Un nostro attento lettore ci ha segnalato in maniera cortese che forse avevamo esagerato ad aprire per tre numeri consecutivi con le notizie (ed i risultati) di uno studio archeologico, mentre tra l’altro c’era in corso una manifestazione internazionale, una delle poche capaci di convogliare l’attenzione dei mezzi di informazione di massa, alla quale, a parere del nostro critico non abbiamo dato il giusto rilevo. Ripetiamo qui gli argomenti che abbiamo opposto a partire da quello più immediato e viscerale: quando nessuno si ricorderà il nome di uno skipper svedese, Barbara d’Urso avrà la dentiera e il fine dicitore Conti meno capelli di Berlusconi, ci sarà ancora gente che leggerà e studierà la nostra storia leggendo quei graffiti. Il secondo è un po' meno snob e più ponderato. Non sputiamo nel piatto dove mangiamo; questa terra produce una sola merce vendibile: l’ospitalità, ed in questo pacchetto le manifestazioni sportivo-mondane come l’ElbaCup ci stanno e possono essere anche un formidabile strumento promozionale per l’Elba ed è giusto organizzarle. Ciò affermato da chi giudica un'autentica spazzatura voyeuristico- televisiva il Grande Fratello (chissa quanti fan della "casa" avranno letto Orwell?) zone e personaggiucoli limitrofi. Il disimpegno fa parte della nostra vita, è una componente perfino necessaria, ma ci domandiamo se è giusto concentrare sul disimpegno i nostri maggiori sforzi promozionali, la maggior parte delle risorse pubbliche e private dedicate a promuovere l’immagine dell’Isola d'Elba. Ce lo domandiamo da donne e uomini della sinistra, con dei valori estranei alle dissertazionmi sulla lunghezza delle cosce di Anna Falchi, ai pettegolezzi a mezzo stampa sulla jeunesse dorée, ai quiz televisivi scambiati per cultura, al modello di vita “esclusiva” ammannito al ragioniere di Garbagnate che si rovinerà per comprare capi firmati, si brucerà sotto una lampada cancerogena per assomigliare a quelli che vanno alle Maldive o hanno la naturale abbronzatura da regata, sfoggerà un bel Rolex finto non potendosene permettere uno vero, perchè l'importante non è l'essere ma l'apparire. Ce lo domandiamo perché pensiamo che alla lunga sarebbe vincente puntare anche e molto di più sul binomio cultura-natura, tenuto conto di tutte le enormi potenzialità che la nostra Isola può esprimere su questi versanti E quei pesci immobili nel granito da quattordici secoli sono capaci di saltare, e di saltare pure controcorrente, che poi è l’unico mezzo che si ha per prevedere il futuro, per anticipare, sotto tutti i profili, pure sotto quello economico, le tendenze. Quei pesci oltre ad essere testimonianza di un paleocristianesimo, sono anche l’emblema di una risorsa culturale preservata e riconsegnataci da una natura intatta, e ci indicano la via di un turismo più quieto ed intelligente, più spalmato sulle tante stagioni, sulla tanta cultura, sull’infinità di emergenze archeologiche, mineralogiche, naturalistiche, paesaggistiche che quest’isola propone. Un turismo meno caciarone e supportato anche da una pluralità di eventi a misura d’isola, e non solo sulle grandi Kermesse. Forse un turismo meno eclatante ma solido, costante e duraturo come il granito, non imprevedibile come il vento che può tirare favorevolmente e gonfiare le vele del turismo “convenzionale” e più decisamente consumistico, ma può anche attenuarsi o addirittura sparire, lasciandole tristemente afflosciate.
Elba Cup 2002
vela elba cup 4
pesce capanne