Spero si faccia al più presto il Partito Democratico al quale non aderirò. Sarà probabilmente la forza di centrosinistra più importante dello schieramento dell’Unione, una delle sue gambe fondamentali assieme alla Sinistra, o alle sinistre. Sono diversi e visibili i motivi che spingono in quella direzione, dal maggiore consenso elettorale dell’Ulivo rispetto alla somma di Democratici di Sinistra e Margherita alla capacità di attrazione che la nuova forza avrà verso una parte del centro che sta sganciandosi dall’ egemonia forzista del centrodestra. Appare altrettanto evidente come la mediazione culturale necessaria a mischiare storie così diverse (pensiamo solo alla laicità dello Stato) produrrà una diversa (o percepita come tale) collocazione ideale e culturale del PD rispetto a dove si riconosce parte dell’elettorato che votava un Ulivo nel quale era evidente l’ esistenza di una o più forze di sinistra. La nascita della nuova famiglia politica produrrà probabilmente un divorzio, che si spera consensuale e segnato dalla collaborazione nella crescita del figlio-Governo. Le sirene del Grande Centro non paiono – almeno finora – in grado di sciogliere i nodi che tengono legati ai timoni i navigatori dell’Unione). Ciò che si profila all’ orizzonte è quindi una scomposizione-ricomposizione interna allo schieramento che sostiene Prodi (o domani Veltroni); è un processo che riguarderà – oltre a Margherita e Ds da un lato - anche aree politiche ed elettorali che ritengono necessario accompagnare alla costituzione del PD il contrappeso di un’unità a sinistra più forte e visibile che superi le frammentazioni. Anche all’Elba sarebbe quindi utile, mentre va avanti il processo del Partito Democratico attraverso i passaggi formali dei congressi , aprire anche da sinistra, quella che non entrerà nel PD, una discussione unificante sui temi del governo locale (il nuovo parco, la sanità, la portualità, ecc), un confronto capace di trasformare una diaspora di aree politiche e persone in una forza in grado di organizzare i cittadini e di concorrere al governo locale sulla base di progettualità condivise. Niente di più e niente di meno di quanto prevede la Costituzione alla voce ‘Partiti’.
Costituzione della repubblica italiana