euro e 5 milioni sono stati sottratti alle già insufficienti risorse destinate alle aree protette. In quanto al commissario, che prima o poi dovrà pur fare le valigie per ripristinare la legalità istituzionale del Parco, non mi pare che il bilancio di attività sia così mirabolante come si vuol far credere. Perché la restituzione delle aree ex minerarie agli elbani era un atto dovuto a cui il Governo, con il tentativo di assegnarle ai privati attraverso un’asta pubblica, intendeva sottrarsi. E perché non è merito di Barbetti la riqualificazione della tonnara dell’Enfola, di Pianosa e del santuario dei cetacei, ma bensì di altri enti e di chi l’ha preceduto. In quanto all’affidamento della ex caserma della Guardia di finanza, io credo che possa essere considerato un altro clamoroso schiaffo all’autonomia degli Enti locali e in particolare al Comune di Portoferraio che da tempo aveva avanzato richieste al Ministero delle finanze. Di contro c’è da dire che nessun atto è stato fin qui compiuto dal commissario del Parco per l’avvio di nuove strategie ecocompatibili e per contribuire alla soluzione di gravi e annosi problemi ambientali, quali la depurazione delle acque, l’approvvigionamento delle risorse idriche, lo smaltimento dei rifiuti solidi e, più in generale, per una corretta pianificazione territoriale.
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