Al fine di ovviare ad ogni equivoco tengo a precisare quale è stata la la posizione espressa dal Comune di Campo nell’Elba, da me rappresentato il giorno 8 Novembre, nel corso della riunione dei Enti elbani interessati alla soluzione della vicenda del canile comprensoriale. Ciò anche alla luce di quanto è stato pubblicato sulle cronache elbane venerdì 08 e sabato 09. Il Comune di Campo non ha mai fatto dietro front.” Sulla questione “ CANILE DI S.MARTINO”, l’improvviso dietro front lo ha fatto Portoferraio, senza i dovuti chiarimenti. Poiché il Sindaco Ageno riteneva non più praticabile la strada del “ CANILE DI S. MARTINO “manca il consenso (blaf, blef, bluf,)” il sottoscritto affermava che, il Comune di Campo nell’Elba, da lungo tempo aveva per il “CANILE DI S. MARTINO” delegato il Presidente della Comunità Montana per tutto l’iter necessario, compresi progetto, concessione, eventuali finanziamenti da parte di altri enti, accensione mutuo, quantificazione delle quote, e relativo tasso, il tutto, per poi essere portato in consiglio comunale per l’iter previsto ecc. Febbo, a tal punto voleva rimettere la delega a suo tempo accordata alla Comunità Montana dai Comuni. Il Comune di Campo nell’Elba ritiene che, ancora oggi, l’accordo preso insieme agli altri Comuni Elbani, sia la strada giusta, tutto il resto, non produce, o non si trasformerà nella realtà, per il “CANILE DI S. MARTINO “ tanto è vero che già esiste una concessione edificatoria rilasciata dall’ufficio tecnico del Comune di Portoferraio, ( capo, luogo o capo, fila), e che ogni modifica o revoca di detta concessione, rende necessario atto formale motivato dallo stesso ufficio Comunale, dopo di che avremmo valutato la strada da percorrere a livello comprensoriale. Questo passaggio mi pareva fosse condiviso, oltre che dovuto ai presenti Comuni. la soluzione di Literno, poteva ma solo dopo, trovare eventuali spazi di ragionamento, poi (il Coniglio è uscito dal cappello), un partecipante alla riunione, ha prospettato Calamita, di seguito formazione della commissione, o quant’altro.per levalutazioni sulla fattivita dell’ipotesi Calamita. Tutto ciò sa di amaro ma è la realtà. A questo punto ritengo che l’impegno diretto del Comune di Campo oltre che dovuto, sia anche un fatto di civiltà verso gli animali, senza dimenticare che, il volontariato è un valore aggiunto. Al Comune di Campo nell’Elba, rimane una sola strada realizzarlo sul proprio territorio Comunale. Luciano Muti (delegato del Comune di Campo nell’Elba) Bene, è chiaro ora che quando due settimane fa il Sindaco di Portoferraio affermava davanti ad una nostra precisa domanda che l’iter del canile a S.Martino restava valido, non diceva il vero, o che qual piuma al vento ha nel frattempo mutato di accento e di pensier. Negli ultimi giorni abbiamo visto una serie di persoggi e personaggiucoli ed improbabili opinionisti subacqueo-silvani affacciarsi alle telecamere locali per dimostrarci che quel canile non s’aveva da fare in quel luogo (pure per i poveri cagnolini che avrebbero avuto solo due ore di luce!), ma oltre queste avanspettacolate, nessun elemento ostativo (palese e dicibile) si è aggiunto a sfavore di S.Martino. Ed ecco che in una riunione il cui esito era già evidentemente scritto prima dell’inizio, come dice Muti, Le-Voila, coniglio dal cappello, i cagnolini “sacrificati a S.Martino” possono andare a crepare di solitudine a Calamita, dove non c’è acqua, costringendo veterinari, volontari e cittadini che intendessero adottarli a raggiungerli in un posto “tanto suggestivo” ma decisamente “in culo al mondo” quanto a collocazione. Ora abbiamo capito. La partita è probabilmente più grossa, molto più grossa dei cani stessi, e dietro il niet a S.Martino pensiamo che ci siano pressioni, poteri ed appetiti diversi, non si illuda la pattuglia dei rari sanmartinesi capitanata dal ginecologo, non è certo per le loro orecchie che gli amministratori di quest’isola si sono rimangiati impegni e parole date, non è per loro che hanno buttato dalla finestra decine di milioni già spesi per la realizzazione di un progetto definito compatibile dalla più grande organizzazione ecologista che opera nel nostro paese e all’isola. Non è per la loro quiete che hanno fatto rotta verso questa figuretta corazzate istituzionali isolane e continentali. Speriamo di sbagliarci ma avvertiamo nell’aria l’insopportabile fetore di noti maneggioni, gente a cui già in diverse occasioni ambientalisti e uomini liberi di quest’isola hanno tagliato le unghie. E, nel caso avessimo annusato giusto, stiano attenti a rimetterci le dita, questa volta.
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